Interrogato in aula su quali provvedimenti il Governo intenda assumere nei confronti dei rapporti commerciali e contrattuali della categoria dei…
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UNA FOTO DELLA RETE. AVVIO ALL’ANAGRAFE DELLA RISTRUTTURAZIONE— 12 Marzo 2018Un’istantanea recente della rete rileva la presenza di 20.808 punti vendita. Più che della “rete”, si può dire che è una fotografia dei “marchi” presenti sul data base dell’Osservaprezzi del MiSE alla data precisa del 27 febbraio 2018. Ed i “marchi” che vi compaiono sono a quella data pari a 168 (nei giorni successivi se ne sono aggiunto un altro paio), più un raggruppamento indistinto di no-logo che sommano in tutto 3.155 punti vendita senza specifico marchio e definiti genericamente come “pompe bianche”. L’elenco dei marchi, con collegato il relativo numero di punti vendita, si può scaricare in formato PDF cliccando col mouse sul seguente titolo: ELENCO MARCHI OSSERVAPREZZI 27.02.2018 Da un lato vi sono i punti vendita di quelli che possono essere senz’altro definiti “petroliferi”, ossia facenti capo ad aziende tradizionali italiane e non del settore (ENI, Kupit, API IP ed ex TotalErg, Esso, Tamoil, IES, Repsol, Lukoil e pochissimi impianti ancora targati Shell), per un ammontare di 15.697 impianti. Un altro raggruppamento può essere fatto risalire alla Grande Distribuzione Organizzata (Auchan, Carrefour, Conad ed Enercoop), per un numero di impianti totale di 103. Come già riferito sopra, il raggruppamento dei no-logo vale 3.155 impianti. Vi è poi un raggruppamento di ulteriori 1.853 impianti che si possono genericamente definire di “indipendenti con marchio”, in cui sono presenti da reti strutturate con decine ed a volte centinaia di punti vendita, sino alle situazioni di operatori con singolo impianto che espone però uno specifico e proprio marchio, come pure da soggetti che hanno un core business diverso, ma, in particolari situazioni, operano nella distribuzione carburanti (è il caso dell’oil di alcuni impianti autostradali esercitati da società della ristorazione). Un raggruppamento che si può distinguere in classi di ampiezza come segue: – oltre 100 pv: 1 operatore (Retitalia) e 215 pv; oltre 50 e fino a 100 pv: 9 operatori e 608 pv, con una media di 67-68 pv/operatore; oltre 25 e fino 50 pv: 7 operatori e 257 pv, con una media di 36-37 pv/operatore; oltre 10 e fino 25 pv: 24 operatori e 397 pv, con una media di 16-17 pv/operatore; oltre 5 e fino 10 pv: 24 operatori e 193 pv, con una media di 8 pv/operatore; da 2 e fino 5 pv: 44 operatori e 138 pv, con una media di 3 pv/operatore; solo 1 pv: 45 operatori e 45 pv. Complessivamente, pertanto, le petrolifere tradizionali contano, nell’Osservaprezzi del MiSE, un totale – come già riferito – di 15.697 punti vendita equivalenti al 75,44 % del totale di 20.808; ciò significa che agli operatori indipendenti (marchiati o meno) rimane una quota del 24,56 % fatta da 5.111 impianti, in cui il 15,16 % (3.115 pv) sul totale di 20.808 è costituito dai no-logo, l’8,91 % del totale (1.853 pv) è costituito dagli “indipendenti con marchio” e lo 0,50 % del totale (con 108 pv) è costituito da operatori della GDO. Ma nell’ambito delle petrolifere, cioè della rete dei pv associabili ad un marchio riconosciuto come petrolifere, la situazione è articolata in maniera complessa. A parte lo zoccolo tradizionale dei convenzionati dei maggiori marchi, con il perfezionamento delle cessioni del “modello grossista” di Esso, si può attendibilmente sostenere che in questo segmento di rete il rapporto impianti sociali (di proprietà) delle petrolifere non superi ormai il 55 %, il residuo 45 % facendo capo appunto ai convenzionati tradizionali ed ai retisti del “modello grossista”. Se questo conto è attendibile, si può dire che la rete petrolifera di proprietà stia attorno agli 8.600-8.700 pv, cioè una quota non eccedente il 41-42 % della rete totale come rappresentata nella foto tratta da Osservaprezzi del MiSE. Ma sulla precisa consistenza della rete occorre attendere il perfezionamento dell’anagrafe degli impianti prevista dalla legge concorrenza del 2017: un processo che comincia, infine, ad attivarsi. Infatti le “linee guida” sull’anagrafe degli impianti e sugli impianti incompatibili sono state portate appena la scorsa settimana da parte del MiSE all’attenzione delle Regioni e delle Associazioni del settore, un passaggio operativo che, come scriveva venerdì u.s. STAFFETTA «porta a compimento un cammino lungo e tortuoso, nel corso del quale il mercato ha cambiato volto, tra gli sfregi dell’illegalità e una metamorfosi ancora tutta da compiere». I contenuti principali della razionalizzazione della rete, del resto, erano sostanzialmente due: ridurre la rete mediante chiusura degli impianti incompatibili da un lato, favorire chiusure volontarie con una “moratoria” degli interventi di bonifica dei siti su cui vengono dismessi gli impianti, con la finalità di un “dimagrimento” presumibile in circa 5.000-7.000 unità. Dell’argomento ci si è occupati su Figisc Anisa News n. 17 del 03.08.2017 («La ristrutturazione della rete è diventata legge») e su Figisc Anisa News n. 21 del 23.10.2017 («Razionalizzazione rete: “corsa” ad ostacoli») ed il testo della norma – relativo alla parte della razionalizzazione – è consultabile e scaricabile in formato PDF cliccando col mouse sul seguente titolo: Le specifiche finalità indicate nel comma 100 della norma sono proprio quelle di istituire “una anagrafe degli impianti di distribuzione di benzina, gasolio, GPL e metano della rete stradale e autostradale” fruibile a tutti i soggetti istituzionali preposti per le reciproche informazioni, secondo quanto recita puntualmente tale norma: ”All’anagrafe possono accedere, per consultazione, le regioni, l’amministrazione competente al rilascio del titolo autorizzativo o concessorio, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Cassa conguaglio GPL”; in sostanza una piattaforma informatica. Le “linee guida” concordate tra MiSE e Regioni hanno la funzione sostanzialmente di coordinare l’interpretazione e l’operatività della norma onde evitare disparità di tipo territoriale a seconda delle giurisdizioni e l’insorgere di contenziosi. La legge sulla concorrenza, in materia di ristrutturazione della rete, infatti, è intervenuta sul quadro di riferimento generale superando la lunga fase temporale in cui le Regioni hanno legiferato “in proprio” in materia di incompatibilità, delegando peraltro le relative funzioni ai singoli Comuni del proprio territorio. Pur recependo e sintetizzando sostanzialmente quanto consolidato in materia nelle legislazioni regionali, lo Stato ha esercitato la propria competenza legislativa “esclusiva” in materia di sicurezza della circolazione stradale. Ed infatti, le disposizioni di cui ai commi 112 e 113 (rispettivamente relative agli impianti ubicati nei centri abitati e fuori dai centri abitati) sono univoche sul territorio nazionale, permanendo in facoltà delle singole Regioni individuare e normare ulteriori eventuali fattispecie di incompatibilità, sempre che non abbiano ad interferire in materia di esclusiva potestà legislativa dello Stato. Alle linee guida concordate tra MiSE e Regioni sono stati anche allegate le modulistiche tipo delle schede di iscrizione all’anagrafe e delle dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà che dovranno essere inoltrate al Ministero tramite la piattaforma informatica. L’invio telematico della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (di cui al comma 102 della norma) “attestante che l’impianto di distribuzione dei carburanti ricade ovvero non ricade, in relazione ai soli aspetti attinenti alla sicurezza della circolazione stradale, in una delle fattispecie di incompatibilità”, avviene entro il termine del 24 agosto a cura dei titolari degli impianti di carburanti. In caso di deroghe (“deroga formale, disposta antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge dall’amministrazione competente sulla base della specifica disciplina regionale”), la dichiarazione sostitutiva dovrà anche essere corredata dalla documentazione comprovante il rilascio della deroga da parte dall’ente competente antecedentemente alla data del 29 agosto 2017. L’iscrizione all’anagrafe degli impianti è obbligatoria per tutti gli impianti (sia di rete ordinaria che autostradale), ancorché ricadenti nel regime di sospensiva di attività, restandone invece esclusi gli impianti esclusivi ad uso privato, avio, per natanti. Parimenti, alla dichiarazione sostitutiva sono tenute le stesse tipologie di impianti. Quanto al soggetto obbligato, la dichiarazione dovrà essere prodotta dal titolare dell’impianto nelle fattispecie di punti vendita della rete stradale, mentre nella fattispecie di punti vendita della rete autostradale il soggetto è identificato nel Concessionario della tratta. Il testo dell’accordo con le Regioni è consultabile e scaricabile cliccando col mouse sul seguente titolo: |
LUCA SQUERI RICONFERMATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI— 12 Marzo 2018Luca SQUERI nelle elezioni politiche tenutesi domenica 4 maggio u.s. è stato riconfermato per una seconda legislatura alla Camera dei Deputati, ottenendo 61.581 voti nel Collegio Uninominale 10 (Cologno Monzese) della Circoscrizione Lombardia 1, pari al 39,77 % del totale del collegio, per la coalizione di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-UDC. Luca Squeri, milanese, classe 1961, laurea in scienze giuridiche, imprenditore nel nostro settore, dopo essere stato Consigliere comunale di San Donato Milanese dal 1994 al 1997 ed Assessore al Bilancio della Provincia di Milano dal 2009 al 2013, é stato eletto nella scorsa legislatura nella III Circoscrizione (Lombardia 1) il 6 marzo 2013, per la Lista Il Popolo della Libertà. Iscritto al gruppo parlamentare di Forza Italia – Il popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, ha ricoperto l’ufficio di Segretario e componente della IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) dal 07.05.2013 al 20.07.2015, ed é stato componente della X Commissione (Attività produttive, commercio e Turismo) dal 21.07.2015, e della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro dal 07.05.2015. Oltre agli incarichi di prestigio nella casa madre Confcommercio (tra cui la presidenza della Commissione sicurezza e legalità), nel settore della distribuzione carburanti Squeri é stato Presidente nazionale di ANISA fino al 2004, anno di subentro dell’attuale Presidente Stefano Cantarelli, per poi venire eletto Presidente nazionale di FIGISC il 30.10.2003, confermato il 03.04.2007 ed ancora il 15.06.2011 e fino alla data del 21.06.2013, data di subentro dell’attuale Presidente, Maurizio Micheli.
E sui risultati delle elezioni del 4 marzo, pubblichiamo di seguito [per g.c.] l’articolo del 7 marzo di STAFFETTA PETROLIFERA, che analizza la composizione del Parlamento uscito dalle urne sotto il profilo degli uomini politici in vario modo collegati ai temi dell’energia: «Elezioni, chi va in Parlamento (per l’energia) Confermati i 5S Girotto e Crippa; Romani e Squeri per Forza Italia; Benamati, Margiotta e Bellanova per il Pd; Muroni, Epifani e Bersani per LeU. Fuori De Vincenti Il ministero dell’Interno ha avvertito: il meccanismo di riparto dei seggi è complesso. Anche per questo a due giorni dal voto non è ancora disponibile l’elenco completo degli eletti al Parlamento. Qualche nome collegato all’energia è però già certo. Scontate le vittorie di Forza Italia al Nord all’uninominale: oltre a Paolo Romani (Senato) e Maria Stella Gelmini (Camera), in Lombardia Luca Squeri, ex presidente Figisc, è stato eletto alla Camera nel collegio di Cologno Monzese con quasi il 40% dei voti. Confermato in Sicilia nella lista plurinominale Antonino Minardo (ex commissione Attività Produttive). Per il Pd, eletto per la Camera il responsabile energia, Gianluca Benamati, nel collegio uninominale di Bologna-Casalecchio. Non ce l’ha fatta invece il ministro per la Coesione Territeriale, Claudio De Vincenti, candidato a Sassuolo e arrivato terzo dopo i candidati di Movimento 5 Stelle e centrodestra. Ci sono poi i “ripescati”, i candidati cioè che hanno perso lo scontro diretto uninominale ma si ritrovano eletti grazie all’inserimento nei listini proporzionali (nell’elenco pubblicato sul sito del Viminale sono caratterizzati da una spunta blu). È il caso della vice ministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, arrivata solo terza all’uninominale per il Senato (quarto dopo di lei Massimo D’Alema) nel collegio della sua Nardò in Puglia, ma salvata dal listino plurinominale in Emilia Romagna. L’europarlamentare Gianni Pittella non ha strappato il suo collegio uninominale in Basilicata (arrivando terzo) ma andrà comunque in Senato grazie alla prima posizione in un listino della Campania. La Basilicata porta in Senato Salvatore Margiotta (ex commissione Trasporti), primo in uno dei listini. Tra i nomi di coalizione eletto per la Camera nel collegio uninominale Roma Gianicolense Riccardo Magi (+Europa). Per Liberi e Uguali neanche un collegio uninominale: al proporzionale passano invece nel collegio Puglia 02 (quello dell’approdo del Tap) Rossella Muroni (Camera), mentre in Sicilia Guglielmo Epifani (Camera) e in Emilia Romagna l’ex ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani (Camera). Per il Movimento 5 Stelle, l’uninominale ha premiato al collegio Roma Torre Angela Lorenzo Fioramonti, il docente che Luigi Di Maio vorrebbe come ministro dello Sviluppo economico. Dalla scorsa legislatura confermati alla Camera Davide Crippa, che non è riuscito ad essere eletto nel collegio uninominale di Novara (arrivato secondo con molto distacco rispetto al candidato della Lega Nord) ma che ce l’ha fatta al plurinominale. Confermato in Senato Gianni Girotto, eletto in Veneto nonostante la seconda posizione nel listino proporzionale.» |
FAIB FEGICA E FIGISC SCRIVONO AD API IP. INCONTRO IL 15 MARZO— 12 Marzo 2018A fine febbraio le Organizzazioni di categoria, FAIB, FEGICA e FIGISC, a firma dei rispettivi Presidenti Nazionali, hanno inviato ad API IP la comunicazione che di seguito viene integralmente pubblicata. A seguito della stessa, l’Azienda ha organizzato un incontro che si terrà nella data del 15 marzo p.v., giovedì. Prot. n. 5699.1/2018 Raccomandata R.R. anticipata via mail Gentilissimi Dott. Daniele Bandiera Amministratore Delegato Api ip Dr. Stefano Sterpone Direttore Rete Api ip Dr. Simone Alfonsi Pricing & Sales Management Api IP Dr. Massimo Pagani Responsabile Funzione Supporto Rete e Performance Api ip Via Salaria 1322 00138 Roma Oggetto : Mancata risposta alle nostre note Prot N 10/2018 del 23/1/2018 e Raccomandata AR dell’8/12/2017 Gentili signori, pur comprendendo la delicata fase della fusione a seguito dell’acquisizione della rete a marchio Total-Erg, facciamo notare che siamo ancora in attesa di un Vostro riscontro alla richiesta di incontro avanzata con le nostre note del 23/1/2018 e dell’8/12/2017. Come già avevamo anticipato riteniamo indispensabile un confronto per condividere, in uno spirito di collaborazione costruttiva, i diversi passaggi dell’integrazione dei due gruppi che daranno vita ad una delle più importanti compagnie petrolifere a livello nazionale. Diverse sono ad oggi le problematiche che vi abbiamo segnalato, a partire dalla sottolineatura che ad oggi esistono due accordi economici e normativi distinti che disciplinano i rapporti delle due aziende ed i rispettivi gestori a marchio. Le fusioni o le incorporazioni di due aziende petrolifere, come ci ha consentito di verificare negli anni passati la storia di questo settore, se non opportunamente gestiti e coordinati, possono produrre significativi profili di criticità e di crescente disaffezione, sia da parte del consumatore finale che da parte di coloro incaricati di rappresentare sul territorio le Aziende coinvolte – i gestori degli impianti di distribuzione carburanti appunto – verso i Marchi interessati. Ciò detto, esprimiamo le forti preoccupazioni dei gestori coinvolti e notifichiamo di non essere disponibili ad accettare penalizzazioni di sorta per i nostri rappresentati né a sopportare condizioni discriminatorie che potrebbero realizzarsi nella fase di fusione. Altrettanto urgente è per le scriventi Federazioni un confronto finalizzato ad individuare quale politica intende intraprendere il nuovo importante gruppo sulle politiche di pricing, nel rapporto con i gestori e come pensa di porsi sul mercato a fronte dei nuovi scenari che si stanno delineando, sia sulla rete ordinaria che autostradale. Ribadendo, dunque, la piena volontà delle scriventi alla convinta necessità di avviare un positivo confronto per individuare soluzioni condivise intanto sugli aspetti segnalati, per trasmettere fiducia nei rapporti con i gestori, dobbiamo però registrare – a giudicare dalla mancanza di risposte alle nostre sollecitazioni – un prolungato silenzio che sarebbe grave se correlato alla mancanza di volontà ad affrontare i temi, concreti ed imminenti, sopra segnalati. Dobbiamo anche, purtroppo, prendere atto che al contrario invece con sempre più frequenza ci vengono segnalati comportamenti aziendali che ledono le intese sottoscritte, creando un clima di forte tensione tra i gestori a marchio. Ci riferiamo sia al rispetto dei tempi per i rimborsi dovuti ai gestori sulle partite contabili, che ai cali regolarmente segnalati come da procedura, ma che vengono mediamente proposti a rimborso decurtati fino all’80%, con espressa richiesta di rinuncia a qualsiasi altro conguaglio, che ai ritardi sulle conciliazioni mensili che risultano nella stragrande maggioranza di difficile comprensione, creando una confusione amministrativa che mette le nostre imprese nelle condizioni di non comprendere i risultati economici delle attività svolte né di svolgere la necessaria programmazione aziendale. Alla luce di quanto evidenziato, in attesa di una vostra imminente disponibilità al più volte sollecitato incontro, vi diffidiamo fin da subito a bonificare in modo corretto alle gestioni tutti i crediti pregressi nel rispetto degli accordi, riservandoci in via alternativa ogni altro strumento per la tutela degli interessi dei nostri rappresentati, sia in termini politico-sindacale (proclamazione dello stato di agitazione, calendarizzare azioni di protesta delle gestioni a marchio e sciopero di colore degli impianti a marchio Ip) che legale. In attesa di un Vostro riscontro e di una convocazione urgente, indispensabile per meglio chiarire le posizioni, si inviano cordiali saluti. FAIB, Martino LANDI FEGICA, Roberto DI VINCENZO FIGISC, Maurizio MICHELI |
GESTORI AUTOSTRADALI IP E TOTALERG IN ASSEMBLEA IL 14 MARZO— 12 Marzo 2018A tutti i Gestori autostradali IP / TotalErg Loro sedi Oggetto: Convocazione Assemblea Unitaria Cari colleghi, come noto da gennaio 2018 i marchi API/Ip e TotalErg attraverso la fusione delle due aziende, ha dato origine alla Italiana Petroli. In relazione alle gravi problematiche manifestate da numerosi Gestori e fatte pervenire alle scriventi, si convoca l’assemblea dei gestori che si terrà il giorno 14 marzo mercoledì, alle ore 10:30, presso il ristorante “Nonno Rossi” via dell’aeroporto – Bologna con il seguente o.d.g.:
Solo attraverso la partecipazione potrai decidere del tuo futuro, per questa ragione è importante essere presente. ANISA FAIB AUTOSTRADE FEGICA |
DELTA SELF/SERVITO: UNA SIGNIFICATIVA “INTERPRETAZIONE” AZIENDALE— 12 Marzo 2018Il fatto specifico è accaduto qualche mese fa, ma ciò non toglie attualità alla nota questione della “forbice” tra le modalità di rifornimento nella rete di marchio, sulla quale le Organizzazioni di categoria dei gestori hanno anche tempo fa (in data 22.01.2018) sollecitato le Compagnie ad intervenire (si veda anche a tal proposito Figisc Anisa News n. 01/2018 del 31.01.2018: “Sul delta servito self Gestori scrivono a Compagnie”). Sulla pagina Facebook di una nota e primaria Compagnia (che non vogliamo neanche indicare in maniera esplicita, lasciandolo indovinare a chi legge stante la facilità di interpretare il contesto), appare la seguente segnalazione di una consumatrice a dir poco “infastidita”: «Buongiorno, ho fatto il pieno diesel presso vs area di ******* (omettiamo la località). Come è possibile che il diesel self costi 1,437 €/l e quello servito 1,855 €/l ???? Praticamente con il mio pieno da 48 litri ho pagato il servizio dell’omino 20 € !!!!!! È una VERGOGNA.» Si parla quindi di un delta prezzo pari a 0,418 euro/litro, che la consumatrice in questione pensa vadano a finire nelle tasche del benzinaio (il così detto “omino”). Si deve anche aggiungere che in quella data il prezzo praticato medio nazionale del gasolio per la Compagnia in questione risultava pari a 1,417 euro/litro in modalità self ed a 1,631 in modalità servito, con una differenza di 0,214 euro/litro, ossia la metà esatta di quella di 0,418 che suscitava la reazione della consumatrice. Situazione già riscontrata più volte [senza attendere la lettera di FAIB, FEGICA e FIGISC del 22.01.2018, dove si scrive testualmente che il “……delta che viene imposto tra i prezzi delle modalità servito e self service, che ormai diffusamente ha raggiunto (e in alcuni casi superato) i 40 centesimi al litro!”, si veda Figisc Anisa News n. 31 del 15.12.2016: “Servizio…..extra lusso”, dove si segnalava più di un anno prima un delta prezzo, e sempre per la medesima Compagnia, ancora “solo” di 0,360 euro/litro sul gasolio], per cui, nulla di nuovo sotto il sole…. Ma come risponde l’Azienda in questione all’osservazione della consumatrice? «Salve **** (omettiamo il nome della consumatrice), in materia di distribuzione carburanti esiste una normativa specifica che impone alle compagnie petrolifere di indicare al gestore rivenditore comodatario esclusivamente un prezzo consigliato per la rivendita al pubblico dei carburanti acquistati dal predetto gestore in esclusiva dalla compagnia stessa. Il gestore, poi, nell’ambito della propria autonomia imprenditoriale, decide liberamente il prezzo finale dei prodotti da praticare al pubblico presso l’impianto, potendosi discostare dal prezzo consigliato dalla compagnia di riferimento, decidendo di fare prezzi più alti o prezzi più bassi. In ogni caso il prezzo praticato al cliente finale è stabilito dal gestore del singolo impianto. Confidiamo di aver contribuito a fare un po’ di chiarezza in una tematica non sempre nota ma di crescente interesse. Un saluto». Naturalmente questa spiegazione mistificata serve ad inviperire ancora più la consumatrice, che non si capacita di come una primaria Compagnia Petrolifera tolleri il comportamento “vergognoso” del rapace “omino” sull’impianto: «Allora per voi è una cosa accettabile e non fate nulla?? Alla fine il marchio dell’area servizio è il vs…il danno di immagine lo avete voi come *** (si omette la denominazione della Compagnia) non il gestore di ******* (omettiamo la località). Comunque non mi vedrete più nelle vs aree di servizio nemmeno dipinta sul muro». In sintesi, alla ovvia rimostranza della consumatrice che non si capacita come il servito valga un prezzo che è superiore del 29 % al self, la Compagnia risponde che 1) il colpevole è sempre il gestore, 2) la Compagnia è vittima, 3) la Compagnia non è neppure colpevole di negligenza in vigilando, perché 4) è la normativa specifica della distribuzione carburante che impone questa situazione. Non riteniamo di dover aggiungere alcun commento. Meglio citare gli specifici passaggi che regolano la questione dei prezzi tra questa specifica Compagnia ed i suoi gestori, nell’ambito degli ultimi accordi economico-normativi: «prezzo consigliato o raccomandato: prezzo a cui la Compagnia suggerisce al Gestore di rivendere al pubblico i carburanti. Ferma restando la libertà del Gestore di determinazione dei prezzi effettivamente praticati coerentemente al Regolamento CE n. 330/2010 – *** (si omette da qui ed in seguito ancora una volta la denominazione della Compagnia) consiglia ai Gestori rivenditori presso gli impianti della propria rete stradale ordinaria i prezzi di rivendita al pubblico dei carburanti; prezzo massimo: in applicazione del Regolamento CE n. 330/2010 ***, in qualità di fornitore del prodotto, ha la facoltà di imporre un prezzo massimo di rivendita; per prezzo massimo, si intende il prezzo che il Gestore si impegna a non superare per la rivendita dei carburanti al pubblico;….. *** fissa prezzi massimi di vendita dei carburanti al pubblico in funzione dei differenziali rispetto ai prezzi consigliati/raccomandati di seguito evidenziati per modalità di vendita:
A fronte del superamento del prezzo massimo, una volta espletata la procedura di contestazione già esistente e ferma la facoltà di risolvere i rapporti contrattuali in essere con il Gestore, *** avrà altresì la facoltà, in aggiunta alla facoltà di risoluzione contrattuale già prevista…., di addebitare al Gestore una penalità pari all’importo derivante dal maggior prezzo praticato (c.d. “over price”) moltiplicato per i litri effettivamente venduti nel periodo oggetto delle contestazioni inviate da *** al Gestore…». Questa sarebbe la risposta corretta dovuta dalla Compagnia ai suoi consumatori. E se la trafila sopra spiegata chiarisce la natura dei rapporti tra Compagnia e gestore sul prezzo e le responsabilità reali rispetto al consumatore in materia di fissazione del medesimo, la consumatrice di Facebook dovrebbe essere finalmente edotta che il famoso “omino” (che è una persona prima di tutto) non ha la facoltà di aumentare di ben 42 volte quella che è l’unica autonomia residuale di incidere sul prezzo del servito, che, se non si è ancora capito, vale, al più, e se non c’è concorrenza nella immediate vicinanze, un solo piccolo centesimo. Ma è quello che ci mette la faccia davanti al consumatore, cui è assai difficile spiegare ciò che è pressochè inspiegabile se non ricorrendo ad una macroscopica mistificazione, per giunta gabellata come “chiarezza”. |
ANDAMENTO DEI PREZZI NEL MESE DI FEBBRAIO— 12 Marzo 2018La media di febbraio dei prezzi nazionali Italia dei principali prodotti – rilevati su base settimanale e sulla modalità di servizio self dal MiSE – evidenzia solo un moderato scostamento in diminuzione sulla media di gennaio: il prezzo della benzina è rilevato a euro/litro 1,558 (contro 1,569 a gennaio, con una variazione di -0,011 euro/litro e del -0,66 %), quello del gasolio è determinato in euro/litro 1,431 (contro 1,443 a gennaio, con una variazione di -0,012 euro/litro e del -0,85 %) e, infine, per il gpl il prezzo è rilevato in euro/litro 0,660 (contro 0,677 a gennaio, con una variazione di -0,017 euro/litro e del -2,43 %). Sul fronte dei fondamentali di mercato, che incidono sul prezzo al consumo, la media mensile della quotazione del greggio Brent a febbraio è stata di dollari/barile 65,36 (contro 69,00 a gennaio, con un decremento di -3,64 dollari/barile e del -5,28 %), che, convertita in valuta comunitaria – il tasso di cambio da 1,2198 dollari per euro in media di gennaio si è apprezzato a 1,2358 a febbraio, con una variazione del +1,31 % -, vale 52,89 euro/barile (contro 56,57 a gennaio, con un decremento di -3,69 euro/barile e del -6,52 %). Le quotazioni dei prodotti finiti CIF Mediterraneo registrano per la benzina una media a febbraio di 0,381 euro/litro – 624,00 dollari/tonnellata – [contro 0,404 a gennaio (653,56 dollari/tonnellata), con un decremento di -0,023 euro/litro e del -5,76 %], per il gasolio una media a febbraio di 0,402 euro/litro – 587,58 dollari/tonnellata – [contro 0,428 a gennaio (617,35 dollari/tonnellata), con un decremento di -0,026 euro/litro e del -6,06 %]. Per il gpl i prezzi mensili medi di contratto Algeria per febbraio, registrano per il propano 211,42 euro/klt [(475 dollari/tonnellata) contro 248,02 di gennaio (550 dollari/tonnellata), con un calo pari a -36,59 euro/klt e del -14,75 %] e per il butano 215,87 euro/klt [(485 dollari/tonnellata) contro 239,00 di gennaio (550 dollari/tonnellata), con un calo pari a -23,12 euro/klt e del -9,68 %]. Quasi fermo il prezzo medio praticato del metano, che a febbraio risulta pari a 0.962 euro/kg, contro 0,963 della media di gennaio. Sul piano dei prezzi praticati – quali rilevati non dal campione usato per il prezzo Italia del MiSE, ma dalle comunicazioni giornaliere all’Osservaprezzi del MiSE -, i dati significativi nazionali medi di febbraio (confrontati con i corrispondenti di gennaio) risultano i seguenti:
Sul circuito extrarete i prezzi medi di febbraio (anche in questo caso confrontati con quelli corrispondenti di gennaio) risultano i seguenti:
Per saperne di più su questo argomento, si veda anche la newsletter mensile sull’andamento dei prezzi in rete ed extrarete per il mese di febbraio 2018 e sul progressivo gennaio-febbraio, disponibile sul sito nazionale di FIGISC e consultabile e scaricabile in formato PDF cliccando col mouse sul seguente titolo: NEWSLETTER_PREZZI_036NP_2018_FEBBRAIO_E_PROGRESSIVO_2018 La differenza tra i prezzi nazionali praticati della rete delle petrolifere contro quelli dei no-logo risulta mediamente a febbraio così determinata:
La differenza tra i prezzi nazionali praticati nella modalità servito contro quelli praticati nella modalità self risulta mediamente a febbraio così rilevata:
Per saperne di più su questo argomento, si veda anche la newsletter mensile di monitoraggio sull’andamento del delta tra prezzi in self ed in servito per il mese di febbraio 2018, disponibile sul sito nazionale di FIGISC e consultabile e scaricabile in formato PDF cliccando col mouse sul seguente titolo: NEWSLETTER_DELTA_PREZZI_SERVITO_SELF_031NP_2018_17.02.2015_28.02.2018 Le medie dei margini industriali lordi [=prezzo praticato –(imposte+quotazione prodotti finiti)] a febbraio risultano le seguenti:
Nel contesto dei prezzi dell’Unione Europea, a febbraio l’Italia si colloca mediamente al secondo posto per il prezzo più alto, sia per la benzina [1,561 euro/litro contro una media aritmetica dei 28 Paesi della UE di 1,320 (a gennaio, sempre al secondo posto con 1,565 euro/litro contro una media comunitaria di 1,327)] che per il gasolio [1,434 euro/litro contro una media aritmetica dei 28 Paesi della UE di 1,229 (a gennaio, sempre al secondo posto con 1,440 euro/litro contro una media comunitaria di 1,242)]. A febbraio il prezzo al consumo della benzina è stato in Italia più elevato di +0,241 euro/litro della media comunitaria (a gennaio di +0,239), le imposte sono state più elevate di +0,222 euro/ litro della media comunitaria (anche a gennaio di +0,222), il prezzo industriale è stato più elevato di +0,019 euro/litro della media comunitaria (a gennaio di +0,017); il prezzo al consumo del gasolio è stato in Italia più elevato di +0,204 euro/litro della media comunitaria (a gennaio di +0,198), le imposte sono state più elevate di +0,207 euro/ litro della media comunitaria (anche a gennaio di +0,207), il prezzo industriale è stato meno elevato di -0,003 euro/litro della media comunitaria (a gennaio di -0,009). Per saperne di più su questo argomento, si veda anche la newsletter mensile sull’andamento dei prezzi nell’Unione Europea per il mese di febbraio 2018, disponibile sul sito nazionale di FIGISC e consultabile e scaricabile in formato PDF cliccando col mouse sul seguente titolo: Newsletter_Prezzi_032NP_2018_FEBBRAIO_2018_prezzi_EU A febbraio, nelle quattro rilevazioni settimanali del MiSE e della Commissione Europea l’Italia si è collocata per una volta al primo posto per il prezzo più elevato della benzina, per due volte al secondo posto e per una volta al terzo (nel mese di gennaio sempre al secondo posto in tutte le cinque rilevazioni settimanali), si è collocata per due volte al primo posto per il prezzo più elevato del gasolio e per due volte al secondo posto (nel mese di gennaio sempre al secondo posto in tutte le cinque rilevazioni settimanali). |