DAL CONCRETO REALISMO E DAL DURO LAVORO SEGNALI DI SPERANZA
— 23 Dicembre 2014Il 2014 – anno difficilissimo e nel quale si è forse toccato il fondo delle negatività per questo settore – si chiude alla fine con un segnale importante di speranza nell’avvio un processo di controtendenza: la conclusione positiva ed unitaria del rinnovo dell’accordo con ENI, il leader del mercato, rappresenta – come sottolineato da FAIB, FEGICA e FIGISC nel comunicato che riportiamo a parte in questo stesso numero – «pone nuove basi per la ricostituzione di relazioni industriali e sindacali recentemente più volte messe radicalmente in discussione».
Che si torni a parlare in modo costruttivo con l’Azienda più importante di questioni che hanno contrassegnato negativamente in questi anni in maniera drammatica la crisi della categoria, come l’intoccabilità del margine concordato con la contrattazione collettiva, la concorrenza e la competizione nelle aree di mercato, la questione dei prezzi in rete ed extrarete, è indubbiamente un importante passo avanti, anche se i risultati economici – né in questi tempi del resto ci si può attendere altro in un settore caratterizzato da una continua perdita di valore e marginalità – non sono certo quelli che avrebbero potuto soddisfare le aspettative dopo lunghi anni di congiunta consunzione della remuneratività e degli erogati.
Ed è un passo avanti che si rivolge come monito all’intero settore petrolifero, anche alle aziende che tuttora sono ben lontane dall’affrontare con chiarezza e correttezza il nodo degli accordi.
E che finalmente segnali di responsabilità e ricompattazione del settore stiano prendendo faticosamente piede si può dedurre anche dallo stato del tavolo della ristrutturazione – che dovrà riprendere quota presso il Ministero dello sviluppo economico nel mese di gennaio -, su cui Associazioni dei Gestori, Unione Petrolifera ed Assopetroli hanno trovato una visione comune che punta alla necessità di intervenire normativamente e di evitare di lasciare che l’intera questione sia affidata alla «spontaneità del mercato», come altri operatori intendono che accada, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Un filone di intervento estremamente complesso e non facilmente risolutivo della crisi degli erogati, dal momento che – per fare un semplice esempio – sulla rete oltre cinquemila impianti vendono tutti insieme una quantità di carburanti che è inferiore al miliardo di litri.
Certo la situazione permane gravissima: la differenza del prezzo di cessione a monte che penalizza le gestioni a marchio rispetto alle reti bianche o della GDO o gli stessi ghost di marchio, l’ulteriore depressione o stagnazione dei consumi, l’elevatissimo carico fiscale che fa sì che il prezzo italiano dei carburanti sia più alto di 24-25 cent/litro quasi esclusivamente a motivo delle maggiori imposte, i rischi di un pesantissimo inasprimento di accise ed IVA contenuti nelle norme di salvaguardia su cui si regge la legge di stabilità per il 2015, certificano che siamo ancora nel pieno di una crisi di settore che è ancora più marcata della crisi economica generale che attanaglia il Paese da sei anni.
E senza dimenticare che negli scorsi mesi si è persino assistito al tentativo di azzerare ogni contrattazione collettiva e di cancellare il ruolo delle Organizzazioni di Categoria dei gestori.
Pure qualcosa si muove, ed è giusto che anche questo venga sottolineato e che, dopo tanti messaggi negativi e pessimistici, si dia spazio anche ai segnali di speranza e ad un ottimismo della volontà che deve aiutare a mantenere intatto lo spirito di resistenza e fugare le tentazioni di abbandonarsi alla rinuncia al ruolo di tutela della nostra gente.
E va anche esplicitamente detto che se qualche timido abbozzo di speranza, se qualche segno in controtendenza è stato possibile accendere in questa fase finale dell’anno, tutto ciò è stato possibile attraverso un durissimo e continuo lavoro di contatto e di tessitura, in perfetta sintonia operativa e di pensiero tra tutte e tre le Organizzazioni di Categoria, continuato in tutte le sedi anche quando sarebbe stato più facile – sotto la spinta dell’esasperazione – mandare tutto a monte, continuato con ostinato realismo e ricerca di ciò che avesse potuto alla fine portare a qualche anche minimo risultato, ma tale da invertire almeno di un poco la rotta alla deriva che aveva caratterizzato questi anni di contrapposizione e di durissimo scontro che le controparti, le istituzioni, le Authority, chiunque, hanno esercitato contro questa categoria.
È forse questo il migliore modo, anche se non il più eclatante, di «darsi una mossa»: un ostinato realismo ed un duro, silenzioso, lavoro per cercare risultati, per non isolare ancora di più i gestori e cacciarli nella spirale di una guerra senza fine, per offrire appigli e sviluppi reali che contano ben più di vuoti richiami generici – come pure talvolta è forse involontariamente emerso, usando queste stesse colonne per amplificare posizioni personali – ad un agitazionismo fine a se stesso e senza concretezza.
A ridosso del Natale, desidero estendere a tutti i gestori, a tutti gli associati ed alle loro Famiglie il mio personale augurio e quello di tutta la FIGISC, invitando a guardare il futuro con determinazione, ma anche con maggiore fiducia in un cambiamento possibile.
Nel difficile cammino di questi tempi il mio ringraziamento va a tutti i colleghi del gruppo dirigente della FIGISC – Presidenza, Giunta, Consiglio – che hanno accompagnato e sostenuto il mio lavoro, nonché ai componenti di quel Gruppo Tecnico che è stato designato dal Consiglio Nazionale ad elaborare il programma di rilancio dell’Associazione e dell’iniziativa politico-sindacale, gruppo che si sta già esprimendo al meglio – ed ancor meglio lavorerà subito dopo le feste – per portare risultati concreti in tempi rapidi, né un ringraziamento può mancare per la valida e continua collaborazione della Segreteria nelle persona del Segretario Nazionale, Paolo Uniti, e dei Vicesegretari Claudio Burani e Gianfranco Di Bellonia.
Buon Natale e Buon Anno
Il Presidente Nazionale
Maurizio MICHELI