ACCISE: TRA LE OVVIETÀ ED IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI

ACCISE: TRA LE OVVIETÀ ED IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI

STAFFETTA riporta in un suo articolo del 27 gennaio, che si seguito riproduciamo [per g.c.], alcune dichiarazioni del Ministro dell’Economia e Finanze Pier Carlo PADOAN in merito alle accise sui carburanti.

<<”La disciplina delle accise è armonizzata a livello europeo e in Italia l’incidenza fiscale accisa-Iva è pari al 70,3% per la benzina e al 69,3% per il gasolio” mentre “a titolo di confronto europeo, secondo l’ultima rilevazione a livello di Unione monetaria, la componente fiscale sul prezzo pesa sul consumo della benzina per il 67,8%, e per il gasolio 63,5 per cento”. Lo ha fatto presente il ministro dell’Economia, Pier Carlo PADOAN, rispondendo nel corso del question time alla Camera a una interrogazione di Pino PISICCHIO che chiedeva una diminuzione dei costi del carburante attraverso l’eliminazione delle accise più antiquate. “L’accisa – ha rilevato il ministro – costituisce una delle componenti del prezzo dei carburanti e concorre alla sua formazione, unitamente all’Iva, all’imposta regionale, e al costo industriale”. Ma il costo finale “è determinato dalle compagnie petrolifere”.Il ministro ha pertanto fatto rilevare al riguardo che “a una riduzione della componente tributaria non necessariamente corrisponde una riduzione di pari valore del prezzo finale del prodotto, come, d’altro canto, da un incremento della fiscalità non deriva un eguale aumento del prezzo finale”.

Padoan ha infine smontato la tesi di imposte accumulate nel tempo per eventi calamitosi o improvvisi:

gli aumenti dell’imposizione indicati dall’interrogante erano riferiti alle previgenti imposte di fabbricazione sui carburanti. Tali imposte di fabbricazione, a partire dal 30 agosto 1993, sono state sostituite dall’accisa sugli oli minerali, attualmente disciplinata dal testo unico delle accise.
Anche le aliquote di accisa sono state, successivamente al 1993, più volte rideterminate senza prendere a riferimento gli aumenti precedenti delle previgenti imposte di fabbricazione”>>

Ha perfettamente ragione il Ministro a far piazza pulita delle antiche dicerie metropolitane sulle accise per la guerra d’Abissinia: con il decreto legislativo 504/1995 le ex imposte di fabbricazione allora vigenti, e comunque accumulate in precedenza, sono state incorporate nel nuovo testo unico alla loro consistenza, al tempo equivalenti a 0,518 euro/litro per la benzina senza piombo ed a 0,386 euro/litro per il gasolio autotrazione.
Cose oggettive, dunque, e persino lapalissiane, cioè ovvie.
Ma non solo…..

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Da allora, dice bene PADOAN, quando i Governi hanno fissato l’ammontare delle accise non hanno certo preso «a riferimento gli aumenti precedenti delle previgenti imposte di fabbricazione».
Hanno preso semplicemente quel che volta per volta, come ad un bancomat, serviva loro: ad esempio, come già abbiamo spiegato nel Figisc Anisa News n. 1 del 25.01.2016, il prof. Monti a fine 2011 giudicò di tirare in cassa dalle accise quattro miliardi di euro, anzi cinque con l’IVA sull’accisa, e continua così da allora, sotto Letta o Renzi a Palazzo Chigi è uguale, ancor oggi, tanto che quello scherzo ci è già costato qualcosa come oltre 21 miliardi di euro, che diventeranno 27 alla fine dell’anno 2016, se le accise non aumenteranno ancora.

C’è poi la storia della «armonizzazione» delle accise: detta così sembra che tutto sia perfettamente inserito in un meccanismo comunitario se non proprio perfetto, quanto meno assai vicino a quello migliore possibile e, che, in ogni caso, se le accise sono alte, beh, questo non è un affare di Stato, ma di Unione.
E, infatti, le accise comunitarie sono state «armonizzate» con la Direttiva 2003/96/CE del Consiglio del 27 ottobre 2003.
Anche qui cose ovvie, quindi tutto bene? È il migliore dei mondi possibili, o, almeno, di quelli praticabili?

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Beh, la storia della «armonizzazione» delle accise è una bufala; la citata Direttiva 2003/06/CE ha bensì «armonizzato», anzi ha imposto, ma solo in un senso: in basso, fissando cioè delle accise minime e non massime, pari a 0,359 euro/litro per la benzina a far data dal 01.01.2004 ed a 0,302 euro/litro per il gasolio dal 01.01.2004 al 31.12.2009 e poi a 0,330 dal 01.01.2010 ad oggi.
E quanto al grado di omogeneità delle accise in Europa, bastino alcuni numeri: per la benzina, l’accisa massima riscontrata nei vari Paesi al 25.01.2016 è pari a 2,14 volte quella minima riscontrata, e rispetto alla media comunitaria, la massima è maggiore del 41 % e la minima è inferiore del 34 %; per il gasolio, l’accisa massima riscontrata nei vari Paesi al 25.01.2016 è pari a 2,34 volte quella minima riscontrata, e rispetto alla media comunitaria, la massima è maggiore del 74 % e la minima è inferiore del 26 %.

E comunque le accise italiane sono così ben «armonizzate» che risultano superiori ai minimi comunitari del 103 % per la benzina e dell’87 % per il gasolio.
Anche prescindendo comunque dai minimi comunitari armonizzati, la situazione è tale che le accise nazionali [senza considerare le addizionali regionali] sono superiori per la benzina del 31,6 % alla media aritmetica dell’Unione Europea [0,728 contro 0,553 euro/ litro] e del 36,8 % per il gasolio [0,617 contro 0,440 euro/litro].

ACCISE BENZINA – 25.01.2016

ACCIBENZA

ACCISE GASOLIO – 25.01.2016

ACCIGASO

Quanto al carico fiscale complessivo [accisa, comprese addizionali regionali, + IVA], al 25 gennaio 2016, le imposte pesano in Italia per il 71,0 % per la benzina e per il 69,6 % per il gasolio, mentre nella media aritmetica comunitaria [un litro è sempre un litro a Dublino come a Budapest] valgono il 64,8 % per la benzina ed il 60,9 % per il gasolio, cioè, rispettivamente a seconda del prodotto, sei punti percentuali in meno e nove punti percentuali in meno che in Italia, che non sono esattamente i valori indicati dal Ministro.

E sul fatto che sull’accisa pesa anche l’IVA [e, quindi, che ad ogni aumento della prima corrisponde un effetto di trascinamento sulla seconda], registriamo quanto riporta QUOTIDIANO ENERGIA del 29.01.2016: <<Rispondendo in X Camera a un’interrogazione del deputato di Scelta Civica, Adriana GALGANO il sottosegretario al Mise Antonello GIACOMELLI ha sottolineato che per i carburanti l’inclusione delle accise nella base imponibile dell’Iva “è statuito esplicitamente dall’art. 78 della direttiva Iva della Ue (2006/112/ Ce), secondo cui nella base imponibile devono essere compresi anche ‘le imposte, i dazi, le tasse e i prelievi, ad eccezione della stessa Iva‘ “>>.

Insomma, tra le ovvietà lapalissiane ed il migliore dei mondi possibili che ci vengono illustrati a proposito della tassazione dei carburanti, l’unica ragionevole certezza è purtroppo che le accise non diminuiranno affatto, anzi che vi è solo da sperare che non aumentino [quando c’è bisogno di quadrare i conti, è proprio lì che puntano le diverse norme di salvaguardia annidate nelle varie leggi di bilancio], né è pensabile che si possa in alcun modo sganciare l’IVA dall’accisa.

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