COMUNICATO FAIB AUTOSTRADE, FEGICA, ANISA DEL 16.12.2015

COMUNICATO FAIB AUTOSTRADE, FEGICA, ANISA DEL 16.12.2015

 

Comunicato congiunto

del 16 dicembre 2015

AUTOSTRADE. UN PASTICCIO INDEGNO DOMINA LE GARE PER L’ASSEGNAZIONE DELLE AREE DI SERVIZIO.

LE DECINE DI RICORSI AL TAR SUL DECRETO FERRAGOSTANO DI MIT E MISE E L’ANDAMENTO OSCURO E A SINGHIOZZO DELLE PROCEDURE DI GARA DEI CONCESSIONARI.

E ALCUNE FRA LE COMPAGNIE PETROLIFERE CHE PUBBLICAMENTE SI SCAGLIANO CONTRO L’ALTO LIVELLO DELLE ROYALTY, NEL CHIUSO DELLE “BUSTE” RADDOPPIANO LE BASI D’ASTA E ARRIVANO A OFFRIRE FINO AL LIMITE DEI 100 €/KLT.

Un pasticcio indegno e sempre più intricato domina ormai la vicenda della ristrutturazione della rete delle aree di servizio autostradali e delle gare per l’assegnazione dei servizi di distribuzione carburanti e ristorazione.

Vicenda – sarebbe bene tenerlo a mente – che ha per oggetto un bene pubblico dato in concessione (la viabilità autostradale) e interessa direttamente milioni di automobilisti, oltreché la grandissima parte dei beni che vengono trasportati sul territorio nazionale: un volume d’affari gigantesco tra pedaggi, royalty, servizi offerti e prodotti venduti.

Tutte condizioni che richiederebbero un ruolo guida e di controllo da parte delle Istituzioni e dei Ministeri dei Trasporti e dello sviluppo economico in particolare che, al contrario, dopo aver emanato in pieno agosto un Decreto impugnato decine di volte al TAR praticamente da tutti i soggetti interessati, sembrano essersi completamente richiusi nel silenzio e nell’inerzia.

In una tale situazione, molti provano – riuscendoci – a dare il meglio di sé: i concessionari “gestiscono” in modo del tutto opaco e incomprensibile procedure di gara che partono, vengono sospese, poi ripartono senza alcuna razionalità e trasparenza; alcune compagnie petrolifere – dopo aver denunciato pubblicamente i meccanismi di imposizione delle royalty ed il loro eccessivo livello economico – nel chiuso delle “buste” si sfidano a colpi di rilanci.

Si arriva, in alcuni casi, a più che raddoppiare la base d’asta e a produrre offerte mai toccate prima d’ora ormai alle soglie dei 100 euro per mille litri: cifre tanto assurde quanto inspiegabili, se si tiene conto che stando ai dati pubblicati dal Mise, il margine industriale lordo medio (vale a dire la parte del prezzo dei carburanti che, al netto delle tasse e del costo del prodotto, remunera l’intera filiera produttiva fino alla pompa) si attesta sotto i 150.

Un copione già visto nel 2003 e ancor peggio nel 2008, quando la combinazione dei meccanismi di gara imposti dai concessionari e le scellerate offerte dei petrolieri ha portato il prezzo del carburante in autostrada ad essere superiore alla viabilità ordinaria mediamente di 15 cent innescando, con largo anticipo rispetto alla crisi che ha investito l’intero Paese, una discesa verticale dei volumi di vendita – 60% ca nell’ultimo quinquennio – e la conseguente perdita di oltre 2000 posti di lavoro.

Insomma uno spettacolo davvero indegno, che toglie ogni residuo alibi a ciascuno di questi soggetti ed è foriero di esiti e conseguenze disastrose, in ultima analisi, per chi in autostrada ha il proprio lavoro, come i gestori, e per chi, come gli automobilisti, in autostrada dovrebbe poter contare su sicurezza e qualità dell’assistenza degne del servizio pubblico.

Cosa attendono MIT e MISE ad intervenire?

 

 

Nota informativa
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