GESTIONI «DIRETTE»: ARTICOLO DI STAFFETTA
— 28 Maggio 2015Di consistenza delle gestioni dirette in rete da parte delle compagnie petrolifere e di differenze dei prezzi imposti tra la rete gestita direttamente [o in forme connesse] e quella data in affidamento ai gestori si occupa STAFFETTA nell’articolo che [g.c.] di seguito pubblichiamo parzialmente:
<<I dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico offrono sempre qualche spunto interessante su cui ragionare per capire dove va la rete carburanti. Questa settimana ci occupiamo delle gestioni dirette e del tema – legato ma non coincidente – del ghost e delle differenze nei prezzi di fornitura praticati dalle compagnie.
Sono poco meno di 2.200 in Italia i punti vendita gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere o attraverso società controllate. Spesso non si tratta di ghost veri e propri ma di punti vendita presidiati ma con il solo self service. La compagnia dà in gestione i punti vendita a una sua controllata attraverso il comodato gratuito (trasformandosi così, in un certo senso, in gestore), per poi demandare la gestione vera e propria sul piazzale a un terzo, quasi sempre attraverso un contratto di appalto di servizi.
È soprattutto Q8/SHELL a ricorrere a questo tipo di gestione: i punti vendita gestiti attraverso la SERVIZI & GESTIONI ITALIA (almeno quelli registrati all’Osservaprezzi) sono infatti 1.270 su un totale di punti vendita con i due marchi di poco meno di 3.000. Siamo quindi a oltre un terzo. Segue (a distanza) TOTALERG che tra gestioni dirette e affidate alla controllata GESTIONI EUROPA conta 418 punti vendita (su poco più di 2.300 registrati); quindi IP con la IP SERVICES che gestisce 285 punti vendita (su un totale di circa 2.600); ENI con 152 impianti gestiti da ENIRETE (su oltre 4.000); TAMOIL con 63 punti vendita gestiti attraverso TDM (su circa 1.400).
C’è poi il “caso” della GEII, la società degli ex agenti ENI cui è stata affidata buona parte del “progetto ghost” di ENI. La GESTIONI INNOVATIVE ITALIA dispone di 117 punti vendita.
Ma veniamo ai prezzi. Prendiamo ad esempio due impianti ENI nella provincia di Roma, uno gestito da GEII e uno da ENIRETE. Il primo vende il diesel self a 1,454 euro/litro, il secondo ENIRETE a 1,434 euro/litro, contro una media nazionale di 1,483 euro/litro (1,569 euro/litro il servito). La media nel Lazio è di 1,479 euro/litro (1,572 euro/litro il servito). Un impianto ENI con gestore a poche centinaia di metri di distanza da quello ENIRETE presenta invece i seguenti prezzi: self service 1,477, servito 1,577.
Come si vede, già semplicemente dal confronto dei prezzi in self service emerge una differenza di 3,3 centesimi al litro. Se consideriamo il servito, la forbice si allarga a oltre 14 centesimi al litro. Una differenza che non è facile giustificare semplicemente sulla base di diversi costi di gestione e che, dal punto di vista del gestore, ha un profilo chiaramente discriminatorio.
D’altronde quella delle gestioni dirette e della differenziazione dei prezzi di fornitura è stata la principale modalità di risposta delle compagnie all’aumento della concorrenza negli ultimi anni. Un modo per controbattere ai prezzi delle pompe bianche e, al contempo, per fare una “selezione” sulle proprie reti.>>