SICILIA ORIENTALE: GESTORI ESSO IN ASSEMBLEA
— 22 Febbraio 2017COMUNICATO STAMPA UNITARIO FAIB FEGICA FIGISC
Domenica scorsa, il 19 febbraio, a Catania, nel Salone Confcommercio, si è tenuto l’incontro tra i gestori a marchio ESSO della Sicilia Orientale e il Comitato regionale Unitario delle tre OO.SS. di Categoria FAIB, FEGICA e FIGISC.
La riunione, che fa seguito a quella di Palermo del 12 febbraio scorso [N.d.R.: si veda Figisc Anisa News N. 5 del 15.02.2017], è stata molto partecipata ed è servita al sindacato per avere conferma della ferma e collettiva volontà dei gestori di non rimanere inermi di fronte all’incertezza del loro futuro lavorativo in conseguenza della intenzione della società di voler cedere gli impianti a retisti locali. Alla luce di quanto stanno subendo i loro colleghi gestori delle regioni dove la cessione è già avvenuta, i gestori siciliani non intendono essere anch’esse vittima sacrificale di questo processo.
L’affollata assemblea, pur consapevole di non poter entrare nel merito di scelte che in uno stato di diritto sono proprie del privato, ha confermato la ferrea intenzione di voler aprire un dialogo con la società affinché, individualmente o in consorzio o in società fra loro, i gestori possano esercitare il diritto alla facoltà di riscatto del punto vendita, come previsto dal comma 13 art. 17 della Legge 27 del 2012.
Ferma volontà è stata espressa da tutti i presenti nel voler porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché ai gestori sul cui impianto subentri un soggetto diverso dalla ESSO, indipendentemente che continuino o meno ad operare sotto il marchio ESSO, venga garantita la continuità gestionale cosi come previsto dalla normativa vigente – Legge 32/98, Legge 57/2001 e Legge 27/2012 – ovvero che siano mantenuti invariati, fino alla scadenza dei contratti, i contenuti economico-normativi propri del rapporto con la società ESSO.
L’assemblea ha infine dato mandato alla rappresentanza sindacale che il 22 febbraio a Roma incontra i vertici della società, di comunicare lo stato di agitazione della categoria e di porre in essere tutte le iniziative sindacali possibili, allorché la società dovesse rimanere sorda alle legittime richieste avanzate dai gestori nelle due riunioni.