LE ACCISE [IVATE] IN ITALIA ED IN EUROPA

Gli ultimi dati della Commissione Europea [rilevazione prezzi del 06.02.2017], letti non già in base alle ponderazioni relative alle diverse quantità di carburante vendute in ciascun Paese rispetto al totale comunitario [è chiaro che i consumi di un Paese di 80 milioni di abitanti non sono quelli di un Paese di 2 milioni di abitanti!] , bensì con il banale confronto su quanto è tassato un litro di benzina o di gasolio ad Amsterdam piuttosto che ad Atene, ci dicono che la somma di accisa ed IVA sulla accisa è in Italia più elevata del 33,8 % per la benzina e del 39,1 % per il gasolio rispetto alla media aritmetica di tutti i 28 Paesi dell’Unione Europea, più elevata del 28,6 % per la benzina e del 38,1 % per il gasolio rispetto alla media aritmetica dei 19 Paesi dell’area con valuta euro.

L’imposizione di base [accisa ivata] sulla benzina è infatti in Italia pari a 0,899 euro/litro, contro una media di tutta la Comunità di 0,672 ed una media dell’area a valuta euro di 0,699; mentre l’imposizione di base sul gasolio è in Italia pari a 0,753 euro/litro, contro una media di tutta la Comunità di 0,541 ed una media dell’area a valuta euro di 0,545.

Solo l’Olanda, con 0,941 euro/litro per la benzina, ed il Regno Unito, con 0,778 euro/litro per il gasolio, ci sopravanzano.

In altre parole, l’Italia parte con un gap competitivo con l’Europa per questa fonte di energia – che alimenta la mobilità privata e quella delle imprese, la movimentazione delle merci e dei servizi – di oltre 37 punti percentuali. A ciò si aggiunga che il reddito disponibile equivalente pro-capite è in Italia inferiore di circa 2 punti percentuali alla media comunitaria [dato che sale a 11 punti nel confronto con i Paesi di area valutaria euro]. E si sommino i due numeri.

Si aggiunga, tanto per finire il discorso sui confronti, che i Paesi che sopportano un peso fiscale maggiore rispetto all’Italia [del 4,7 % in più l’Olanda, del 3,4 % il Regno Unito] hanno però anche un reddito superiore a quello italiano [del 34,4 % in più l’Olanda, del 32,2 % il Regno Unito].

Sei anni fa, il 7 febbraio 2011 [con un’Unione di 27 Paesi], la media complessiva comunitaria di accisa ed iva sull’accisa era pari a 0,634 euro/litro per la benzina, a 0,487 per il gasolio, la media degli allora 17 Paesi di area valutaria euro era pari a 0,657 euro/litro per la benzina, a 0,480 per il gasolio, e l’Italia registrava 0,677 euro/litro per la benzina e 0,508 per il gasolio.

L’aumento in sei anni – ma si è trattato di un aumento, per quanto riguarda l’Italia, realizzato sin dalla fine del 2011 e rimasto intonso – sulla benzina è stato, dunque, in tutta Eurolandia di 6,0 punti percentuali, nei Paesi comunitari di area valutaria euro di 6,4 punti percentuali ed in Italia di 32,8 punti percentuali [cinque volte tanto], sul gasolio parliamo di 11,1 punti percentuali in tutta la Comunità, di 13,5 punti nei Paesi a valuta euro e di 48,2 punti percentuali in Italia [quattro, quattro e mezzo, volte tanto].

Per completezza, sei anni fa, l’Italia superava la media comunitaria totale solamente di 6,8 punti percentuali sulla benzina e di 4,3 sul gasolio, e sui Paesi a valuta euro tale divario scendeva a 0,7 punti percentuali sulla benzina e saliva a 5,8 sul gasolio.

Aggiungiamo, sempre con un occhio a competitività e potere d’acquisto, che nel 2011 il reddito disponibile equivalente pro-capite era in Italia superiore alla media comunitaria totale di 6,6 punti percentuali ed inferiore di 6,8 punti percentuali alla media dei Paesi di area valutaria euro.

Dal 2011 in poi il reddito pro-capite è aumentato in tutta l’Unione di 7,8 punti percentuali, nei Paesi ad area valutaria euro di meno di metà, ossia di 3,1 punti percentuali mentre in Italia è diminuito di 0,8 punti.

Chi vuole confronti mentalmente le dinamiche tra le vere e determinanti grandezze significative: imposte, reddito, competitività….

Sui dati spiccioli al 6 febbraio 2017 c’è da rilevare che, se in Italia l’accisa sulla benzina è pari a 0,728 euro/litro [0,737 se si considera anche l’incidenza ponderata in base alla quota di consumi delle addizionali regionali di accisa], la media comunitaria a 28 Paesi è di 0,552, quella media dei 19 Paesi a valuta euro è di 0,578, mentre il massimo è assegnato all’Olanda con 0,778 euro/litro ed il minimo alla Bulgaria con 0,363; se in Italia l’accisa sul gasolio è di 0,617 euro/litro, la media comunitaria totale è di 0,445 mentre quella dei 19 Paesi a valuta euro è di 0,451, con un massimo di 0,648 euro/litro per il Regno Unito ed un minimo di 0,330 per la Lituania.

La grandissima diversificazione delle accise fa pendant con quella dei dati dell’imposta sul valore aggiunto: l’aliquota italiana è del 22 % contro una media comunitaria a 28 Paesi del 21,46 % ed una media per i 19 Paesi a valuta euro del 20,84 %, con un minimo del 17 % per il Lussemburgo ed un massimo del 27 % per l’Ungheria.

Poi, nonostante queste ragguardevoli differenze, le statistiche comunitarie fanno le medie ponderate sui consumi di ciascun Paese per raccontarci la storia del prezzo al consumo medio, della tassazione media ed infine del prezzo industriale medio del famoso «litro medio di carburante medio europeo medio»!

LE ACCISE IVATE AL 06.02.2017 – €/LITRO

 

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