EMERGENZA ILLEGALITÀ: ANCORA UNA PRIORITÀ PER I GESTORI
— 8 Dicembre 2015Basta dare una scorsa ai soli titoli delle riviste specializzate del settore nel corso degli ultimissimi giorni per rendersi conto della vera e propria emergenza illegalità; ne citiamo di seguito alcuni:
Frodi carburanti, quelle cento autobotti fantasma dall’est Europa
02/12/2015 STAFFETTA QUOTIDIANA
Sicilia, Fiamme Gialle sequestrano gasolio di contrabbando dal Nord Africa
02/12/2015 STAFFETTA QUOTIDIANA
Illegalità carburanti, maxi-operazione Gdf
03/12/2015 QUOTIDIANO ENERGIA
Gasolio agricolo, sequestri della Guardia di Finanza nel cuneese
04/12/2015 STAFFETTA QUOTIDIANA
Illegalità, UP e Assopetroli uniscono le forze
04/12/2015 QUOTIDIANO ENERGIA
Illegalità, tavolo congiunto UP-Assopetroli
04/12/2015 STAFFETTA QUOTIDIANA
Scoperchiata la pentola
04/12/2015 STAFFETTA QUOTIDIANA
Frodi carburanti, il “buco” amministrativo
07/12/2015 STAFFETTA QUOTIDIANA,
tra i quali [g.c.] riproduciamo pressoché integralmente l’articolo di STAFFETTA QUOTIDIANA, che è stato pubblicato non più tardi di venerdì 4 dicembre, con un emblematico titolo: «Scoperchiata la pentola»:
<<Se ci fosse un Auditel per la stampa specializzata, questa settimana il record di ascolti, nel nostro caso di lettori, andrebbe alla STAFFETTA per l’intervista al colonnello Gianluca Campana del Comando Generale della Guardia di Finanza [articolo «Frodi carburanti, quelle cento autobotti fantasma dall’est Europa»] e per il servizio del nostro inviato a Padova alla conferenza stampa indetta giovedì dal comando provinciale della stessa GdF. Mentre era ancora in corso l’operazione che ha portato alla decapitazione di una parte dell’organizzazione criminale attiva in tutta Italia che consente di evadere in maniera fraudolenta accisa e Iva e di praticare sconti sui prezzi del gasolio.
A tutto danno degli operatori onesti che negli ultimi due anni hanno dovuto subire il danno e la beffa arrecato da un numero crescente di operatori disonesti e dal conseguente inquinamento della economia legale e del mercato.
Un record di lettori, molti dei quali leggendo la Staffetta hanno tirato un sospiro di sollievo perché finalmente la pentola è stata scoperchiata e, dopo una serie di indagini lunghe e faticose, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica sono riuscite a scoprire e mettere a fuoco una parte delle molteplici fattispecie criminose e delle ramificazioni messe in atto in Italia e nei paesi confinanti, assicurando alla giustizia alcuni dei responsabili. Ora nessuno potrà dire di non sapere e rendersi così complice ignaro o ingenuo di questi misfatti. Le cui conseguenze più eclatanti in termini di prezzi praticati sul mercato rete ed extra-rete sono state registrate e denunciate ormai da anni sulle nostre pagine…… Solo un cieco poteva sostenere che ciò era frutto della liberalizzazione del mercato e non, come era palese, da fenomeni incentivati da una parte dalla crescita a dismisura del peso fiscale sui prodotti petroliferi e dall’altra dai troppi vasi comunicanti che si sono venuti a creare tra l’Italia e i paesi dell’est europeo [e non solo da quella parte, a leggere attentamente le cronache].
Cause ed effetti che già erano stati messi a fuoco due anni fa da Assopetroli, un’associazione che, grazie alla presenza capillare su tutto il territorio nazionale e nei molteplici anelli della filiera petrolifera, dalla rete di depositi fiscali e commerciali di cui sono titolari i suoi associati alla rete di impianti stradali dei carburanti di proprietà e convenzionati con le compagnie di cui sono titolari molti dei propri retisti, dispone di una rete di antenne e di sensori che la mettono in grado di captare prima e meglio di altre associazioni e di altre istituzioni quello che accade nel mercato. Non a caso il suo presidente, all’epoca Franco Ferrari Aggradi, era stato in grado già nel marzo 2014 di denunciare apertamente in un appello al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’aumento di queste attività criminose: delle ingenti quantità di carburanti, spesso di provenienza estera, che viaggiano in sospensione di imposta e che vengono immesse sul mercato senza che l’imposta venga mai pagata, di soggetti che svaniscono, di sequestri a scopo di rapina di intere autobotti, di assalti notturni ai depositi, senza contare le altre tipologie di reato tra cui le sofisticazioni dei prodotti Denuncia rilanciata quattro mesi dopo, all’inizio di luglio, con toni mai fino ad allora usati, in occasione dell’assemblea annuale. Quando parlò di «una vera e propria emergenza che aveva contagiato il settore petrolifero sfregiandone il mercato».
Non crediamo di svelare alcun segreto se diciamo che a questa denuncia hanno fatto seguito anche da parte della nuova presidenza incontri con i vertici dell’Agenzia delle Entrate, dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza che non avrebbero avuto difficoltà ad ammettere che all’inizio era mancata sui fenomeni denunciati la presa auspicabile e che per questo l’azione di stimolo delle associazioni di settore era vista con estremo favore e piacere.
Disponibili a sostanziare la collaborazione con approfondimenti e misure in grado di contrastare da subito alcune fattispecie. Una collaborazione che ha coinvolto, da una parte, i Ministeri della Economia e dello Sviluppo Economico, e, dall’altra, l’Unione Petrolifera e Assogasliquidi e che, tra l’altro, si è sostanziata giovedì nell’istituzione di una tavolo congiunto Assopetroli/UP. E che, come si vede, comincia a dare frutti tangibili. A proposito dei quali va dato atto alla Guardia di Finanza di aver svolto in questi mesi un lavoro massacrante in un contesto ambientale reso difficile dalla disseminazione territoriale del fenomeno criminoso.
L’aver scoperchiato la pentola non significa che ora si possa dormire sonni tranquilli. Anzi è proprio il momento di non mollare la presa. Come ha rilevato il colonnello della GdF Gianluca Campana nell’intervista, «è necessario tenere la guardia alta sia dal punto di vista investigativo e operativo ma anche della comunicazione», segnalando alla GdF comportamenti e approcci che possano far comprendere che c’è qualcosa che non va.
Contando anche sul fatto che questi primi successi dovrebbero da una parte scoraggiare quella certa dose iniziale di connivenza e omertà che ci può essere stata da parte di alcuni operatori e dall’altra sul fatto che anche le istituzioni che finora hanno preso sottogamba la questione non potranno più ignorarla. Discorso che vale anche per la scarsa attenzione o, meglio, per la disattenzione generalmente dimostrata dai grandi mezzi di comunicazione, da ultimo sulla conferenza stampa di Padova.>>
Di illegalità, tra l’altro, si è scritto nel documento unitario del 9 settembre 2015 delle Organizzazioni di categoria dei gestori, che sul punto recita testualmente «– gli aspetti attinenti alla legalità, rispetto ai quali FAIB, FEGICA e FIGISC intendono rilanciare l’azione chiedendo a tutti i componenti di aderire ad una vera e propria campagna che abbia come obiettivo quello di smascherare le vendite a prezzi stracciati [sotto le quotazioni Platt’s], come strumento nelle mani della criminalità organizzata e di compiacenti intermediatori che spesso predicano bene ma “razzolano” male».
Di illegalità si è parlato anche nell’incontro che FIGISC, FAIB e FEGICA hanno avuto nelle scorse settimane con il Presidente di UNIONE PETROLIFERA, Spinaci, il quale dichiara che essa è un fenomeno «allarmante e in continua crescita» e rappresenta «non solo un danno rilevante per chi rispetta la legge e per gli operatori onesti che si vedono sottrarre ingenti volumi, ma anche per l’Erario cui, secondo una stima prudenziale, l’evasione Iva costa ogni anno non meno di un miliardo di euro».
La stessa Unione Petrolifera ed ASSOPETROLI hanno concordato la scorsa settimana ieri «l’istituzione di un tavolo permanente congiunto finalizzato proprio al monitoraggio dei fenomeni criminali che stanno martoriando il downstream nazionale, identificando inoltre possibili proposte operative per contrastarli», tavolo che verrà «strutturato ulteriormente con un dettagliato piano di lavoro e sarà allargato anche ad altri componenti della filiera, a partire dalle associazioni dei gestori».
Quanto a FIGISC di illegalità abbiamo più volte trattato su queste stesse pagine, e ne citiamo, con pignoleria, gli estremi: Allarme rosso: se quasi il dodici per cento dei consumi è fuorilegge, Figisc Anisa News n. 9 24.02.2014; Asssopetroli: ridurre le imposte per limitare contrabbando e criminalità, Figisc Anisa News n. 18 08. 04.2014; Mercato nero dal 10 al 20 % del totale. Emergenza per il settore, Figisc Anisa News n. 46 29.11.2014; Nel cesto dei prezzi «convenienti» proliferano le mele marce, Figisc Anisa News n. 10 07.03.2015; Rete, prezzi e legalità del settore in un’analisi di Staffetta, ancora Figisc Anisa News n. 10 07.03.2015; Prezzi: il «sottobosco» dei broker e altri discorsi in libertà, Figisc Anisa News n. 11 21.03.2015; Carburanti, piaga dell’illegalità: denuncia Assopetroli, Figisc Anisa News n. 13 09.04.2015; Staffetta: come funzionano le frodi nel settore, Figisc Anisa News n. 14 14.04. 2015; Contro l’illegalità nel settore serve mobilitarsi, Figisc Anisa News n. 23 05.07.2015; Lotta al nero e rete-extrarete secondo Assopetroli, Figisc Anisa News n. 25 26.07.2015; Carburanti: illegalità crescente & imposte più alte di 20 €c/lt., Figisc Anisa News n. 32 del 11.10.2015.
Su Figisc Anisa News del 5 luglio 2015 [cinque mesi fa] si poteva leggere che «I gestori, l’ultimo anello della filiera, sono senz’altro i primi ed i più duramente colpiti da una situazione in cui, alle note disparità di trattamento e di potenzialità competitiva già esistente a loro sfavore nel mercato formalmente “legale“, si aggiunge una diffusa disponibilità di prodotti a prezzi stracciati – proprio in funzione delle illegalità sottese alla loro provenienza ed alla sottrazione totale o parziale alla loro imponibilità fiscale – che sfuggono a qualsivoglia regola di corretta concorrenza…. Quella della legalità è una battaglia che i gestori, e le loro Organizzazioni, dovrebbero essere i primi, ancor prima di altri, a raccogliere ed ingaggiare». E nella prima decade di luglio il tema fu anche esaminato, tra le altre questioni all’ordine del giorno, nella riunione della Presidenza Nazionale tenutasi a Milano.
A distanza di cinque mesi, infine, a riprova che è sempre meglio tardi che mai, sono gli «altri» a chiamare quelli che «dovrebbero essere i primi» [ovvero le associazioni dei gestori] al tavolo.
[G.M.]