QUOTE MERCATO RETE: PETROLIFERE – 30 %, NO-LOGO +387 %

QUOTE MERCATO RETE: PETROLIFERE – 30 %, NO-LOGO +387 %

Nei giorni scorsi, a quasi tre anni di distanza dal dato precedente, che infatti si riferiva al 2011, STAFFETTA ha pubblicato le quote di mercato rete: «nei tre anni in considerazione salta agli occhi il travaso di volumi da ENI alle pompe bianche: il Cane a sei zampe perde oltre cinque punti percentuali, i “bianchi” ne acquistano 7,9, raddoppiando quasi la propria “fetta”. Perdono, ma sensibilmente di meno, anche TOTALERG [-1,2 punti], TAMOIL [-1,1] e IP [-0,8], mentre guadagna qualcosa ESSO [+0,1]. Discorso a parte per KUPIT e SHELL: nel 2011 le quote dei due operatori sommate ammontavano al 16,8 %, nel 2014 KUPIT, dopo l’acquisizione di SHELL, al 17,2 %, con un aumento di 0,4 punti percentuali. La dinamica é ancora più accentuata se si considera l’ultimo quinquennio. In questo caso a salvarsi [oltre alle pompe bianche che guadagnano 10 punti percentuali] è la sola ESSO con un +0,2».

FIGISC ha provato a calcolare le modificazioni intervenute nell’ultimo decennio, andando a recuperare i dati dal 2005 al 2014, tenendo conto che mentre gli ultimi dati sulle quote [2011 e 2014] sono la risultante della somma di benzina e gasolio, quelli antecedenti [2005 e 2008] erano distinti tra i due prodotti e pertanto si sono dovuti rielaborare in base al mix delle quote di vendite sul mercato complessivo. E sul concetto di mercato «complessivo» si è dovuto tenere conto dei volumi contabilizzati «impropriamente» in extrarete e che tornano sulla rete a tutti gli effetti.

Tuttavia, per fare un esempio, quando un’azienda perde cinque punti sul mercato totale, significa che, se stava quasi al 30 % del mercato e va al 25 %, significa che ha perso quasi il 17 % della propria quota. Così i dati dal 2005 al 2014 rivelano un vero e proprio terremoto negli assetti di mercato, come si può osservare dalla tavola che segue: in dieci anni, infatti, mentre i «bianchi» [ma dentro ci sono anche gli altri operatori genericamente «diversi» dalle major] hanno incrementato la loro quota di ben 496,4 punti percentuali – in pratica quasi quintuplicata -, in ordine dal peggiore al migliore risultato delle major, TAMOIL ha diminuito la prima quota del 27,7 %, API-IP del 23,1 %, TOTALERG del 20,3 %, ENI del 14,7 % ed ESSO del 10,7 %, e solo KUPIT+SHELL avrebbe mantenuto inalterata la propria quota.

MODIFICAZIONE QUOTE MERCATO RETE 2005-2014

qmercato

Ancora peggio va la comparazione decennale se si traduce il problema quote in volumi: premesso che le vendite in rete [ed extrarete «improprio»] hanno subìto una flessione nel decennio pari al 18,3 %, mentre i «bianchi» hanno incrementato i loro volumi di ben 387,3 punti percentuali – in pratica quasi quadruplicata -, in ordine dal peggiore al migliore risultato delle major, TAMOIL ha perso il 40,9 % delle proprie vendite [quasi 23 punti sopra la flessione totale delle vendite], API-IP il 37,2 % [quasi 19 punti sopra la flessione totale delle vendite], TOTALERG il 34,9 % [quasi 17 punti sopra la flessione totale delle vendite], ENI il 30,3 % [quasi 12 punti sopra la flessione totale delle vendite], ed ESSO il 27,1 % [quasi 9 punti sopra la flessione totale delle vendite] e KUPIT + SHELL il 18,3 % [esattamente in linea con la flessione totale delle vendite], come si può vedere dalla tavola seguente.

MODIFICAZIONE VOLUMI VENDITE RETE 2005-2014

qvolumi

In altre parole, se la rete ha perduto in dieci anni vendite per 6,666 miliardi di litri [a causa della lunga crisi economica, delle crescenti imposte sui carburanti, degli alti prezzi del petrolio, delle variazioni dei flussi di traffico, ecc., in varie combinazioni tra questi fattori], le maggiori compagnie hanno perso vendite per 10,617 miliardi di litri, mentre gli altri, ed i «bianchi», in particolare, ne avrebbero guadagnate in ragione di 3,951 miliardi di litri. Stime prudenziali, ovviamente.

Si ripropone spesso ad intervalli di tempo il tema di un «rilancio» del settore, di una specie di auspicato «ravvedimento» della industria petrolifera per ridare valore agli assetti nel sistema distributivo. A dare retta ai numeri del mercato che abbiamo appena esposto, gli appelli al rilancio, forse, non tengono conto dell’evidenza: ossia del disegno lucido, e progressivo, che la medesima industria petrolifera persegue, magari non sempre con linearità, della terziarizzazione della fase distributiva.

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