LA RETE DISTRIBUTIVA ITALIANA TRA IERI E OGGI

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Dai dati sulla rete, pubblicati da UNIONE PETROLIFERA in data 23.11.2016 la consistenza degli impianti a fine 2015 è stimata in 21.000 unità, di cui 17.187 facenti capo, in proprietà od in regime di convenzionamento, alle società petrolifere [81,84 % del totale] e 3.813 ad operatori indipendenti [18,16 % del totale].

Sulla rete autostradale sono allocati 438 impianti, sulla rete ordinaria 20.562. Dei 16.749 impianti della rete ordinaria facenti riferimento alle petrolifere, 8.878 [53,00 %] sono classificati nella tipologia delle «stazioni di servizio», 4.989 [29,79 %] in quella delle «stazioni di rifornimento» e 2.882 [17,21 %] in quella dei «chioschi e punti isolati».

La tavola di dettaglio con i dati dal 1960 al 2015 è consultabile e scaricabile cliccando con il mouse sul seguente titolo:

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Poiché alcuni dati sono disponibili addirittura sin dal 1960, si può osservare che, da allora [stima di 27.000 impianti] e fino al 2015 la rete distributiva è «dimagrita» di poco più del 22 %, con una diminuzione di circa 6.000 impianti, e del 47,5 % rispetto agli anni di maggiore consistenza, 1971-1972, quando si stimava una rete di ben 40.000 impianti [e per una corretta percezione di questi dati si pensi che nel 1960 (quando la benzina costava 120 lire al litro, che corrispondono, rivalutate, a 1,562 euro/litro di oggi), il parco veicolare in Italia era inferiore a 6 milioni di veicoli, nel 1971 era salito a poco meno di 14 milioni, e che il dato ACI 2015 è di oltre 49 milioni di veicoli….].

Suddividendo la lunga serie temporale in periodi, si osserva che dal 1960 al 1972 – in concomitanza con la fase più intensa di motorizzazione del Paese – gli impianti crescono di 13.000 unità [da 27.000 a 40.000] e del 48 %. Nel ventennio dal 1972 al 1991 la rete distributiva vive una fase di assestamento e relativa razionalizzazione che fa diminuire il numero degli impianti del 24 % [da 40.000 a 30.400], pur mantenendone ancora elevato il numero sopra le 30 mila unità. Una ulteriore riduzione si ha dal 1991 al 2000 [anno della liberalizzazione della rete a seguito dell’attuazione del decreto 32/1998] da 30.400 a 23.900 impianti [-6.500 unità e -21,4 %]. Negli ultimi quindici anni la rete appare complessivamente stagnante rispetto alle modificazioni del mercato: da 23.900 a 21.000 impianti, con una flessione di 12,1 punti percentuali e meno di tremila unità.

Gli impianti in autostrada sono cresciuti da 119 [primo dato disponibile nel 1965] a 438 nel 2015 [+268,07 %], ma sul dato del 2015 sono diminuiti del 7,40 % rispetto all’anno di maggiore consistenza [473 impianti nel 1997].

Da quando è disponibile un dato abbastanza certo sulle tipologie di impianti [1975] delle compagnie petrolifere nella rete ordinaria, le «stazioni di servizio» sono cresciute da 7.500 a 8.878 unità [+18,37 %] e costituiscono nel 2015 il 53 % della rete contro il 19,08 % nel 1975, le «stazioni di rifornimento» sono calate di ben oltre un terzo [da 8.400 a 4.989, – 40,61 %] però costituiscono il 29,79 % della rete contro il 21,37 % di allora, mentre i «chioschi e punti isolati» sono crollati da 14.400 unità a 2.882 [-79,99 %] e residuano oggi ancora un 17,21 % dell’intera rete contro il 36,64 % del 1975.

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Diverso il discorso sugli impianti – classificati come «altri» – che non sono riconducibili alle compagnie petrolifere. Anche in questo caso il primo dato risale al 1975: 3.400 unità, pari ad una quota dell’8,65 % dell’intera rete. Ma fino al 1988 questo numero cresce di consistenza e peso, dal momento che i dati di quell’anno registrano 4.538 unità pari al 13,23 % dell’intera rete, per scendere nel 1989 [a seguito di un censimento ministeriale su dati UTF, secondo quando attesta Unione Petrolifera] a non più di 1.963 unità, pari al 6,25 % dell’intera rete. I così detti «altri» continuano a calare fino al minimo storico di 886 unità [non più del 3,71 % della rete] nel 2000. Dal 2000 il trend è in continua crescita: il confronto per il 2015 contro il 2000 evidenza più che una triplicazione [ben +330,36 %] fino a 3.813 unità, pari al 18,16 % della rete.

Anche i dati sugli erogati medi per impianto partono dal 1975, con una stima per l’anno di 0,474 milioni di litri per impianto, dato in crescita progressiva sino al 2004, con il miglior risultato della serie storica attestato su 1,652 milioni di litri, con un incremento sul 1975 di ben 248,52 punti percentuali. Dal 2004 gli erogati hanno cominciato a decrescere fino al minimo del 2013 con 1,301 milioni di litri ed con una flessione del 21,25 % sullo stesso 2004. Una parziale ripresa dei consumi ha influito con un lieve recupero: nel 2015 l’erogato medio per impianto è stimato in 1,345 milioni di litri, con un incremento sul 2013 di 3,38 punti percentuali.

Secondo FIGISC ANISA Confcommercio, il dato 2015 di 1,345 milioni di litri/impianto, tuttavia, riflette approssimativamente solo l’ambiente della rete delle compagnie petrolifere.

Le stime sviluppate dalle due associazioni, infatti, assegnano sui dati del 2015 un erogato medio per impianto complessivo leggermente superiore e pari a 1,442 milioni di litri, ma così suddistinto: per gli impianti autostradali, 3,767 milioni di litri per punto vendita; per gli impianti delle compagnie petrolifere di rete ordinaria, 1,296 milioni di litri, per quelli indipendenti di rete ordinaria, 1,817 milioni di litri, – sempre che realmente sussista un’alta attendibilità dei dati stimati da UP sul numero degli impianti della rete -.

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