ILLEGALITÀ (2): CASERO RISPONDE AD INTERROGAZIONE M5S
— 27 Luglio 2016
In data 22 giugno 2016, undici rappresentanti in Senato del Movimento 5 Stelle [Senn. GIROTTO, BOTTICI, SANTANGELO, SERRA, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, PUGLIA, MORONESE, COTTI, CASTALDI, GIARRUSSO] depositavano la seguente interrogazione in ordine al fenomeno dell’illegalità nella distribuzione dei carburanti:
<<Premesso che:
il 6 giugno 2016 è apparso sul quotidiano “Il Sole-24 ore” un articolo dal titolo “L’exploit del contrabbando di benzina“; viene riportata una stima sulla quota del “nero” nella distribuzione carburanti, pari al 20 per cento del mercato, circa 5 miliardi di litri all’anno di prodotto illegale, immesso in consumo sul territorio nazionale;
come documentato da più di un anno dalla stampa di settore, le frodi sono di diverso tipo: dal dirottamento all’interno del territorio nazionale di merce documentalmente destinata all’estero (e che viaggia quindi in sospensione di acc isa) alla destinazione di gasolio agevolato ad usi con accisa piena, dagli acquisti senza Iva di false società esportatrici alle frodi carosello;
in un’intervista rilasciata a dicembre 2015 al quotidiano di settore “Staffetta Quotidiana“, il colonnello Gianluca Campana, capo dell’ufficio Tutela entrate del comando generale della Guardia di finanza, ha parlato di “quantitativi enormi di prodotto” che “inquinano il mercato” grazie a “prezzi che sbaragliano la concorrenza“;
in termini di evasione Iva, il mancato gettito ammonterebbe a circa 1,5 miliardi di euro all’anno, mentre in termini di evasione di accisa, il “buco” sarebbe nell’ordine di diversi miliardi all’anno;
da evidenze giudiziarie risulterebbe che gran parte di questi traffici facciano capo in ultima istanza a organizzazioni criminali di stampo mafioso;
il fenomeno è in preoccupante aumento da un paio di anni, come dimostra il numero crescente di sequestri di prodotto illegale da parte delle forze dell’ordine;
l’evasione di Iva e accisa consente di praticare prezzi più bassi, con conseguente effetto dumping nei confronti dei concorrenti che operano secondo le regole;
in molti casi si tratta di prodotti adulterati, addizionati con solventi o additivi che possono danneggiare i motori;
le associazioni di settore denunciano la pervasività del fenomeno e la difficoltà delle forze dell’ordine nel contrastarlo. In particolare, Assopetroli e Unione Petrolifera hanno denunciato il fenomeno con un documento comune, sottoscritto all’inizio di maggio 2016, nel quale parlano di un “fenomeno devastante” che rischia di avere “effetti irreversibili” e chiedono misure operative per contrastarlo efficacemente;
nel caso delle frodi Iva, il sistema delle false lettere di intento presentate da falsi esportatori non consente agli organi preposti di individuare in tempo i truffatori,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti, nonché della loro estensione;
se disponga di stime sul conseguente mancato gettito per lo Stato e quali iniziative di propria competenza intenda adottare per contrastare il fenomeno>>.
Di seguito si pubblica la risposta – in verità alquanto riduttiva -, fornita dal Governo nella giornata di martedì 26 luglio 2016 in persona del Viceministro dell’economia e delle finanze, Luigi CASERO, all’interrogazione di cui sopra:
<<Con il documento in esame, i Senatori interroganti pongono in evidenza che il settore della distribuzione dei carburanti sarebbe interessato da rilevanti fenomeni di frode. In particolare evidenziano che seconde un articolo apparso. sul “Il Sole 24 Ore” in data 6 giugno 2016, la quota dei carburanti illegali immessi in consumo sul territorio nazionale sarebbe pari al 20 per cento del mercato e corrisponderebbe a circa 5 miliardi di litri all’anno, con evasione di Iva per circa 1,5 miliardi di euro all’anno e di accisa per diversi miliardi.
Gli Interroganti chiedono, pertanto, le stime sul mancato gettito per lo Stato e quali iniziative si intendano adottare per contrastare il fenomeno.
Sentita l’Agenzia delle Dogane, si rappresenta quanto segue.
Preliminarmente occorre evidenziare che laddove i fenomeni in parola avessero realmente ad oggetto il quantitativo sopra indicato di 5 miliardi di litri annui, ipotizzando che tali quantitativi fossero riferibili integralmente al gasolio per carburazione la cui aliquota vigente è pari ad euro 617,40 al litro, l’accisa sottratta all’accertamento supererebbe i 3 miliardi di euro. Tale dato, tuttavia, non trova corrispondenza nell’andamento delle entrate affluite negli ultimi 10 anni al capitolo 1409 (capitolo sul quale sono versate le accise sui prodotti energetici escluso gas naturale, gpl ed oli vegetali) che non evidenzia variazioni negative pari al predetto ammontare.
D’altro canto si fa presente che neIl’anno 2015 si è registrato nel predetto capitolo un aumento per accisa rispetto al 2014 dell’1,8 per cento, sebbene dal 1° gennaio 2015 l’aliquota di accisa sulla benzina e sul gasolio usato come carburante abbiano subito una diminuzione passando rispettivamente da euro 730,80 ed euro 619,80, per mille litri, ad euro 728,40 e ad euro 617,40, per mille litri.
Inoltre, dal confronto tra i dati delle predette entrate del 1° semestre 2016 (evidenziando comunque la provvisorietà dei dati del mese di giugno) e quelli del 1° semestre 2015, rimanendo invariate le predette aliquote di accisa, si riscontra un incremento dello 0,5%. Ad ogni buon fine si allega una tabella riepilogativa.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al fine di individuare e stimare quantitativamente l’eventuale insorgenza di alterazioni del mercato legate a fenomeni fraudolenti, effettua un costante monitoraggio dei flussi di ciascun prodotto petrolifero sottoposto ad accisa (con particolare riguardo ai più diffusi, cioè al gasolio, alla benzina e al gpl) lungo l’intera filiera distributiva.
Il caso più rilevante negli ultimi 5 anni è quello legato agli abusi nel settore degli oli lubrificanti di provenienza Ue fraudolentemente impiegati in Italia al posto del gasolio. Al riguardo si è stimato un plausibile range del tax-gap indotto dal fenomeno e, quindi, dei volumi interessati.
Al fine di delineare soluzioni strutturali, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si è fatta promotrice, sin dal 2011, delle necessarie modifiche alle norme comunitarie volte a rendere effettiva l’uniforme applicazione dei presidi di controllo della Ue nella libera circolazione dei predetti oli lubrificanti.
Nelle more del predetto adeguamento, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha attuato le necessarie misure di contrasto, anche cooperando, in sinergia con la Guardia di Finanza, con le collaterali strutture di altri Stati Membri, nonché fornendo debita informativa e cooperazione dal punto di vista tributario alle altre Forze di polizia che operano controlli su strada nel territorio nazionale. Anche a tali interventi è, probabilmente, riconducibile la crescita dei sequestri di prodotto illegale effettuati dalle Forze dell’ordine nazionali.
Sebbene, al momento, non si disponga di stime puntuali sull’estensione dei fenomeno, il costante monitoraggio dei dati presenti in Anagrafe Tributaria ha evidenziato un deciso aumento della presenza di operatori sospetti, che effettuano acquisti di prodotti petroliferi utilizzando indebitamente dichiarazioni d’intento.
L’aumento si è avuto soprattutto per l’ingresso sul mercato di trader disonesti, spesso collegati ad organizzazioni criminali e che operano con la sola finalità di frodare il fisco ed alterare le dinamiche della concorrenza,
In particolare, le principali fenomenologie fraudolente riscontrate dalla Guardia di Finanza riguardano:
– la presentazione di fittizie dichiarazioni di intento ai fini dell’esportazione da parte di soggetti economici, che, attestando fraudolentemente lo status di esportatori abituali, acquistano grossi quantitativi di carburanti in esenzione di Iva per poi cederli sul territorio nazionale a prezzi più che concorrenziali;
– l’illecita immissione in consumo di ingenti quantitativi di prodotti energetici – costituiti da miscele di gasolio e oli di diversa natura, anche vegetale, provenienti da paesi dell’Est Europa – i quali, dopo l’introduzione in Italia quali oli lubrificanti, sono destinati, in totale evasione di imposta, a finalità di autotrazione.
In ragione della gravità e delle dimensioni assunte dai richiamati fenomeni illeciti la Guardia di Finanza ha avviato una proficua interlocuzione con le associazioni di categoria rappresentative degli operatori economici della filiera distributiva dei prodotti energetici, a cui sono state illustrate nel corso di un incontro con i relativi rappresentanti nazionali, tenutosi in data 19 maggio 2016 presso il Comando Generale – l’azione di contrasto posta in essere dal Corpo e i risultati conseguiti in materia, nonché l’iniziativa dell’Amministrazione volta a sostenere, in piena sinergia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’opportunità di assoggettare anche gli oli lubrificanti alle forme di monitoraggio previste dal sistema E.M.C.S. (Excise Movement Control System), come peraltro evidenziato dal Comandante Generale pro-tempore alla Commissione Bicamerale di Vigilanza sull’Anagrafe nel corso dell’audizione del 15 dicembre 2015.
Tale proposta è stata presentata lo scorso 30 maggio – in occasione della riunione del “Indirect Tax Experts Groups”, organo consultivo della Commissione europea in materia di accise – dalla delegazione italiana, composta anche da un rappresentante dell’Amministrazione.
La soluzione in commento, tuttavia, non appare del tutte risolutiva, tenuto conto che le più recenti risultanze investigative hanno evidenziato come le associazioni criminali responsabili degli illeciti traffici stiano commercializzando una nuova categoria di prodotti, anch’essi di fatto destinati all’autotrazione, composti da miscele idrocarburiche, caratterizzate dalla presenza di una piccola percentuale di diclorometano.
Detta sostanza, oltre a impedire la riqualificazione del prodotto in termini di olio lubrificante o gasolio per autotrazione, consente di classificarlo quale solvente (NC 38140090), prodotto escluso dal monitoraggio previsto dal sistema E.M.C.S.
È opportuno evidenziare, altresì, che al fine di contrastare la frode nel breve periodo ed impostare possibili soluzioni strutturali a medio-lungo termine, è stato istituito un tavolo tecnico presso il ministero dell’Economia e delle Finanze a cui partecipano Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza e le principali associazioni di categoria.
A livello operativo, il tavolo tecnico – i cui lavori hanno avuto inizio in data 30 giugno 2016 – è stato suddiviso in due aree tematiche: un primo gruppo, coordinato dall’Agenzia delle Entrate, si sta occupando di elaborare soluzioni normative e/o tecniche, per frenare l’utilizzo fraudolento di false dichiarazioni d’intento all’interno della catena di vendita dei carburanti; un secondo gruppo, coordinato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sta invece curando gli aspetti legati al comparto accise.
Attualmente, sono in discussione una serie di proposte di intervento, concordate con le relative associazioni di categoria, in tema di depositi fiscali, tracciabilità delle cessioni di prodotti petroliferi e meccanismi di funzionamento delle dichiarazione d’intento. Si stanno inoltre valutando possibili modifiche del regime Iva nel settore.
II tema è stato inoltre discusso nell’ambito della Cabina di Regia Operativa, istituita dall’art. 83 – commi 5, 6 e 7 – D.L. 25/06/2008 n. 112, ove sono elaborati piani di azione congiunti che vedono impegnate Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza ed Agenzia delle Dogane e dei Monopoli>>.