ILLEGALITÀ CARBURANTI, LA MAXI OPERAZIONE DI VENEZIA
— 26 Gennaio 2017Riportiamo per gentile concessione quanto pubblicato nella giornata di ieri [e ripreso sugli organi di stampa] da STAFFETTA QUOTIDIANA relativamente ad una rilevantissima operazione di contrasto all’illegalità nel settore carburanti:
È in corso una operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla procura di Venezia ed eseguita dalla Guardia di Finanza in 5 regioni [Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Umbria], con controlli su punti vendita carburanti e depositi per sgominare un traffico di carburanti immessi in commercio con evasione di IVA e a volte di accisa. Un traffico che il Procuratore Capo facente funzione di Venezia, Carlo NORDIO [in foto], ha definito, nella conferenza stampa in corso presso gli uffici della GUARDIA DI FINANZA di Mestre, «colossale».
Sono 31 gli indagati per un traffico illecito che in due anni [2015-2016] ha riguardato 400 milioni di litri di benzina e gasolio e un’evasione per il solo 2015 di 26 milioni di euro tra iva [23 mln] e accise [3 mln] rispetto a una base imponibile non dichiarata di oltre 120 mln.
L’operazione, sottolineano i militari della Gdf, è partita dalla constatazione di prezzi «anomali» in quanto troppo bassi, e grazie alla testimonianza e alla collaborazione di operatori che rifiutavano di partecipare alle operazioni illecite, ricevendone un danno concorrenziale. Oltre ai reati tributari è stata contestata anche la ricettazione e l’associazione a delinquere. Trenta le società coinvolte tra distributori, trader e titolari di depositi. Sono duecentocinquanta i punti vendita in tutta Italia oggetto delle contestazioni di ricettazione.
Oggi è stato sequestrato carburante in provincia di Venezia [18 milioni di litri].
Più nel dettaglio, informa la Gdf in una nota, «la delicata e complessa operazione odierna conclude una importante indagine in corso dal novembre del 2015 volta a disarticolare 4 organizzazioni criminali dedite alle frodi nel settore dei carburanti per autotrazione. Tutto ha preso avvio – spiegano i militari – da una specifica analisi di rischio attivata dai finanzieri della locale sezione “Oli minerali” e dai successivi riscontri sul terreno che hanno consentito di verificare l’esistenza di significative differenze di prezzo alla pompa tra gestore e gestore, non giustificabili attraverso le normali dinamiche di mercato».
«Le conseguenti attività di osservazione e pedinamento di autobotti, l’acquisizione di copiosissima documentazione commerciale e una consulenza tecnica, ordinata dalla Procura, sulle componenti del prezzo dei prodotti petroliferi hanno completato il quadro», continua la Gdf.
«Il complesso e vasto meccanismo fraudolento, ormai consolidato, è stato realizzato attraverso la classica interposizione di società “cartiere”, quelle cioè poste tra il fornitore ed il destinatario finale che, poi, non versano allo Stato l’Iva incassata. In altri casi – si legge sempre nel comunicato – la società interposta dichiarava di essere un esportatore abituale e, potendo acquistare carburanti senza l’applicazione dell’Iva, lucrava sulla differenza con l’imposta incassata in vendita e mai versata all’erario».
Gli avvisi di garanzia ai trentuno indagati sono stati notificati in varie località italiane, in particolare, Roma, Milano, Napoli, Como, Varese, Perugia, Piacenza, Treviso, Padova e Rovigo. I reati contestati, vanno dall’associazione per delinquere, all’omessa presentazione della dichiarazione, dalla presentazione di dichiarazione infedele alla sottrazione al pagamento dell’accisa, dalla ricettazione all’occultamento della documentazione contabile.