L’ATTO DI INDIRIZZO DEI MINISTERI SULLE AUTOSTRADE

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Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Ministero dello Sviluppo Economico

Atto di indirizzo
Individuazione dei criteri per l’elaborazione di un piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio presenti sui sedimi autostradali.

<<Alla fine del mese di giugno del 2014 l’assetto dei servizi di distribuzione sulla rete autostradale italiana consta di 469 aree di servizio che presentano una distanza media tra loro pari a circa 29 chilometri. L’erogato medio per area di servizio, sulla rete a pagamento italiana, è pari a circa 4, 461 milioni di litri con un fatturato medio prodotti principali di circa 2 milioni di euro.

Nel corso dell’ultimo triennio (2011-2013) i servizi prestati sulla rete delle aree di servizio hanno registrato significativi cali di volumi (meno 35% oil e meno 15% ristoro) generando uno stato di sofferenza tale da rendere non più sostenibile l’attività in alcuni punti vendita marginali. Nello stesso periodo su tutta la rete autostradale a pedaggio si è registrata una diminuzione del traffico pari a circa il 9%. I primi sei mesi del 2014 registrano ancora un calo del 2,9% di vendita oil ed un calo del traffico pari all’ 1,5%.

Alla luce di quanto sopra, l’attuale configurazione della rete delle aree presenti sui sedimi autostradali rende opportuna la rivisitazione degli attuali assetti dei servizi assicurati attraverso sia la razionalizzazione delle infrastrutture presenti sulla rete, sia la rivisitazione delle modalità con le quali i servizi stessi sono prestati al pubblico.

Con parere del 16 aprile 2014, reso ai sensi dell’art. 22 della legge 287/90, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel valutare positivamente la concessione di una proroga tecnica di 18 mesi (fino al 31 dicembre 2015) delle concessioni oil in scadenza, ha affermato che: « … procedere ad una ristrutturazione della rete di distribuzione autostradale che diminuisca il numero di punti vendita appare una soluzione volta a rendere economicamente sostenibile la gestione delle stazioni di servizio autostradali, consentire lo svolgimento di gare efficienti e partecipate da un numero congruo di operatori industriali … ».

Inoltre, la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con successivo parere reso ai sensi della suddetta normativa, in data 10 luglio 2014 si è espressa positivamente su una proroga tecnica di 18 mesi (fino al 31 dicembre 2015) anche per i servizi di ristorazione in scadenza al 2013 «ad eccezione della rete affidata in concessione ad Autostrade per l’Italia SpA» ritenendo che: «un ritardo di diciotto mesi nell’effettuazione anche delle gare per gli affidamenti delle sub-concessioni non oil sul sedime autostradale possa essere accettabile, sempre nella prospettiva che a tale proroga si affianchi un processo di ristrutturazione nei termini già affermati con la comunicazione del 18 marzo 2014».

Premesso quanto sopra, i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo Economico, ravvisano la necessità di individuare, sentite le Regioni, opportuni criteri da seguire da parte delle Concessionarie per l’elaborazione dei suddetti piani di razionalizzazione.

Tali piani dovranno essere elaborati nel rispetto del principio di concorrenza a tutela del servizio agli utenti e considerando le tipiche specificità di un servizio prestato su una rete chiusa come quella autostradale.

Le singole Concessionarie autostradali elaboreranno un piano di ristrutturazione delle proprie aree di servizio che, tenendo conto del calo strutturale dei consumi e delle mutate esigenze dei consumatori, razionalizzi le infrastrutture e rivisiti le modalità di resa dei servizi, anche prevedendo chiusure delle aree di servizio insostenibili e marginali, fatta salva la già richiamata tutela di un adeguato livello di servizio al consumatore.

Nell’elaborazione di tale piano le concessionarie autostradali dovranno anche tenere conto delle prossime scadenze degli affidamenti dei servizi oil e ristoro in modo da consentire un più ordinato e razionale svolgimento delle relative procedure competitive.
Le società Concessionarie dovranno garantire un’ampia partecipazione, anche aprendo a nuovi soggetti, riducendo, ove possibile, i requisiti minimi per le aree piccole e/o unitarie, oltre ad assicurare la piena coerenza rispetto al nuovo assetto che si verrà a configurare.

Tenuto conto sia dell’elevata numerosità dei procedimenti competitivi che andranno esperiti a seguito dell’elaborazione del Piano, anche in funzione delle proroghe concesse dalle società Concessionarie autostradali, preventivamente autorizzate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con le lettere del 5 maggio 2014 (proroghe oil) e del 4 agosto 2014 (proroghe ristoro), sia di quanto indicato dall’AGCM nella sua lettera del 16 aprile 2014 e nel parere del 10 luglio 2014, il Piano stesso dovrà:

1. essere proposto al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dalle concessionarie autostradali entro il 15 febbraio 2015 per essere approvato;

2. l’approvazione, da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con il Ministero dello sviluppo economico e sentite le Regioni interessate, dovrà intervenire entro il 15 marzo 2015.

I procedimenti di gara verranno espletati anche secondo i criteri definiti nel presente atto d’indirizzo ed in quello emanato il 29 marzo 2013 dai Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Individuazione di criteri per l’affidamento dei servizi di distribuzione carbolubrificanti e delle attività commerciali e ristorative nelle aree di servizio delle reti autostradali, e, per le aree oggetto di proroga, dovranno concludersi entro e non oltre il 31 dicembre 2015.

Il piano dovrà essere redatto:
– tenendo conto della suddivisione territoriale regionale;

– per le autostrade interconnesse, dovrà prevedere l’accordo fra le società Concessionarie contigue;

– in caso di dismissioni, dovrà prevedere un’ implementazione delle indicazioni di presenza di rifornimento e servizi non oil, sia all’accesso dell’autostrada che in itinere;

– nel caso di gestione da parte delle società Concessionarie di più tratte o tronchi si dovrà procedere alla redazione di più piani, facendoli confluire su di un unico piano generale.

In caso di chiusura dell’area, la Società concessionaria dovrà presentare un piano di riconversione/ utilizzo della stessa ovvero prevedere la riapertura per lo svolgimento dei servizi stagionali.

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A) Criteri e livelli tecnici di razionalizzazione.

Di seguito vengono indicati i principali criteri da seguire nell’elaborazione del suddetto piano al fine di razionalizzare le strutture presenti sulla rete:

a. non potranno essere oggetto di chiusura aree con erogati superiori a 2 milioni di litri annui e fatturati relativi a prodotti principali superiori a 0,75 milioni di euro annui;

b. l’interdistanza minima lungo lo stesso tronco/tratta, risultante tra l’area immediatamente precedente e quella immediatamente successiva all’area oggetto di chiusura, non dovrà essere superiore a 50 chilometri, ciò al fine di garantire un adeguato livello di servizio agli utenti. Si dovrà tener conto anche di eventuali svincoli posizionati lungo la tratta interessata;

c. ogni deroga ai summenzionati criteri/livelli dovrà essere adeguatamente giustificata dal concessionario ed inserita nel Piano di razionalizzazione;

d. in alternativa alla chiusura, per le aree di cui al punto (i), è facoltà del concessionario proporre modalità di servizio più efficienti quali:

– le gestioni unitarie, se in grado di assicurare la sostenibilità dei servizi;

– l’accorpamento di più aree al fine di rendere economicamente sostenibile la gestione del servizio anche in casi economicamente non remunerativi. Si potrà procedere ad accorpare il singolo servizio rientrante nelle fattispecie previste al punto i) sezione A) almeno con un altro della medesima natura (es. oil) con dimensioni di fatturato e/o erogato maggiori delle casistiche di cui al precedente punto (i) ed ubicato su tratte con maggior intensità di traffico. L’accorpamento dovrà interessare aree non adiacenti, con interdistanza tra esse non inferiore a 100 km per l’oil e 150 km per la ristorazione.

B) Modalità di resa dei servizi.

Oltre alla razionalizzazione della rete potrà essere anche prevista la rivisitazione delle modalità di resa dei servizi secondo i seguenti principi:

a. – tipologia di servizi da prestare: potrà essere prevista sia l’automazione del servizio di distribuzione carbolubrificanti, coerentemente con l’atto di indirizzo emanato il 29 marzo 2013, mediante accettatore cosiddetto pre pay, sia del servizio di ristoro, mediante l’installazione di «vending machine». Tale automazione potrà essere articolata sia rispetto alle fasce giornaliere di servizio sia in funzione di eventuali andamenti stagionali del traffico. I concessionari potranno inoltre prevedere l’apertura di uno o più servizi, o l’articolazione delle superfici ad essi dedicate, secondo criteri di stagionalità;
b. definizione dell’intera gamma dei servizi da prestare in area nel rispetto del citato atto di indirizzo del 29 marzo 2013 e in caso di gestioni unitarie, i concessionari potranno determinare le modalità di affidamento congiunto delle attività oil e non oil;

Destinazione particolare di area: potranno essere previste aree specializzate, opportunamente adeguate, con particolari servizi resi all’utenza, quali: erogazione di nuovi carburanti tipo metano e/o ricariche elettriche, aree attrezzate per i mezzi pesanti con particolare attenzione agli utenti fidelizzati.

L’eventuale esclusione dell’attività cosiddetta di «sottopensilina», disciplinata dalla Legge 24 marzo 2012 n. 27, potrà avvenire solo in caso di oggettivi impedimenti tecnici e strutturali, i quali dovranno essere accertati dal Concedente nel rispetto dei diversi livelli di servizio programmati.
Per l’attività di «sottopensilina» sarà previsto un meccanismo di compensazione delle royalty che ridurrà il corrispettivo dello affidatario del servizio di ristorazione presente nell’area, secondo le modalità e gli importi specificati nelle procedure concorsuali.

C) Investimenti programmati.

Qualora, a seguito di procedimenti competitivi già espletati negli scorsi anni, sulle aree di servizio determinate a seguito del piano di razionalizzazione, siano previsti a carico degli affidatari investimenti infrastrutturali, ancora da effettuarsi, che non abbiano più motivazioni commerciali a fronte delle mutate condizioni di mercato, i soggetti interessati potranno proporre alle concessionarie soluzioni alternative (es. investimenti commerciali, ambientali e per nuovi carburanti tipo metano/elettrico) allo scopo di migliorare la qualità del servizio offerto alla clientela e ottimizzarne la struttura dei costi.

Per quanto non disciplinato dal presente Atto di indirizzo, restano validi i principi contenuti nell’Atto d’indirizzo del Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti del 29 marzo 2013 in tema di criteri per l’affidamento dei servizi di distribuzione carbolubrificanti e delle attività commerciali e ristorative nelle aree di servizio delle reti autostradali.>>

Nota informativa
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