VERTENZA AUTOSTRADE [2]: BOTTA E RISPOSTA CON ENI
— 21 Settembre 2016Nella polemica aperta tra gestori autostradali ed ENI sul tentativo aziendale di ribaltare sulla categoria di marchio gli oneri assunti con i Concessionari nei bandi [si veda anche Figisc Anisa News N. 21 del 13.09.2016], il cane a sei zampe scrive il 14.09.2016 a FAIB, FEGICA ed ANISA che non ha sottoposto ai gestori nessun «complesso nucleo contrattuale» né inficiato la continuità contrattuale, bensì che sono i gestori che «vogliono affermare il diritto a veder rinnovate le gestioni in essere per ben nove anni, senza assumere al riguardo alcun impegno…» [per il testo della comunicazione dell’azienda basta cliccare col mouse sul titolo seguente].
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La risposta delle tre Organizzazioni è seguita a stretto giro di posta, indirizzata al nuovo responsabile della divisione Refining & Marketing, Ing. Giuseppe RICCI, con la comunicazione del 20.09 di cui pubblichiamo i passaggi significativi:
<<….Rappresenta un dato difficilmente confutabile il fatto che i migliori risultati della rete commerciale, in modo particolare quella di proprietà aziendale, siano stati ottenuti nei periodi storici nei quali l’Azienda ha saputo trarre beneficio dal rapporto fiduciario e sinergico con i propri Gestori e da relazioni stabili e produttive con le loro Organizzazioni. L’Accordo sottoscritto a dicembre 2014, per quanto applicato in seguito in modo assai discutibile, è la manifesta riprova di tale assunto.
Non dovrebbe poter apparire casuale agli occhi di nessuno che sappia osservare, il fatto contrario, vale a dire che il peggior andamento commerciale, in modo particolare quello della rete di proprietà aziendale, è coinciso proprio con gli anni, anche recenti, in cui l’Azienda è stata trascinata inspiegabilmente verso la rottura di quel patto fiduciario che l’ha caratterizzata a lungo come un tratto distintivo essenziale capace di garantire produttività e stabilità anche a tutto il resto del mercato.
Per questa ragione, le scriventi Federazioni preferiscono evitare di entrare nuovamente nel merito e nel dettaglio della “risposta” aziendale alle evidenze che erano state prodotte: sarebbe facile, almeno quanto sterile, sottolineare ulteriormente inesattezze e contraddizioni che potrebbero confermare con ogni evidenza ciò che pretendono di negare.
Quel che importa davvero è poter verificare concretamente, magari anche grazie al Suo autorevole intervento, se la “disponibilità” generica ad “organizzare incontri” non continui a malcelare, così come avvenuto ormai da un anno a questa parte, l’intenzione di impedire qualsiasi tipo di intesa.
Non c’è, infatti, alcuna ragionevole possibilità di interpretare diversamente i mesi di silenzio assoluto in cui sono state lasciate cadere le sollecitazioni e le proposte coerenti e strutturate della categoria (ottobre 2015 e luglio 2016), intervallati da sporadici incontri caratterizzati da differenti e contraddittorie proposte.
Mesi invece caratterizzati da una serie di comportamenti aziendali francamente incomprensibili che minano nel profondo, prima di ogni altra cosa, il rapporto fiduciario con la propria “forza vendita” più esposta e rappresentativa del marchio verso il pubblico; una “forza vendita” che l’Azienda sa essere alla vigilia di un rinnovo novennale.
In questo senso, non aiuta certamente continuare a trattenere indebitamente le somme di denaro cospicue che l’Azienda avrebbe già dovuto liquidare ai Gestori per gli anni passati, secondo quanto inequivocabilmente previsto dagli Accordi vigenti.
Così come la politica adottata sui prezzi riesce a scavare solchi sempre più profondi verso i Gestori, ma anche verso gli automobilisti, una volta abituati ad attendersi dalla rete Agip/Eni la migliore qualità al miglior prezzo ed ormai abbondantemente disorientati.
Se l’aumento del listino autostradale fino a +15 cent/lt. deciso a novembre 2015 ha reso la rete a marchio ancor meno competitiva di quanto già non lo fosse, l’iniziativa tesa ad aumentare fino a 20 cent/lt il differenziale tra il self service ed il servito ha finito per determinare un evidente nocumento per i consumatori ed una conseguente discesa perentoria dei volumi di vendita – come sulla rete ordinaria – proprio di quella modalità, il servito, sulla quale l’Azienda aveva scommesso insieme alle Organizzazioni di categoria, ottenendone indietro risultati tanto eccezionali che hanno invertito decisamente la drammatica tendenza di numerosi anni precedenti.
In definitiva, la politica sui prezzi messa in atto dall’azienda, a volte in collaborazione con i concessionari, ha concorso in modo determinante a creare situazioni ormai strutturali di pesantissima criticità per numerose gestioni, le quali, esposte al rischio di default, sono state costrette a ricercare individualmente le soluzioni per fare fronte ai minori margini ed ai maggiori costi.
Infine, la sistematica trasformazione della posizione aziendale ad ogni rado “incontro organizzato”, oltretutto in un modo poco comprensibile quando non del tutto contraddittorio (difficile conciliare per un verso l’esigenza aziendale – peraltro assolutamente condivisa – di ripristinare il vincolo del prezzo massimo di vendita e per l’altro la proposta di tagliare i margini dei gestori in cambio della possibilità di aumentare proprio il prezzo massimo), è stata naturalmente letta dalla categoria come espressione di una volontà di netta chiusura, del tutto opposta rispetto a quella dichiarata.
Si possono certamente individuare responsabilità nei sindacati o negli stessi gestori; così come nella voracità dei concessionari, ai quali però si dice sempre sì, o dei “competitor aggressivi” (persino recanti il medesimo marchio) cui però si riservano condizioni di miglior favore.
A nostro avviso si tratta, egregio ingegnere, non solo di individuare le migliori e più produttive soluzioni negoziali, da tempo a portata di mano, ma forse prima di tutto di recuperare la necessaria credibilità e fiducia nei confronti di quanti, i Gestori a marchio Eni, dovrebbero essere allo stesso tempo i destinatari del frutto della negoziazione e gli esecutori delle politiche aziendali.
Con lo spirito che abbiamo ritenuto doverLe rappresentare con franchezza e senza alcuna finzione, le scriventi Federazioni accolgono l’invito aziendale ad un nuovo incontro al quale, ci auguriamo, non vorrà far mancare il Suo autorevole contributo personale.>>