ESSO: INTERROGAZIONI, «RISPOSTE» & ALTRO

Sugli «spezzatini» del Branded Wholesaler [in italico: modello «grossista con marchio»] di ESSO,

ancora in data 6 ottobre 2016, gli onorevoli deputati Francesco RIBAUDO e Magda CULOTTA, del PD, interponevano alla Camera la seguente interrogazione parlamentare:

<<Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. —

Per sapere

– premesso che:

il piano lanciato nel 2010 dalla multinazionale statunitense Exxon Mobil Corporation, una delle principali compagnie petrolifere di importanza mondiale, che opera sul mercato europeo col marchio Esso, prevede la vendita di pacchetti di impianti e il mantenimento del convenzionamento per cinque anni più cinque; le operazioni di cessione, tramite il cosiddetto «modello grossista», degli impianti di distribuzione dei carburanti di sua proprietà sono già state avviate; in particolare, per quanto riguarda l’Italia, già dall’anno scorso sono stati veduti più pacchetti di impianti a Reteitalia o a società facente parte dello stesso consorzio, come nel caso della Som: 55 impianti in Friuli Venezia Giulia, 66 nelle Marche e in Abruzzo, 47 in Trentino e 66 in Veneto; la cessione dei punti vendita è stata portata avanti senza alcun coinvolgimento degli attuali gestori e senza la condivisione di un accordo quadro che recepisca chiare clausole di salvaguardia dell’occupazione attraverso l’utilizzo di strumenti da concordare tra le parti, per impedire, altresì, la concentrazione delle reti nelle mani di un solo gestore; in Sicilia sembra si stia operando alla stessa stregua, non tenendo corto dell’autonomia speciale e del sistema autorizzativo della concessione dell’esercizio di distribuzione alla pompa, che è in capo al singolo gestore e non alla società Esso –:

se il Governo sia a conoscenza delle strategie di mercato adottate dalla compagnia Esso;

quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere anche sul piano normativo, per evitare che dal «modello grossista» di trasferimento delle reti si possa generare un regime di oligopolio se non di monopolio che può mettere a serio rischio la sana concorrenza>>. [Atto Camera dei Deputati n. 5-09707 – 06.10.2016]

Mentre evidentemente serviva tempo per organizzare una risposta, ANTITRUST, in data 11 gennaio 2017, deliberava «di non avviare l’istruttoria di cui all’articolo 16, comma 4, della legge n. 287/90» sulla cessione da parte di Esso Italiana SRL a Petrolifera Adriatica SPA, di «ramo d’azienda costituito da numero 135 impianti di distribuzione carburanti e commercializzazione lubrificanti, situati in Toscana e segnatamente nelle province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Prato, Pistoia e Siena», in quanto  «la concentrazione in esame non appare idonea a determinare la costituzione di una posizione dominante nei mercati rilevanti della distribuzione su rete stradale ordinaria di carburanti per uso autotrazione e della commercializzazione in rete di lubrificanti o a modificarne in misura significativa le condizioni di concorrenza».

Per vedere la decisione di Antitrust, provvedimento n. 26332, pubblicato sul Bollettino N. 3 del 30 gennaio, cliccare col mouse sul seguente titolo:

Bollettino Antitrust 3_2017

Finalmente, dal 6 ottobre 2016, in data 31 gennaio 2017, il Viceministro dello sviluppo economico, Teresa BELLANOVA, del PD come gli stessi interroganti onorevoli Ribaudo e Culotta, risponde testualmente sul caso ESSO:

<<Con tale interrogazione viene segnalato che dal 2010 la multinazionale statunitense Exxon Mobil Corporation (una delle principali compagnie petrolifere di importanza mondiale), che opera sul mercato europeo con il marchio Esso, ha lanciato un piano per la vendita di pacchetti d’impianti di distribuzione carburante mediante un nuovo modello organizzativo denominato «modello grossista». Con tale modello, si prevede la cessione di rami d’azienda composti da gruppi di stazioni di servizio e la stipula di specifici accordi commerciali per la fornitura di carburanti a marchio Esso.

Lo stesso è stato già adottato dalla Esso Italiana in alcune aree ed è in corso di sviluppo in altri mercati sul territorio nazionale per continuare a competere sul mercato nel lungo periodo. È stato scelto anche da altre affiliate del gruppo Exxon Mobil in Europa. Infatti in Belgio, Olanda, Lussemburgo, Regno Unito e Francia le reti di distribuzione carburanti delle Società del gruppo Exxon Mobil sono già integralmente passate al modello «grossista con marchio».

In Italia, tali cessioni sono state negli anni oggetto del vaglio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, organismo deputato a verificare l’operazione. In tutti i casi l’AGCM ha deliberato il «non luogo a procedere», non rilevando che tali operazioni possano determinare la costituzione di una posizione dominante nei mercati di distribuzione di carburante o comunque tale da eliminare o ridurre in misura significativa le condizioni di concorrenza.

Il Ministero dello sviluppo economico è a conoscenza di tali vicende e, in relazione al coinvolgimento degli attuali gestori, la Esso ha comunicato che, con la firma dell’accordo di cessione tra le parti, la notizia diviene pubblica e quindi inevitabilmente nota anche ai gestori stessi. Quest’ultimi sono sempre informati circa l’operazione man mano che la fase di transizione procede.

La Esso ha aggiunto, inoltre, che ove previsto dal contratto, i gestori, come «contraenti trasferiti», ricevono una lettera non appena formalizzato l’atto preliminare, quattro/sei mesi prima del passaggio effettivo. Un’ulteriore comunicazione viene poi inviata a tutti i gestori al momento del passaggio di proprietà con la stipula dell’atto ricognitivo notarile. Secondo quanto previsto dalle norme vigenti, il processo non prevede il consenso dei gestori e si conclude, quindi, a prescindere dalla loro condivisione o meno. Tuttavia, ai sensi delle medesime norme, il singolo gestore può dare «disdetta» del suo comodato/fornitura se ritiene di averne motivo.

Non sembra pertanto, che il trasferimento di ramo d’azienda, di per sé, possa generare alcun cambiamento delle condizioni previste dai contratti trasferiti, che passano all’acquirente senza modifiche o pregiudizi di sorta, né possa essere conseguenza diretta di un problema occupazionale. In linea di principio, infine, in un’economia di libero mercato, non si ravvisano i presupposti per un intervento normativo sull’operazione segnalata che comporta il passaggio degli impianti da un unico operatore a più soggetti, con conseguenze che potrebbero risultare addirittura migliorative o, almeno, ininfluenti per il mercato di riferimento, ferme restando ovviamente le prerogative dell’Autorità di regolazione del mercato.>>

In questo stesso numero di Figisc Anisa News si può leggere più sopra il comunicato unitario diffuso dalle Organizzazioni dei gestori che esprime «stupefazione e sconcerto» a seguito delle dichiarazioni della Viceministro, ma per completezza di informazione sulla vicenda si registra anche un commento «a freddo» [ed antecedente il comunicato di FAIB, FEGICA e FIGISC] di STAFFETTA QUOTIDIANA, che così letteralmente [per g.c.] si esprime:

<<La risposta del vice ministro del Mise, Teresa Bellanova, all’interrogazione presentata il 6 ottobre scorso dall’on. Franco Ribaudo del PD, ex sindaco di Marineo in Sicilia, sulle strategie di mercato della ESSO o, più semplicemente, sui riflessi sui gestori carburanti della cessione di pacchetti di punti vendita in base al cosiddetto “modello grossista” merita alcune considerazioni.

Innanzitutto sulla tempistica, perché per una risposta che contiene solo cose ovvie metterci addirittura quattro mesi è senz’altro troppo. Una questione che non meritava per di più tutte le parole spese per arrivare a dire che queste transazioni non prevedono il consenso dei gestori e si concludono quindi a prescindere dalla loro condivisione o meno.

Ancor più sorprendente il fatto che la questione sia stata sollevata per il passaggio di poche centinaia di impianti quando negli ultimi cinquant’anni in Italia sono stati trasferiti da una compagnia all’altra migliaia di impianti senza che nessuno si sia mai preoccupato della sorte dei gestori. Ultima operazione in corso quella della cessione della rete TOTALERG che comprende ben 2.600 impianti. Anche perché il gestore non è un dipendente, ma è legato alla società coinvolta solo da un rapporto di comodato gratuito.

E per di più nel caso dei pacchetti Esso ha la garanzia che alla cessione è legato anche un accordo commerciale che impegna a continuare a rifornirsi dalla ben nota multinazionale del petrolio. Con tutte le garanzie del caso e senza alcun salto nel buio. Come invece potrebbe capitare nel caso gli impianti fossero ceduti ad acquirenti di dubbia identità e/o senza specifica competenza in materia.

Se la Bellanova ha tempo da perdere, lo potrebbe dedicare ad una bella ed esauriente informativa al Parlamento su quello che sta accadendo in questo momento sul mercato dei carburanti dove i gestori rischiano di essere indagati per ricettazione senza sapere niente di chi fornisce loro la merce: altro che “modello grossista”. Un insieme mostruoso di illegalità di cui i grandi mezzi di comunicazione non si occupano e su cui non risulta pendente in Parlamento alcuna interrogazione. Ma che non giustifica il silenzio da cui è circondato.>>

Nota informativa
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