LA DISFATTA: VENDITE AUTOSTRADE 2014 ASSAI PEGGIO DEL 1979
— 21 Giugno 2015
Nel 1979 le vendite in autostrada [i dati del Ministero cominciano da quell’anno], tra benzina e gasolio, sommavano a 2.680 milioni di litri. Nel 2014 i dati del Ministero indicano un valore sempre sommando i due prodotti di 1.785 milioni di litri.
Insomma, tornando indietro di qualcosa come trentacinque anni, si scopre che l’anno scorso si è venduto il 33,40 % in meno di quanto si vendeva nel 1979, o, se si preferisce, che nel 1979 si vendeva in autostrada il 50,14 % in più di quanto si è venduto nel 2014.
L’ultima volta che nelle vendite in autostrada si è visto il segno positivo è stato il 2003 con vendite superiori a quelle del 2002 per un +1,46 %: da allora si è trattato di una caduta continua, con un primo scossone nel 2008 [-8,10 % sul 2007], per poi, dopo una tregua biennale con perdite del 3-4 %, ricadere nel 2011 [-9,38 % sul 2010], precipitare a picco nel 2012 [-23,49 % sul 2011] e stabilizzarsi su perdite del 10 % nel 2013 e 2014 [2013: -10,55 % sul 2012; 2014: – 10,03 % sul 2013]. Alla fine della giostra, in undici anni, dal 2003, si sono persi 2.452 milioni di litri, ossia 57,87 punti percentuali in meno, dal 2008, invece, la flessione è di 1.664 milioni di litri, pari a 48,25 punti percentuali in meno.
Nella tavola e nel grafico che seguono sono rappresentati i dati delle vendite dal 2003 al 2014.
Vendite autostrada 2003-2014 – Miliardi di litri
Grafico perdite percentuali cumulate – 2003-2014
Nel dettaglio su base regionale, solo cinque regioni su diciannove [la Sardegna non ha rete] registrano dal 2003 al 2014 diminuzioni più ridotte rispetto alla media nazionale [-57,9 %]: Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Toscana, Umbria, comunque con perdite tra il 44 ed il 56 %; solo la Valle d’Aosta è in linea con la media nazionale; tredici regioni su diciannove registrano perdite superiori alla media nazionale: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Trentino Alto Adige e Veneto, con perdite tra un minimo del 59 % ed un massimo del 79 %.
Vendite regionali autostrada 2003-2014 – Milioni di litri
Dal 2003 al 2014 – con una consistenza della rete pressoché immutata – l’erogato medio per impianto autostradale è sceso da 9,2 a 3,9 milioni di litri.
Nel dettaglio delle regioni, solo cinque regioni su diciannove registrano nel 2014 un erogato medio per impianto superiore alla media nazionale [3,9 milioni di litri]: Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Umbria, mentre ben quattordici regioni su diciannove evidenziano un erogato medio inferiore: sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto.
Per alcune di queste l’erogato medio non raggiunge neppure i due milioni di litri o li supera di un pelo: Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta.
Erogato medio/impianto 2014 per regioni – Milioni di litri
Ai dati delle vendite è corretto connettere anche i dati del traffico. Tali dati – milioni di veicoli-km – sono forniti da AISCAT: per i veicoli leggeri il dato del 2003 è di 59.019,6 milioni veicoli-km quello del 2014 di 58.734,6, con una flessione pari a -0,48 %; per i veicoli pesanti il dato del 2003 è di 18.344,0 milioni veicoli-km quello del 2014 di 17.067,4, con una flessione pari a -6,96 %; per il totale dei veicoli il dato del 2003 è di 77.363,6 milioni veicoli-km quello del 2014 di 75.802,0, con una flessione pari a -2,02 %.
È evidente che il peso della diminuzione del traffico pesante [-6,96 %] vale, in termini di volumi consumi, assai di più della pressoché inesistente flessione del traffico leggero [-0,48 %]. Indubbiamente i fattori della crisi economica hanno un rilievo importante, così come la modernizzazione dei parchi circolanti e della conseguente migliore efficienza energetica.
Così come ha avuto un effetto rilevante, specie in relazione al traffico internazionale, l’anomala fiscalità nazionale [l’«effetto TIR»], che ha messo fuori mercato i prezzi italiani rispetto ai competitori per il traffico pesante appena fuori dai confini nazionali.
Ma questo non spiega se non parzialmente – specie se fa un confronto appena appena «spannometrico» sui dati dei consumi in generale [-20 % nel 2014 sul 2003] e su quelli della rete ordinaria [-30 % nel 2014 sul 2003] – il dimezzamento dei consumi. A rendere così radicale la débâcle – la disfatta! – delle autostrade sono evidentemente anche i noti fattori che più volte sono stati evidenziati: pedaggi che hanno letteralmente raddoppiato l’inflazione, meccanismi di royalties che hanno pesato su tutti i prezzi dei beni e dei servizi offerti, politiche commerciali di prezzi assolutamente arbitrarie e casuali, spesso giocate, e dagli stessi attori che operano nel comparto, in una logica territoriale intenzionalmente concorrente. Fattori tutti questi, che hanno contribuito a deprimere l’appeal della rete per il consumatore ad un livello difficilmente recuperabile, come i numeri stanno fin troppo facilmente a dimostrare.