DICONO DI NOI (2) – L’OPINIONE DI QUOTIDIANO ENERGIA
— 12 Marzo 2017Rete carburanti, il piano d’azione dei gestori
Contratti, illegalità e rapporti con industria/istituzioni, ma anche mobilità e Sen nel documento FAIB, FEGICA, FIGISC/ANISA. «Pronti a chiudere gli impianti»
9 marzo 2017
<<«Il settore sta vivendo una situazione che non ha precedenti nella storia del Paese». Si apre con questa riflessione il corposo documento programmatico messo a punto da FAIB, FEGICA e FIGISC/ANISA con l’intento dichiarato di «imprimere un’accelerazione al cambio di politica verso il settore» in un contesto in cui, si legge, «è vero, forse oggi i prezzi sono leggermente più bassi» ma il comparto «è stato destrutturato e condannato alla residualità».
Una strategia articolata in diversi punti che non vuole lasciare inevaso nessuno dei nodi del settore, dal dall’elevata fiscalità all’illegalità (elementi «strettamente correlati»), passando per le relazioni con le compagnie e le istituzioni per arrivare anche a mettere nel mirino «l’idea di fissare un termine ultimo per l’utilizzo dei carburanti fossili in questo Paese», con una stoccata molto poco implicita alla spinta dell’Enel per la mobilità elettrica.
Il piano d’azione dei gestori prevede tra le altre cose sul fronte politico la riapertura di «un canale di comunicazione permanente con il Parlamento» e una sollecitazione al Mise per «fissare un tavolo di confronto permanente», nell’ambito del quale le federazioni oltretutto «rivendicano il diritto a esprimere il proprio punto di vista» sulla SEN.
Lato industria, invece, la volontà di FAIB, FEGICA e FIGISC/ANISA è quella di portare le controparti «dalle singole aziende all’UP» ad «aprire una riflessione comune di ‘scenario’» e di verificare con la rappresentanza dei retisti indipendenti «l’andamento dell’applicazione degli accordi sul contratto di commissione».
Il documento contiene poi proposte in materia di moneta elettronica e sulla situazione in autostrada, segmento in cui secondo i gestori «è necessario riprendere il confronto certo con l’industria petrolifera (…) ma anche con le società concessionarie», in attesa che si rompa «il silenzio dei ministeri dello Sviluppo economico e dei Trasporti» di fronte ai quesiti interpretativi formulati dalla categoria.
Tutto ciò con un occhio di riguardo alla disciplina dei contratti, aspetto che trova ampissimo spazio nella strategia delle tre federazioni.
Chiamando a raccolta la categoria («recriminare senza fare, in questo contesto, non è di alcun aiuto»), le sigle annunciano inoltre che oltre a una serie di «iniziative di approfondimento e di dibattito sul territorio» promuoveranno «tutte le azioni di mobilitazione necessarie a raggiungere gli obiettivi» fissati, dicendosi pronte anche alla «chiusura degli impianti». Serrata «da effettuarsi con tempi e modalità da definire» a cui «verranno chiamati ad aderire tutti i soggetti interessati» perché «solo la condivisione della strategia e la partecipazione dei gestori determinerà la possibilità di proseguire credibilmente la mobilitazione».
Infine, le organizzazioni «ritengono che sia giunto il momento che le imprese di gestione ambiscano ad un ruolo ‘autonomo’ rispetto all’evoluzione del settore», che possa «integrare sinergie con le aziende nell’ambito dei rapporti tradizionali, purché nelle forme idonee a garantire la sostenibilità economica».>>