INTERROGAZIONI LEGA NORD A CAMERA E SENATO

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10856

Seduta di annuncio: 761 del 16/03/2017

Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO

Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE – LEGA DEI POPOLI – NOI CON SALVINI

Data firma: 16/03/2017

Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/03/2017

Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere –

premesso che:

il mercato della distribuzione di carburanti ha un ruolo strategico per l’economia del nostro Paese: vale circa 45 miliardi di euro all’anno di fatturato complessivo ed ingloba circa 80 mila lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, occupati presso oltre 22 mila impianti nella rete ordinaria e circa 450 aree di servizio autostradali;

negli anni, il settore è stato interessato da una serie di interventi normativi di liberalizzazione a cui, tuttavia, non ha fatto seguito l’adozione di una serie politica industriale per lo sviluppo competitivo del mercato;

la perdita di interesse da parte del legislatore verso questo settore ha determinato la creazione di condizioni di assoluta criticità per l’intero sistema, le quali, a loro volta, hanno offerto terreno fertile per il proliferare di fenomeni di illegalità, a danno di quanti operano regolarmente sul mercato nel rispetto delle vigenti normative, anche, e soprattutto, di natura tributaria;

l’illegalità è ormai dilagante nel settore; secondo stime accreditate, quasi il 20 per cento dei volumi di carburanti attualmente riversati sulla rete sono di origine clandestina o commercializzati in evasione di imposta a diverso titolo, con evidenti danni, oltre che per l’erario, anche per il mercato e la concorrenza;

il fenomeno appare in stretta relazione con l’eccessiva tassazione fiscale, come peraltro evidenziato nella relazione tecnica di accompagnamento alla legge di bilancio del 2017, dove si fa riferimento esplicito alle «frodi riscontrate nel settore carburanti specialmente a seguito dell’incremento di circa il 30 per cento delle aliquote sul gasolio e sulla benzina…»;

il livello di tassazione sui carburanti in Italia è attualmente superiore di 23,3 centesimi/litro e del 40 per cento rispetto alla tassazione media dell’Unione europea; tuttavia, al gestore, con circa 3 centesimi/litro di margine a lordo di tutti gli oneri e le spese di gestione, rimane poco più del 2 per cento del prezzo «alla pompa» dei carburanti;

in tale scenario, viene messo in discussione anche il quadro normativo posto a tutela della posizione del gestore. Risultano, infatti, sempre più frequenti i casi di violazione delle condizioni economiche e contrattuali a cui è sottoposta la categoria dei gestori, che sono obbligati, unilateralmente ed arbitrariamente dal proprietario dell’impianto, a rifornirsi di prodotti di carburanti in esclusiva, senza avere alcun controllo sul prezzo di rifornimento e su quello di rivendita al pubblico;

alla luce delle considerazioni esposte, i gestori, in assenza di interventi, sono più esposti al pericolo di essere tagliati fuori dal mercato, senza alcuna possibilità di difesa, un pericolo alimentato anche dal fatto che diverse compagnie petrolifere hanno deciso di cedere i propri impianti in Italia, senza alcun rispetto delle regole sulla contrattazione collettiva –:

se il Ministro interrogato intenda adoperarsi per favorire al più presto l’apertura di un tavolo di concertazione tra le parti interessate per la definizione di un processo di riordino e di riforma del settore della distribuzione di carburanti che si ponga quale obiettivo inderogabile quello di assumere iniziative per ristabilire le regole della concorrenza attraverso la previsione di controlli, ed eventuali penalizzazioni, per i comportamenti posti in violazione delle norme di legge sui contratti di gestione e la contrattazione collettiva, nonché per contrastare le forme di illegalità e di irregolarità fiscale nel settore. (5-10856)

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07223

ATTO SENATO N. 4-07223

Pubblicato il 22 marzo 2017, nella seduta n. 790

CONSIGLIO NUNZIANTE, CENTINAIO GIAN MARCO

Al Ministro dello sviluppo economico. –

Premesso che:

il mercato della distribuzione di carburanti ha un ruolo strategico per l’economia del nostro Paese: vale circa 45 miliardi di euro all’anno di fatturato complessivo ed ingloba circa 80.000 lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, occupati presso oltre 22.000 impianti nella rete ordinaria e circa 450 aree di servizio autostradali; negli anni, il settore è stato interessato da una serie di interventi normativi di liberalizzazione a cui, tuttavia, non ha fatto seguito l’adozione di una seria politica industriale per lo sviluppo competitivo del mercato;

la perdita di interesse da parte del legislatore verso questo settore ha determinato la creazione di condizioni di assoluta criticità per l’intero sistema, le quali, a loro volta, hanno offerto terreno fertile al proliferare di fenomeni di illegalità, a danno di quanti operano regolarmente sul mercato, nel rispetto delle vigenti normative, anche, e soprattutto, di natura tributaria;

l’illegalità è ormai dilagante nel settore; secondo stime accreditate, quasi il 20 per cento dei volumi di carburanti attualmente riversati sulla rete sono di origine clandestina o commercializzati in evasione di imposta a diverso titolo, con evidenti danni, oltre che per l’erario, anche per il mercato e la concorrenza;

il fenomeno appare in stretta relazione con l’eccessiva tassazione fiscale, come peraltro evidenziato nella relazione tecnica di accompagnamento alla legge di bilancio per il 2017, dove si fa riferimento esplicito alle “frodi riscontrate nel settore carburanti specialmente a seguito dell’incremento di circa il 30 per cento delle aliquote sul gasolio e sulla benzina“;

il livello di tassazione sui carburanti in Italia è attualmente superiore di 23,3 centesimi al litro e del 40 per cento rispetto alla tassazione media dell’Unione europea; tuttavia al gestore, con circa 3 entesimi al litro di margine, a lordo di tutti gli oneri e le spese di gestione, rimane poco più del 2 per cento del prezzo “alla pompa” dei carburanti;

tuttavia, non è possibile non evidenziare come tale fenomeno e soprattutto la possibilità di avere un’efficace opera di controllo e di contrasto siano da mettere in relazione anche con la progressiva polverizzazione della proprietà o titolarità dei punti vendita, effetto dell’abbandono del mercato di operatori integrati e delle multinazionali (prima Shell, ora ExxonMobil, a breve Total), che, oltre al resto, sta sottraendo al nostro Paese anche ingenti investimenti industriali e commerciali;

in tale scenario, viene messo in discussione anche il quadro normativo posto a tutela del gestore. Risultano infatti sempre più frequenti i casi di proprietari o titolari degli impianti che agiscono in violazione delle condizioni economiche e contrattuali dei gestori, sottoposte a tutela legislativa. Gestori che sono già obbligati a rifornirsi di prodotti di carburanti in esclusiva, senza avere alcun controllo sul prezzo di rifornimento e su quello di rivendita al pubblico;

alla luce delle considerazioni esposte, i gestori, in assenza di interventi, sono più esposti al pericolo di essere tagliati fuori dal mercato, senza alcuna possibilità di difesa, un pericolo alimentato anche dal fatto che, quando le compagnie petrolifere (come il caso già citato della ExxonMobil) decidono di cedere i propri impianti in Italia, lo fanno senza alcun rispetto delle regole sulla contrattazione collettiva,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo voglia adoperarsi per favorire al più presto l’apertura di un tavolo di concertazione tra le parti interessate per la definizione di un processo di riordino e di riforma del settore, che si ponga quale obiettivo inderogabile quello di ristabilire le regole della concorrenza attraverso la previsione di controlli, ed eventuali penalizzazioni, per i comportamenti posti in violazione delle norme di legge sui contratti di gestione e la contrattazione collettiva, nonché di contrastare le forme di illegalità e di irregolarità fiscale e di arrestare l’abbandono della rete italiana da parte di operatori integrati, internazionali e dalla capacità di garantire investimenti industriali e commerciali all’economia del nostro Paese. (4-07223)

 

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