VERSO BLOCCO AUMENTI IVA. IMPOSTE CARBURANTI: +22 CENT/LITRO SU U.E.

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Come ogni anno, imperversa in politica il Documento annuale di Economia e Finanza [DEF] per la predisposizione dei bilanci pluriennali ed annuali dello Stato – con annesse manovre sulle entrate e sulle spese e provvedimenti di natura fiscale -, che poi costituirà la legge finanziaria o, come si dice ora, di «stabilità».

Qualche giorno fa, il relatore del documento in commissione Finanze alla Camera [l’esponente del PD, On.le GINATO] ha osservato che «nella nota di aggiornamento del Def il Governo conferma l’impegno a disattivare nel 2017 l’innalzamento delle aliquote dell’imposta previsto dalle precedenti leggi di stabilità, stimando che dalla disattivazione derivino ulteriori riduzioni della pressione fiscale. Già la legge di Stabilità 2016 aveva rinviato al 2017 gli aumenti disposti dalla legge di Stabilità 2015: incremento progressivo delle aliquote Iva ordinaria e ridotta (dal 22 al 24% nel 2017 e al 25% nel 2018 e dal 10 al 13% nel 2017). La clausola prevede inoltre un innalzamento delle accise su benzina e gasolio dal 2018. Il Governo riferisce l’impegno a disattivare l’innalzamento delle aliquote Iva nel 2017, non esplicitando se l’intervento riguarderà anche gli innalzamenti Iva previsti per il 2018, mentre non vengono menzionati i previsti aumenti di accise, anch’essi decorrenti dal 2018».

Quanto valgono questi provvedimenti [le famose «clausole di salvaguardia», per cui si dichiara, prima, di voler ridurre la spesa pubblica o recuperare l’evasione fiscale per ottenere determinati risultati di bilancio derivanti da vincoli europei e se, poi, non ci si riesce bisogna comunque quadrare i conti con maggiori imposte]? Nel 2017, 15,133 miliardi di euro, procacciabili con un primo incremento delle aliquote Iva; nel 2018, 19,921 miliardi di euro, procacciabili per 19,571 miliardi con un secondo incremento delle aliquote Iva, e per 350 milioni [ma non è chiaro se siano anche 540 o persino 728, c’è parecchia confusione tra taglia, rimanda e cuci] con un aumento delle accise sui carburanti. Sembra che si propenda per evitare l’aumento dell’IVA e per le accise nulla è ancora definito.

Intanto, il carico fiscale eccedente la media dell’Unione Europea è stato mediamente nel mese di settembre pari a 22,0 cent/litro, media pesata sui consumi tra i 22,9 cent/litro sulla benzina ed i 21,5 sul gasolio.

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Il calcolo è effettuato nel consueto MONITORAGGIO «STACCO ITALIA – U.E.», condotto secondo le seguenti metodologie: a) il calcolo dello «stacco» avviene per differenza tra dato Italia del prezzo al consumo, delle imposte e del prezzo industriale, e quello della media aritmetica [e non già ponderale in base ai volumi dei consumi dei diversi Stati – come sono invece calcolate le medie comunitarie -] degli stessi elementi per ciascuno degli altri 27 Paesi membri dell’Unione; b) per il prodotto benzina il calcolo dello «stacco» tiene conto dell’imposta comprendendovi, oltre all’accisa nazionale, l’incidenza ponderata delle addizionali regionali [in base alla quota di vendite in ciascuna regione sul totale nazionale] per correttamente tarare le componenti delle imposte stesse e del prezzo industriale.

Dalla fine del 2011 ad oggi [ossia da dopo i pesanti aumenti delle accise decisi dal Governo Monti in aggiunta a quelli già maturati progressivamente da inizio 2011 ed all’aumento dell’IVA dal 20 al 21 % del 17.09.2011] vi è stata una certa stabilità delle accise, ma un ulteriore aumento dell’IVA a far data dal 01.10.2013.

I dati significativi delle tre componenti di osservazione tra l’Italia e la media comunitaria [ossia il prezzo al consumo, le imposte ed il prezzo industriale] sono i seguenti:

1) nel periodo dicembre 2011 – settembre 2016 per la benzina la media dello «stacco» con l’Unione Europea è computato in +0,247 euro/litro per il prezzo al consumo, per +0,238 euro/litro per le imposte [96,39 % dello «stacco» totale] e per +0,009 euro/litro per il prezzo industriale [3,61 % dello «stacco» totale]; per il gasolio la media dello «stacco» con l’Unione Europea è computato in +0,235 euro/litro per il prezzo al consumo, per +0,231 euro/litro per le imposte [98,46 % dello «stacco» totale] e per +0,004 euro/litro per il prezzo industriale [1,54 % dello «stacco» totale];

2) dal gennaio 2011 all’ottobre 2016 lo «stacco» con l’Unione Europea per le grandezze relative alla benzina passa da +0,096 a +0,227 euro/litro [incremento di +0,131 euro/litro e del +136,46 %] per il prezzo al consumo, da +0,050 a +0,229 euro/litro [incremento di +0,179 euro/litro e del +358,00 %] per le imposte, nonché da +0,046 a -0,002 euro/litro [decremento di -0,048 euro/litro] per il prezzo industriale;

3) per le grandezze relative al gasolio, dal gennaio 2011 all’ottobre 2016 lo «stacco» con l’Unione Europea passa da +0,066 a +0,193 euro/litro [incremento di +0,127 euro/litro e del +192,42 %] per il prezzo al consumo, da +0,030 a +0,215 euro/litro [incremento di +0,185 euro/litro e del +616,67 %] per le imposte, e da +0,036 a -0,022 euro/litro [decremento di -0,058 euro/litro] per il prezzo industriale;

4) la media di ottobre 2016 registra uno «stacco» con l’Unione Europea per il prodotto benzina così determinato: +0,227 euro/litro prezzo al consumo, +0,229 euro/litro imposte e -0,002 euro/litro prezzo industriale; la media di ottobre 2016 registra uno «stacco» con l’Unione Europea per il prodotto gasolio così determinato: +0,193 euro/litro prezzo al consumo, +0,215 euro/litro imposte e -0,022 euro/litro prezzo industriale.

Chi fosse interessato ad approfondire può consultare o scaricare l’aggiornamento al mese di settembre 2016 cliccando col mouse sul seguente titolo:

newsletter_prezzi_137np_2016_monitoraggio_stacco_italia_ue_settembre_2016

E per un’idea approssimativa di quale sia stata negli ultimi cinque anni interi [2011-2015] e nei sei mesi del 2016 di cui sono noti i dati ufficiali MISE delle vendite, l’incidenza sulla media nazionale delle addizionali regionali di accisa sulla benzina, i dati riassuntivi sono i seguenti [con l’avvertenza che l’incidenza ponderale è calcolata in base a quale quota percentuale di consumi di questo prodotto sono consumati nelle regioni che applicano questo balzello rispetto al totale dei consumi di benzina nazionali]:

2011: quota consumi con addizionale 48,39 %, incidenza media nazionale 0,0155 euro/litro;

2012: quota consumi con addizionale 47,50 %, incidenza media nazionale 0,0150 euro/litro;

2013: quota consumi con addizionale 33,88 %, incidenza media nazionale 0,0092 euro/litro;

2014: quota consumi con addizionale 32,61 %, incidenza media nazionale 0,0091 euro/litro;

2015: quota consumi con addizionale 32,77 %, incidenza media nazionale 0,0092 euro/litro;

2016: quota consumi con addizionale 33,99 %, incidenza media nazionale 0,0095 euro/litro.

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