MERCATO, TRA LEGALITÀ & NO
— 11 Luglio 2016Scriveva letteralmente STAFFETTA QUOTIDIANA giovedì 7 luglio 2016: «Proseguono le segnalazioni di un intenso traffico sul deposito costiero di Trieste. D’altronde le offerte che circolano sono davvero allettanti: gasolio autotrazione, quantità minima una autobotte al giorno per un mese, pagamento anticipato, ritiro con mezzo proprio, base di carico Trieste, prezzo Platts meno 15. Un po’ tutto il fronte adriatico sembra essere interessato da una particolare attività di questi nuovi intermediari che riescono a praticare prezzi imbattibili».
E venerdì 8 luglio, annunciando la notizia dell’assemblea nazionale di ASSOPETROLI, prevista per mercoledì 13, ricordava che, sempre nella medesima occasione due anni or sono, vi fu la «prima aperta denuncia della piaga dell’illegalità con parole quanto mai forti da parte di Franco Ferrari Aggradi. Oggi questa denuncia, con il riconoscimento degli effetti devastanti che sta provocando sulle entrate dello Stato, sul mercato petrolifero e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, è condivisa da tutti intendendo per tali le istituzioni [Mise, Economia, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, altre forze dell’ordine] e i vari anelli della filiera petrolifera e dei loro rappresentanti [Unione Petrolifera, di cui fa parte anche Eni, Assopetroli, Assocostieri, Assogasliquidi, Faib, Fegica, Figisc]».
Citando il proprio Dossier Prezzi, elaborato sulla base dei dati messi a disposizione dall’apposito Osservatorio del Mise «grazie alla quale vengono messe in evidenza le marcate differenze di prezzo che si riescono ormai a riscontrare in maniera trasparente tra regioni, province e modalità di vendita» STAFFETTA afferma che «emerge uno spaccato molto opaco delle modalità con cui spesso i carburanti affluiscono dalle basi di rifornimento, raffinerie e depositi costieri e interni, ai consumatori finali attraverso una ragnatela di figure più o meno professionali [sedicenti trader, broker, ecc.] proliferati in maniera abnorme negli ultimi anni».
«Una fase di denuncia e di condivisione che si è conclusa a fine giugno con l’avvio del tavolo ministeriale annunciato dal sottosegretario De Micheli in occasione dell’assemblea dell’Unione Petrolifera» prosegue l’articolo che di seguito riproduciamo [per gentile concessione] «E che ora lascia il posto da una parte ad una fase di attesa, speriamo più breve possibile, dei primi interventi dissuasivi, che si stanno mettendo a punto a livello normativo per adeguare e rafforzare il quadro dei controlli alle nuove esigenze emerse dall’analisi del fenomeno, e dall’altra ad una fase di grande prudenza necessaria a non turbare le operazioni in corso da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine, a partire dalla Guardia di Finanza, per riuscire a mettere le mani sui “pesci grossi” che stanno gestendo il sistema. Prudenza soprattutto prima di giudicare per esempio quanto sta accadendo sul versante adriatico dove i piazzali di alcuni depositi costieri vengono presi d’assalto da decine di autobotti in coda per caricare gasolio e distribuirlo in tutto il Paese. Autobotti che si precipitano a ritirarlo, sulla base di avvisi porta a porta, attratti dalle condizioni particolarmente allettanti che vengono praticate su queste basi, tra cui il prezzo Platts -15. Quantitativi ingenti messi in distribuzione a prezzi altrettanto allettanti tali da sbaragliare la concorrenza».
«Episodi che si tende a catalogare tout court come comportamenti illegali e che invece, almeno formalmente, tali non sono. È il caso per esempio delle petroliere che scaricano gasolio in questi depositi e che a quanto risulta alla Staffetta, sono assoggettate dai titolari dei depositi in questione a tutte le verifiche del caso circa la validità dei documenti di carico, la qualità del prodotto, l’affidabilità del fornitore, ecc. senza trovare traccia di illegalità Per cui c’è anche il rischio, se il titolare del deposito dovesse rifiutarsi di farle scaricare, di vedersi arrivare una denuncia da parte dell’Antitrust per abuso di posizione dominante o meglio per aver impedito lo sbocco e l’accesso al mercato. Verifiche che da parte di altri titolari di depositi costieri sono arrivati a risultati differenti, nel senso che le condizioni allettanti praticate in tanto sarebbero possibili in quanto poi a valle il prodotto viene smaltito su tutto il territorio nazionale in forme illegali o para-illegali da un reticolo di società fantasma. Una sorta, verrebbe da dire, di “associazione a delinquere” che terrebbe sotto controllo il carico del gasolio in questione dalla base di caricazione all’estero fino alla distribuzione in Italia. Tutto ovviamente da provare».
«Una corsa contro il tempo per mettere le mani sugli autori di queste operazioni che informazioni imprudenti potrebbero compromettere» conclude STAFFETTA «Mentre l’interesse è che vadano a buon fine al più presto. Perché il rischio che si sta correndo è quello di un cambiamento radicale di tutto il sistema di approvvigionamento dei prodotti petroliferi in Italia con la chiusura delle ultime raffinerie rimaste in esercizio. Tenuto conto che, secondo il modello MOSES (Model of short term energy security), un paese è “ad alto rischio di sicurezza” sugli approvvigionamenti petroliferi se il livello di importazione supera il 45 % della domanda interna. Con la necessità fra l’altro di importare grandi volumi di distillati medi da regioni che storicamente sono caratterizzati da instabilità politica. Che è quello appunto che oggi sta accadendo. Un livello di rischio a cui l’Italia si sta rapidamente avvicinando».
Due chiose sole appaiono opportune a queste «istantanee» di mercato border line tra legalità ed illegalità:
a) secondo i dati di STAFFETTA le medie nel 2016 del delta tra prezzi di cessione da extrarete e quotazioni CIF Mediterraneo [che poi sarebbe «il premio pagato dai rivenditori alle compagnie»] vanno da un minimo di 2,2 ad un massimo di 4,1 cent/litro per la benzina e da un minimo di 2,4 ad un massimo di 3,9 cent/litro per il gasolio [valori simili sono riscontrabili per il 2015: 2.1-3,4 benzina, 2,1-3,9 gasolio]: platt’s meno 15 significa un delta di +18 cent/litro!;
b) i gestori delle major devono normalmente acquistare in regime di esclusiva prodotto a platt’s da +9,8 a +11,4 cent/litro in modalità self e da +17,2 a +18,5 in modalità servito [valori medi del 2016]: platt’s meno 15 significa un delta di +25/26 cent/litro per il self e di +32/33 per il servito prima ancora di marginare un solo millesimo!
Serve dire altro?