AUTOSTRADE: PESSIMO INDIRIZZO MINISTERIALE – GESTORI SENZA TUTELA

AUTOSTRADE: PESSIMO INDIRIZZO MINISTERIALE – GESTORI SENZA TUTELA

 

 

 

 

Il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, di concerto con quello dello sviluppo economico, ha finalmente emanato a fine gennaio [il 29] l’atto di indirizzo «Individuazione dei criteri per l’elaborazione di un piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio presenti sui sedimi autostradali», sul quale solo pochi giorni prima [si veda FIGISC ANISA NEWS N. 3 del 25.01.2015] le Organizzazioni di Categoria dei gestori – considerato il tempo trascorso e l’assenza di qualsiasi confronto – avevano sollecitato un chiarimento in merito ai contenuti.

Il testo del provvedimento – appena comparso su STAFFETTA QUOTIDIANA – non fa che confermare, purtroppo, tutti i peggiori timori della vigilia.

«Premesso che a questo punto la vertenza autostrade, che perdura da quasi tre anni, non potrà che avere in tutte le sedi una recrudescenza motivata dalla inusitata drammaticità della situazione, la prima cosa che balza immediatamente agli occhi – commenta il Presidente Nazionale di ANISA CONFCOMMERCIO, Stefano CANTARELLIè l’assenza fragorosa di qualsivoglia riferimento alla continuità degli accordi sia dell’8 luglio che del 4 dicembre 2002, intercorsi tra Ministero trasporti, Ministero sviluppo economico, Autostrade per l’Italia, ANAS, AISCAT, Unione Petrolifera, Autogrill, ANISA, FAIB e FEGICA, in merito alla continuazione dei rapporti contrattuali in essere con i gestori delle aree di servizio indipendentemente dall’esito degli affidamenti dei servizi. In altre parole, considerate le tempistiche di questo atto di indirizzo ai fini dell’espletamento dei bandi, tutto ciò significa che a fine 2015 i gestori si troveranno SENZA CONTRATTO. Ciò spiega anche perché, tra l’altro, non vi sia un solo accenno a politiche commerciali non discriminatorie tra le gestioni, né vi sia alcun riferimento alla tutela del consumatore sui prezzi».

Da una sommario riassunto dei contenuti – l’atto è integralmente pubblicato di seguito – si legge che i Concessionari sono tenuti a presentare entro il termine del 15 febbraio 2015 [domattina, insomma] piani di ristrutturazione della rete delle aree di servizio, prevedendo sia la razionalizzazione delle strutture che nuove modalità di servizio, nonché la chiusura di aree insostenibili e marginali; tali piani dovranno essere sottoposti alla approvazione dei due Ministeri interessati, che dovranno procedere entro un mese dalla presentazione; infine i Concessionari bandiranno le gare per l’affidamento dei servizi entro la fine del corrente anno.

In merito alla rete, l’atto specifica che i piani di «ristrutturazione» non potranno chiudere aree di servizio con erogati superiori a due milioni di litri e fatturati relativi ai prodotti principali superiori a 750mila euro; a seguito di eventuali chiusure la distanza tra due aree successive non dovrà essere superiore a 50 chilometri ed eventuali deroghe dovranno essere adeguatamente motivate e previste dal piano; in alternativa alla chiusura il Concessionario potrà altresì proporre soluzioni per una maggiore efficienza e giustificazione economica quali gestioni unitarie e/o accorpamento di più AdS.

I Concessionari, dice l’atto di indirizzo, dovranno garantire un’ampia partecipazione alle gare, anche aprendo l’accesso a «nuovi soggetti» e riducendo, se possibile, i requisiti minimi per partecipare ai bandi per le aree meno significative.

Ed in merito alla riqualificazione dei servizi, la soluzione indicata per le aree minori è ovviamente quella dell’automazione integrale sia per la parte oil [il famoso self prepay] che per il ristoro [vending machine, insomma distributore automatico].

stefano cantarelli

«È assolutamente evidente – chiarisce CANTARELLIche siamo di fronte ad una serie di misure che mirano non solo alla decontrattualizzazione dei gestori che oggi operano sulle aree di servizio, ma all’inizio della loro espulsione dalla rete: alla razionalizzazione necessaria si risponde non razionalizzando affatto e non chiudendo le aree marginali [la soglia dei due milioni di litri non giustifica alcuna sostenibilità economica], bensì ghostizzando tutti i servizi, sulla falsariga di quanto avviene già esattamente sulla rete ordinaria.

Tutta l’intelaiatura del provvedimento – che esaspera e peggiora quanto già contenuto del precedente atto di indirizzo del 2013 dell’allora Ministro Passera – non è affatto una risposta alla esigenza di tutela e riqualificazione del pubblico servizio sulla rete più strategica del Paese – che anzi verrà ulteriormente dequalificato con soluzioni da magliari -, ma un intenzionale e smaccato assist ai cosiddetti nuovi soggetti che altro non sono che quelli, dei grandi gruppi della ristorazione e della grande distribuzione, ai quali viene affidato in toto il presidio delle autostrade, complice la fuga delle petrolifere che pure ne avevano in passato disputato a suon di ingiustificate royalties il controllo esclusivo ».

Nota informativa
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