Interrogato in aula su quali provvedimenti il Governo intenda assumere nei confronti dei rapporti commerciali e contrattuali della categoria dei…
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ILLEGALITÀ CARBURANTI, LA MAXI OPERAZIONE DI VENEZIA— 26 Gennaio 2017Riportiamo per gentile concessione quanto pubblicato nella giornata di ieri [e ripreso sugli organi di stampa] da STAFFETTA QUOTIDIANA relativamente ad una rilevantissima operazione di contrasto all’illegalità nel settore carburanti: È in corso una operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla procura di Venezia ed eseguita dalla Guardia di Finanza in 5 regioni [Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Umbria], con controlli su punti vendita carburanti e depositi per sgominare un traffico di carburanti immessi in commercio con evasione di IVA e a volte di accisa. Un traffico che il Procuratore Capo facente funzione di Venezia, Carlo NORDIO [in foto], ha definito, nella conferenza stampa in corso presso gli uffici della GUARDIA DI FINANZA di Mestre, «colossale». Sono 31 gli indagati per un traffico illecito che in due anni [2015-2016] ha riguardato 400 milioni di litri di benzina e gasolio e un’evasione per il solo 2015 di 26 milioni di euro tra iva [23 mln] e accise [3 mln] rispetto a una base imponibile non dichiarata di oltre 120 mln. L’operazione, sottolineano i militari della Gdf, è partita dalla constatazione di prezzi «anomali» in quanto troppo bassi, e grazie alla testimonianza e alla collaborazione di operatori che rifiutavano di partecipare alle operazioni illecite, ricevendone un danno concorrenziale. Oltre ai reati tributari è stata contestata anche la ricettazione e l’associazione a delinquere. Trenta le società coinvolte tra distributori, trader e titolari di depositi. Sono duecentocinquanta i punti vendita in tutta Italia oggetto delle contestazioni di ricettazione. Oggi è stato sequestrato carburante in provincia di Venezia [18 milioni di litri].
Più nel dettaglio, informa la Gdf in una nota, «la delicata e complessa operazione odierna conclude una importante indagine in corso dal novembre del 2015 volta a disarticolare 4 organizzazioni criminali dedite alle frodi nel settore dei carburanti per autotrazione. Tutto ha preso avvio – spiegano i militari – da una specifica analisi di rischio attivata dai finanzieri della locale sezione “Oli minerali” e dai successivi riscontri sul terreno che hanno consentito di verificare l’esistenza di significative differenze di prezzo alla pompa tra gestore e gestore, non giustificabili attraverso le normali dinamiche di mercato». «Le conseguenti attività di osservazione e pedinamento di autobotti, l’acquisizione di copiosissima documentazione commerciale e una consulenza tecnica, ordinata dalla Procura, sulle componenti del prezzo dei prodotti petroliferi hanno completato il quadro», continua la Gdf. «Il complesso e vasto meccanismo fraudolento, ormai consolidato, è stato realizzato attraverso la classica interposizione di società “cartiere”, quelle cioè poste tra il fornitore ed il destinatario finale che, poi, non versano allo Stato l’Iva incassata. In altri casi – si legge sempre nel comunicato – la società interposta dichiarava di essere un esportatore abituale e, potendo acquistare carburanti senza l’applicazione dell’Iva, lucrava sulla differenza con l’imposta incassata in vendita e mai versata all’erario».
Gli avvisi di garanzia ai trentuno indagati sono stati notificati in varie località italiane, in particolare, Roma, Milano, Napoli, Como, Varese, Perugia, Piacenza, Treviso, Padova e Rovigo. I reati contestati, vanno dall’associazione per delinquere, all’omessa presentazione della dichiarazione, dalla presentazione di dichiarazione infedele alla sottrazione al pagamento dell’accisa, dalla ricettazione all’occultamento della documentazione contabile. |
LA SCOMPARSA DI IVANOE PANINI— 26 Gennaio 2017Ivanoe PANINI, storico Segretario nazionale della FIGISC ed impegnato poi in altre strutture della Confcommercio, è venuto a mancare, all’età di 82 anni e dopo lunga malattia, il 25 gennaio e le sue esequie sono state celebrate oggi a Grottaferrata, il paese in cui è vissuto ed a cui è stato legato da lunga partecipazione alla vita sociale. «Uomo dotato di grande simpatia, socievole, Panini ha caratterizzato per anni la vita sociale e politica locale con la sua passione ed il suo impegno» scrive un giornale online della zona commemorandone la figura «Mancheranno la sua battuta pronta e la voglia di essere presente ai confronti cittadini, ma sopratutto mancherà, a chi lo ha conosciuto, la sua straordinaria capacità di non essere mai banale e di appassionarsi e discutere della sua visione della politica e del mondo». Così il ricordo di Maurizio MICHELI, Presidente nazionale, che ha voluto estendere la triste notizia agli organismi sociali della Federazione: «…molti di voi, si ricorderanno sicuramente dello storico Segretario della nostra Federazione, Ivanoe Panini. Mi piace ricordare, di Ivanoe, la grande professionalità e dedizione nello svolgimento del suo ruolo di Segretario Nazionale senza mai dimenticare la grande umanità ed una travolgente e naturale simpatia che trasmetteva a tutti noi. Con Lui, come già è avvenuto per altri storici dirigenti politici della nostra Organizzazione, si perde un pezzo della nostra vita e storia sindacale». Ma è una perdita che possiamo recuperare nel ricordo della Sua figura, e – così che, nella vivida memoria delle persone che hanno contribuito a farla, riviva la storia del nostro passato, che ci accompagna attraverso un difficile presente e nel dovere e nell’impresa di immaginare ancora un futuro della nostra gente. Alla famiglia di Ivanoe PANINI vanno le più autenticamente sentite condoglianze della FIGISC e di tutti i Gestori che via appartengono. |
FAIB FEGICA E FIGISC/ANISA SU VENDITA TOTALERG— 26 Gennaio 2017Comunicato del 16 gennaio 2017 La vendita di TOTALERG è l’ulteriore gravissimo passo verso la completa disgregazione di un settore strategico. Chiesto l’intervento del Governo per impedire conseguenze pesanti su approvvigionamenti, livelli occupazionali e presidio contro l’illegalità Entro pochissimi giorni si chiuderanno i termini per la presentazione delle manifestazioni d’interesse all’acquisto di TOTALERG, dando praticamente il via alla fase conclusiva della vendita di una delle maggiori Compagnie petrolifere operanti in Italia. É quanto si legge in un comunicato congiunto delle Organizzazioni di Categoria dei gestori, FAIB Confesercenti, FEGICA Cisl e FIGISC/ANISA Confcommercio. Si tratta del nuovo ed ennesimo evento – prosegue la nota sindacale – che spinge un intero settore industriale e produttivo strategico per l’approvvigionamento energetico del Paese e per la mobilità dei suoi cittadini verso la più completa ed irrimediabile disgregazione. Operazione che sancisce la chiusura di una tra le più importanti realtà industriali italiane e, al tempo stesso, fa seguire l’uscita dal nostro Paese di un’altra multinazionale del petrolio – la Total – a quelle già recentemente consumate o in via di realizzazione, come Shell ed Exxon Mobil. Già solo questo dovrebbe consigliare se non costringere il Governo ed il Parlamento ad un intervento preventivo e deciso a tutela dell’interesse collettivo, sia in termini di investimenti che di sicurezza energetica, oltreché per difendere e tutelare migliaia di posti di lavoro, tra dipendenti aziendali, gestori e addetti alla distribuzione carburanti, che sono messi fatalmente a rischio, anche in considerazione della platea di soggetti che sembrano interessati all’acquisto con mire esclusivamente speculative. Tuttavia, oltre alla politica un tale scenario dovrebbe principalmente preoccupare anche e forse soprattutto il resto del mondo industriale che, indipendentemente dal profilo commerciale e concorrenziale di TotalErg, dovrebbe aver imparato a proprie spese come i vuoti lasciati nella filiera da soggetti solidamente integrati, possono facilmente diventare terreno di coltura per quei già dilaganti comportamenti illegali o elusivi che con ogni evidenza fanno della distribuzione carburanti il settore maggiormente esposto ad una tale emergenza. Alla luce di una tale analisi di scenario – conclude il comunicato congiunto – le Organizzazioni di Categoria dei gestori, stabilendo di mettere allo studio ogni possibile iniziativa, anche in coordinamento con i Sindacati dei lavoratori dipendenti, tesa a contrastare la realizzazione dei pericoli denunciati, oltreché a tutela dei diritti legittimamente rappresentati, hanno deciso di richiedere un incontro urgente al Ministro dello Sviluppo Economico. |
ILLEGALITÀ E REGOLE: PER MAGGIORE CHIAREZZA— 26 Gennaio 2017Intervenendo in merito al comunicato stampa su TOTALERG pubblicato più sopra, ESSO, per la parte che specificamente la riguarda precisa che «In riferimento all’articolo “TotalErg, offerte entro il 25 gennaio” pubblicato il 16 gennaio sulla STAFFETTA QUOTIDIANA e, in particolare, a quanto riportato in virgolettato dal comunicato congiunto delle organizzazioni di categoria dei gestori – FAIB, FEGICA E FIGISC/ANISA – …. quanto indicato in merito all’uscita della Esso dal mercato italiano è privo di fondamento». Secondo la Direzione Relazioni Esterne e Istituzionali dell’azienda, invece «La Esso Italiana sta, piuttosto, adottando progressivamente un diverso modello di gestione delle attività Rete secondo il modello “Branded Wholesaler” (cosiddetto “grossista con marchio”). Come già evidenziato in passato e dimostrato nelle aree in cui il modello è già stato adottato, questa scelta non rappresenta l’uscita della Esso dal mercato italiano, ma una diversa opportunità strategica per sostenere il business delle attività di distribuzione e vendita carburanti Rete. … Presso le stazioni di servizio a marchio Esso, di proprietà dei “Branded Wholesaler”, i consumatori continuano quindi a trovare prodotti Esso di alta qualità, un’ampia gamma di offerte marketing e possono utilizzare le carte carburante Esso Card». Una precisazione che lascia i fatti così come sono: i prodotti Esso si possono certo ancora trovare, ma Esso sta da anni gradualmente cedendo la propria rete, punto e basta. Se non è zuppa di pane chiamiamola pure pan bagnato. A sua volta STAFFETTA commenta, con due distinti e successivi passaggi, la presa di posizione delle organizzazioni di categoria. Dapprima, dopo aver aggiornato sulla situazione [«Le ultime voci danno prevalente l’interesse di fondi. E da qui, evidentemente, l’allarme dei gestori. Pur non essendo in alcuni casi nuovi al settore della distribuzione carburanti, i fondi avranno evidentemente come obiettivo quello di valorizzare i singoli asset. E d’altronde non è ancora neanche chiaro cosa sia effettivamente in vendita, se tutto il “pacchetto” TotalErg, o se l’offerta riguardi già uno “spezzatino”»], afferma che «L’allarme delle associazioni dei gestori è condivisibile, forse un po’ tardivo, se non altro perché sottolinea come il settore della distribuzione carburanti in Italia non sia più attraente». Qualche giorno dopo, aggiungendo che «Alle associazioni dei gestori va dato il merito di aver sollevato pubblicamente la questione del “significato” di questa vendita e di avere offerto l’occasione per aprire un dibattito», pone anche alcuni fondati interrogativi: «Faib Fegica e Figisc hanno manifestato la preoccupazione che i possibili acquirenti abbiano intenzioni sostanzialmente speculative. È davvero un male che, come sembra, siano soprattutto fondi di investimento a essere interessati all’acquisto di TotalErg? Quali sarebbero gli effetti positivi, quali quelli negativi? È sensato dire, come fanno i sindacati, che l’eventuale ingresso di fondi sarebbe una porta aperta al dilagare dell’illegalità?» e, ancora: «Il richiamo alla presenza di società “sane”, forti e “integrate”, espresso di recente dal presidente UP Spinaci, troverà un riscontro nell’evoluzione del settore a partire dalle “sue” stesse società?»…. Per buona memoria, e appena un po’ prima del 16 gennaio 2017 [si veda Figisc Anisa News n. 20 del 07.09.2016 «Smontaggio della rete: TOTALERG mette in vendita la sua»], FIGISC faceva notare che « Solo immaginiamoci – tanto per fare un esempio estremo – cosa vuol dire andare a discutere di tali rapporti, per dire, con un fondo di investimento, le cui logiche sono le più remote e le più svincolate dai contenuti e dalle forme con cui siamo avvezzi a ragionare da una vita in questo settore…». Quanto ai sindacati dei lavoratori – con i quali, nel comunicato del 16 gennaio, si auspica un «coordinamento» – essi si sono rivolti sin dal 20.10.2016 – anche senza «coordinamento» – al Ministero [come ha notiziato, ad esempio, QUOTIDIANO ENERGIA in data 17 e 21 ottobre 2016] lamentando la «reticenza mostrata dalla società» alle richieste di informazioni di FILCTEM, Femca, Uiltec, per le quali «è l’intero sistema di approvvigionamento e distribuzione che rischia di essere messo a repentaglio nel Paese in un settore, quello energetico, strategico per l’Italia». Fin qui la cronaca, anche ormai datata, e restiamo in attesa di capire cosa sia successo il 25 gennaio sulla partita delle offerte e dei soggetti interessati. Tentiamo invece di contribuire agli interrogativi posti da STAFFETTA, ponendo semmai una ulteriore riflessione sulla «illegalità» e sulle «regole» in relazione ai rischi per entrambi questi aspetti derivanti dalla trasformazione degli assetti della rete distributiva. L’«illegalità» nel settore è, per essere chiari, la commissione di condotte – quali quelle esposte nell’articolo di apertura di questo stesso numero di Figisc Anisa News -, in cui l’operazione di Venezia, coordinata da un Procuratore Capo di assoluta esperienza ed autorevolezza come Carlo NORDIO, evidenzia – peraltro in quantità diciamo «industriali» – l’emersione di reati quali associazione per delinquere finalizzata alla loro commissione, violazione degli obblighi fiscali avente rilevanza penale, sottrazione dell’accisa, ricettazione, occultamento o contraffazione di documentazione, comportamento fraudolento, ecc. Le «regole» nel settore sarebbero [usiamo il condizionale e non a caso] a) il quadro degli istituti contrattuali e degli accordi economici che definiscono il rapporto tra da un lato aziende, siano esse le major petrolifere e/o comunque le imprese integrate od indipendenti che siano della distribuzione carburanti, e dall’altro «gestori», siano essi quelli tradizionalmente codificati dalla normativa di settore tanto quelli che comunque svolgono la fase finale del servizio distributivo; b) le regole di accesso al mercato, al prodotto, al prezzo, ecc. Attengono – dal momento che esse sono regolarmente disattese, eluse, piegate alla convenienza od alle politiche commerciali del momento e che ciò determina per la parte più debole la percezione di un profondo e diffuso senso di «ingiustizia» ed il patimento di un danno economico reale e gravissimo – ai rapporti commerciali ed all’abuso di dipendenza economica nei rapporti stessi, al campo della controversia, del contenzioso legale civile. E non a caso, sempre per rinfrescare la memoria, su quello stesso numero di Figisc Anisa News n. 20 del 07.09.2016, FIGISC faceva notare che «Oltre alle incertezze sul “chi compra” solo nel senso più banale del gossip finanziario-industriale [individuare “il” soggetto], il “chi compra” riguarda le logiche con cui – specie se il soggetto può anche essere diverso dal tradizionale operatore del settore – si approccia al business distributivo dei carburanti, peraltro in una congiuntura di settore che è la peggiore della sua storia. Dal punto di osservazione della categoria dei gestori è un ulteriore chiodo sulla precarizzazione [e si ricorda che un accordo aziendale con TOTALERG risale al 06.07.2015, appena un anno fa] di una fetta di gestori che vale oltre il 15 % dell’intera categoria, la conferma del processo di terziarizzazione del settore, il progressivo smarrimento del quadro dei rapporti economici e normativi con le controparti “naturali” della rete distributiva.». Ciò premesso, può essere che sia «mediaticamente» premiante, o conveniente, mettere questi due diversi aspetti – «illegalità» e «regole» – assieme in un unico calderone, ma forse le due cose, ancorché convivano nel settore, non sono esattamente assimilabili né è questo il servizio più utile alla comprensione delle misure da adottare per contrastare e rimuovere il dilagare della prima od il ripristino delle seconde. Anche perché le vittime reali di questo stato di cose e dei rischi presenti e futuri di un suo peggioramento non sono tanto le organizzazioni di categoria dei gestori [come qualche «sfortunata» sentenza (esempio TAMOIL) ha sancito], quanto, in mille forme dirette ed indirette, i gestori stessi che esse rappresentano [e su quanto e su come i gestori si sentano oggi rappresentati dalle medesime dovrebbe essere argomento di una sofferta riflessione]. Se, infatti, l’«illegalità» va, senza tanti giri di parole, con ogni mezzo rimossa e stroncata ovunque si annidi – essa, infatti, scontate peraltro tutte le considerazioni di ordine etico e di cultura della legalità, distorce ed inquina gravemente il mercato ed è quindi una «minaccia» reale per chi vi opera -, il problema delle «regole» è questione di misure. Grosso modo c’è uno step che riguarda un «tagliando» [ossia una revisione] da fare alle leggi di settore che già ci sono per un ripristino di regole sul versante degli accordi e dei contratti: dare «contenuti» e non solo «principi» alla legge 27/2012 in materia di contratti, ossia, a) tutelare con un principio di continuità [già adoperato per esempio nella rete autostradale con il decreto 09.08.2015] nelle fasi di dismissione delle reti i contratti dei gestori in essere; b) adottare dei deterrenti per le parti che non intendano rinegoziare gli accordi aziendali; c) idem per la mancata negoziazione di figure contrattuali alternative, che deve strutturarsi attraverso un rapporto diretto con le aziende stesse, in caso di inerzia della rappresentanza industriale, rimuovendo l’impasse determinato dall’obbligo di concertare solo con Unione Petrolifera; d) esplicitare il principio delle cosiddette «eque condizioni» in termini che consentano la determinazione del danno eventualmente apportato alla parte soccombente in caso di inosservanza; e) concordare un protocollo generale di best practices che riaffermi la giustificazione economica per la parte finale della filiera [per intenderci, sulla falsariga del «Protocollo di Berlino 2015» di cui si è parlato più volte su Figisc Anisa News]. C’è poi – ma i due «gradini» sono da affrontare in contemporanea e con pari grado di rilievo – uno step che riguarda l’accesso al mercato, al prodotto ed al prezzo: lo «svecchiamento» di un sistema basato su una filiera rigida del prezzo e delle figure contrattuali, che costa al consumatore più di quanto non costi nel circuito indipendente della rete, e che rappresenta il nocciolo di uno sviluppo [o di una involuzione, in senso contrario] della distribuzione, in una logica ben più innovativa di quanto non rappresenti la mera dismissione «spacchettata» della rete delle petrolifere a terzi, come è già avvenuto, sta avvenendo ed avverrà per via di una trasformazione strutturale del segmento. Sembra – ma ovviamente è solo un’opinione personale, come sempre – che questo debba/possa essere un piano ragionevole di iniziativa e propositività da parte della Categoria. Diversamente, ovvero in assenza di una strategia di insieme, si rischia di attardarsi a confondere strumentalmente i piani tra «illegalità» e «regole», con effetti talora francamente – ma è sempre un’opinione – sconcertanti. Ad esempio, per dirne uno: Unione Petrolifera sembra dire – ma a questo punto pare avere trovato più di una sponda! – che non vi è «legalità» se non all’interno del proprio sistema di mercato e relazioni e che ciò che è al di fuori è tout court illegale, per il solo fatto di essere «fuori». Eppure sono le aziende petrolifere che – oltre a praticare una concezione delle «regole» assai opinabile con i propri gestori [stiamo usando eufemismi] – mettono in vendita le proprie reti [o determinano accessi «condizionati» al mercato, al prodotto ed al prezzo (stiamo sempre usando eufemismi)] che creano quei rischi di «illegalità» che vengono paventati nel comunicato del 16 gennaio. Decisamente sembra che le questioni siano altre… [G.M.] |
IL PARERE LEGALE – 1— 26 Gennaio 2017Comincia da questo numero – e troverà spazi più ampi ed articolati nei numeri a venire – una rubrica che andiamo ad intitolare appunto «Il parere legale», formulata sulla collaborazione avviata da FIGISC con lo Studio Legale Associato AUDITORIUM di Roma, che riunisce un pool di legali e di esperti di counseling nelle persone degli avvocati R. Savarese, S. Testa, L. Vellone, D. Meringolo, C. De Santis, V. Savarese e C. Mancini. Basata, col metodo di rispondere ad un quesito, su questioni di controversia usuali di maggiore o minore complessità – ma anche su problematiche di fondo che possono interessare la categoria nel rapporto con le controparti commerciali – la rubrica pone in questo primo numero una tematica, ancorché di spessore che possiamo definire «minore», abbastanza ricorrente. Oggetto: QUESITO SULL’ESERCIZIO ARBITRARIO DI PROPRIE RAGIONI CON VIOLENZA SULLE COSE. QUESITO DEL GESTORE: Il contratto di cessione gratuita dell’uso dell’impianto di distribuzione di prodotti petroliferi del quale sono titolare è scaduto. La Compagnia mi ha cambiato la serratura senza intraprendere l’azione di sfratto. È legale? RISPOSTA AL QUESITO: Il comportamento tenuto dalla Compagnia potrebbe essere idoneo a caratterizzare il reato di cui all’art. 392 del codice penale (esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose). La giurisprudenza ritiene, infatti, che risponde del reato di cui all’art. 392 c.p. il proprietario di un bene immobile che, una volta scaduto il contratto di locazione o di comodato, di fronte all’inottemperanza del conduttore dell’obbligo di rilascio, anziché ricorrere al giudice con l’azione di sfratto, si fa ragione da sé, sostituendo la serratura della porta di accesso e apponendovi un lucchetto. Ne consegue che non dovrebbe rispondere del reato in analisi il locatore che provvede alla sostituzione della serratura dell’immobile locato dopo aver ricevuto la convalida dello sfratto nei confronti del conduttore. Il comportamento della Compagnia può essere sanzionato solo a querela del Gestore entro tre mesi dalla notizia dell’avvenimento e può determinare dei danni che potranno essere risarciti al Gestore in sede civile. |
PAOLO CASTELLANA ALLA GUIDA CONFIDI CONFCOMMERCIO PUGLIA— 26 Gennaio 2017Nuova governance in CONFIDI Confcommercio Puglia: per il triennio 2017-2019, infatti, il testimone è passato dal Presidente «storico», Giuseppe SEBASTIO, a Paolo CASTELLANA, noto imprenditore di Martina Franca, già consigliere della BCC Banca di Taranto, con un altrettanto lungo trascorso nel sistema Confcommercio, sia livello nazionale dove è Vicepresidente della FIGISC – l’associazione dei distributori di carburanti -, che a livello territoriale, ove ricopre la carica di Presidente regionale e provinciale della medesima categoria. Paolo Castellana è anche amministratore di Confcommercio Taranto e di Sistema Impresa. Il precedente mandato può legittimamente avocare a sè una lunga storia contrassegnata da passaggi importanti e da cambiamenti (da ultimo le fusioni tra i due confidi aderenti a Confcommercio più importanti della regione) che hanno condotto il Confidi Confcommercio Puglia agli attuali livelli. In soli tre anni, a partire dal 2013, il Confidi è divenuto – a livello nazionale – il primo tra tutti i confidi minori aderenti alla FEDERASCOMFIDI, la federazione che raggruppa tutti i consorzi garanzia fidi nazionali promossi da Confcommercio, divenendo così un modello per tutto il sistema nonché un progetto pilota citato ad esempio in altri territori. La nuova dirigenza, guidata da Paolo Castellana, trova dunque un’organizzazione efficiente e un confidi proiettato verso nuovi importanti traguardi che contribuiranno a rafforzare la penetrazione del Confidi Confcommercio Puglia nel tessuto imprenditoriale regionale. A breve, tramite FINPROMOTER, il Confidi potrà erogare microprestiti, potendo così contare su una nuova operatività legata ai finanziamenti diretti. Si tratta di un importante risultato nel mondo dei confidi, che consentirà di rafforzare il filo diretto tra il confidi e le imprese non costrette a dover necessaria mente passare dal sistema bancario per l’ottenimento di un prestito. Negli ultimi mesi, inoltre, il Medio Credito Centrale ha concesso l’accreditamento come «Confidi rating», ciò significa procedure semplificate nell’iter di rilascio delle controgaranzie, con importanti riflessi per tutte le aziende associate. Dunque, un passaggio del testimone nel segno della continuità e nel contempo del rinnovamento per il raggiungimento di nuovi importanti traguardi, migliorativi del ruolo e delle competenze di Confidi Confcommercio Puglia. Al collega Paolo CASTELLANA, apprezzato e prezioso dirigente nazionale, vanno le più vive felicitazioni della FIGISC, unitamente ai migliori auguri di proficuo lavoro per la nuova importante responsabilità assunta nel sistema CONFCOMMERCIO. |
CONSUMI GASOLIO, BENZINA E GPL: DICEMBRE -3,69 %, ANNO 2016 +0,33 %— 26 Gennaio 2017Scrive STAFFETTA QUOTIDIANA che «Dopo l’aumento di oltre 2 milioni di tonnellate registrato nel 2015, i consumi petroliferi italiani sono tornati a calare. Nei dodici mesi le vendite di prodotti petroliferi si sono attestate a 59 milioni 637 mila tonnellate, in calo di 331.000 t, ovvero dello 0,6%, rispetto al 2015, quando si consumarono 59 milioni 968 mila tonnellate. Nel mese di dicembre le immatricolazioni di autovetture nuove sono aumentate del 13,1%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 57,7% del totale (era il 56,5% nel dicembre 2015), mentre quelle di benzina il 31%. Quanto alle altre alimentazioni, nel mese considerato, il peso delle ibride sale al 2,8%, quello delle elettriche allo 0,2%, e quello del GPL e del metano rispettivamente risalgono al 6,1% e al 2,3%. Nel 2016 le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in crescita del 15,8%, con quelle diesel a coprire il 57% del totale, mentre quelle di benzina il 32,8%. Le auto ibride hanno coperto il 2,1% delle nuove immatricolazioni, le elettriche si confermano allo 0,1%, quelle alimentate a GPL e a metano al 5,6% e al 2,4%». Nel dettaglio dei dati relativi al mese di dicembre ed all’intero periodo anno 2016 il confronto con i medesimi periodi dell’anno 2015 evidenzia i seguenti risultati. Relativamente ai dati dei consumi provvisori sommati di benzina e gasolio mensili rispetto alle stesse mensilità dell’anno 2015, DICEMBRE rispetto al dicembre 2015, registra – con una giornata di consegne in meno – un decremento del -4,14 % [da 3,721 a 3,567 miliardi di litri], con una flessione del -2,17 % in extrarete [da 1,258 a 1,231 miliardi di litri] ed una diminuzione del -5,15 % in rete [da 2,463 a 2,336 miliardi di litri]. A ciò si aggiunga che i consumi di gpl per autotrazione del mese sono in incremento del +2,80 % sullo stesso mese del 2015 [da 250 a 267 milioni di litri]. Il confronto di tutte e dodici le mensilità del 2016 sulle medesime mensilità del 2015 per la somma dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione [somma di rete ed extrarete] è così dettagliato: – gennaio 2016 su gennaio 2015: -1,48 % – febbraio 2016 su febbraio 2015: +6,92 % – marzo 2016 su marzo 2015: +3,30 % – aprile 2016 su aprile 2015: -2,50 % – maggio 2016 su maggio 2015: +3,98 % – giugno 2016 su giugno 2015: -1,49 % – luglio 2016 su luglio 2015: -6,85 % – agosto 2016 su agosto 2015: +5,07 % – settembre 2016 su settembre 2015: +3,55 % – ottobre 2016 su ottobre 2015: -3,73 % – novembre 2016 su novembre 2015: +1,72 % – dicembre 2016 su dicembre 2015: -4,14 %. I consumi di benzina perdono complessivamente un -7,31 % [da 1,105 a 1,024 miliardi di litri], con un segno negativo del -7,80 % [da 883 ad 815 milioni di litri] in rete ed un segno negativo del -5,39 % in extrarete [da 221 a 209 milioni di litri], mentre quelli di gasolio flettono in tutto di un -2,80 % [da 2,617 a 2,543 miliardi di litri], con una diminuzione di -3,67 % per la rete [da 1,580 a 1,522 miliardi di litri] e più contenuta di -1,48 % in extrarete [da 1,037 a 1,021 miliardi di litri]. Sulla somma dei consumi di benzina, gasolio e gpl, quest’ultimo nel mese di dicembre 2016 raggiunge una quota del 6,97 %, la benzina ha una quota del 26,70 % ed il gasolio del 66,33 %. La somma di consumi di benzina, gasolio e gpl marca un decremento di -3,69 % sul mese di dicembre [da 3,981 a 3,834 miliardi di litri, con un saldo passivo di 147 milioni di litri, dato da -81 milioni di litri di benzina, -73 di gasolio e +7 di gpl]. Per quanto riguarda il PERIODO GENNAIO-DICEMBRE, si evidenzia per i consumi sommati di benzina e gasolio un incremento del +0,18 % [era di +0,59 % sul progressivo gennaio-novembre] sullo stesso periodo del 2015 per la somma dei consumi in rete ed extrarete di benzina e gasolio [da 42,280 a 42,358 miliardi di litri], un incremento del +1,02 % [era un +1,29 % sul progressivo gennaio-novembre] in extrarete [da 14,518 a 14,666 miliardi di litri] ed una flessione del -0,25 % [era di +0,22 % sul progressivo gennaio-novembre] in rete [da 27,762 a 27,692 miliardi di litri]. Il confronto di tutti i progressivi mensilmente crescenti del 2016 sui medesimi periodi del 2015 per la somma dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione [somma di rete ed extrarete] è così dettagliato: – gennaio 2016 su gennaio 2015: -1,48 % – gennaio-febbraio 2016 su gennaio-febbraio 2015: +2,66 % – gennaio-marzo 2016 su gennaio-marzo 2015: +2,88 % – gennaio-aprile 2016 su gennaio-aprile 2015: +1,35 % – gennaio-maggio 2016 su gennaio-maggio 2015: +2,15 % – gennaio-giugno 2016 su gennaio-giugno 2015: +1,50 % – gennaio-luglio 2016 su gennaio-luglio 2015: +0,06 % – gennaio-agosto 2016 su gennaio-agosto 2015: +1,05 % – gennaio-settembre 2016 su gennaio-settembre 2015: +0,89 % – gennaio-ottobre 2016 su gennaio-ottobre 2015: +0,42 % – gennaio-novembre 2016 su gennaio-novembre 2015: +0,59 % – gennaio-dicembre 2016 su gennaio-dicembre 2015: +0,18 %. I consumi complessivi di benzina diminuiscono di -1,56 % [(era un -0,99 % sul progressivo gennaio-novembre), da 12,499 a 12,305 miliardi di litri], con segno negativo di -2,70 % in rete [(che era un -2,19 % sul progressivo gennaio-novembre), da 10,068 a 9,796 miliardi di litri] ed in incremento di +3,16 % in extrarete [(+4,01 % sul progressivo gennaio-novembre), da 2,432 a 2,509 miliardi di litri], mentre quelli complessivi di gasolio guadagnano un +0,91 % [(era un +1,25 % sul progressivo gennaio-novembre), da 29,781 a 30,053 miliardi di litri], con un aumento di +1,14 % per la rete [(era un +1,60 % sul progressivo gennaio-novembre), da 17,695 a 17,896 miliardi di litri] ed un incremento di +0,59 % in extrarete [(che era +0,74 % sul progressivo gennaio-novembre), da 12,086 a 12,157 miliardi di litri]. I consumi di gpl autotrazione del periodo sono in incremento del +2,43 % [(dal +2,39 % sul progressivo gennaio-novembre), da 2,996 a 3,069 miliardi di litri] sullo stesso periodo del 2015. Sulla somma dei consumi di benzina, gasolio e gpl, quest’ultimo nell’intero anno 2016 raggiunge una quota del 6,75 %, la benzina ha una quota del 27,09 % ed il gasolio del 66,16 %. Inoltre, la somma di consumi di benzina, gasolio e gpl marca un incremento di +0,33 % sull’intero 2015 [da 45,277 a 45,427 miliardi di litri, con un saldo attivo di 150 milioni di litri, dato da +272 milioni di litri di gasolio, +73 di gpl e -195 di benzina]. Nell’arco di dieci anni – dal 2007 al 2016 – i consumi per prodotto del periodo gennaio-dicembre si sono così modificati: benzina -36,87 % in rete [da 15,516 a 9,796 miliardi di litri], +196,57 % in extrarete [da 0,846 a 2,509 miliardi di litri]; gasolio -10,32 % in rete [da 19,955 a 17,896 miliardi di litri], +5,37 % in extrarete % [da 11,537 a 12,157 miliardi di litri], somma di benzina e gasolio -21,93 % in rete [da 35,471 a 27,692 miliardi di litri], +18,44 % in extrarete [da 12,383 a 14,666 miliardi di litri]; gpl autotrazione +69,28 % [da 1,813 a 3,069 miliardi di litri]. |