AUTOSTRADE: DOPO IL DECRETO, I RICORSI. UP CONTRO GESTORI E PRO-GHOST

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Se n’è riferito abbondantemente sui precedenti numeri di Figisc Anisa News [precisamente n. 28 del 13.08, n. 29 del 12.09 e n. 30 del 20.09.2015]: dopo l’uscita del decreto interministeriale e del Piano di ristrutturazione della rete, il quadro si va complicando.

La posizione dei gestori – anche a seguito dell’assemblea nazionale unitaria dello scorso 24 settembre indetta da ANISA, FAIB e FEGICA – è molto netta: è stata, infatti, formalizzata la decisione di presentare un ricorso «mirato» su alcuni punti specifici del decreto. Le riserve delle Organizzazioni di Categoria riguardano in particolare le modalità di indennizzo per i gestori interessati dalle chiusure di impianti ed il pesantissimo ingresso di operatori della ristorazione con conseguente allontanamento dei gestori.
Sul primo punto – si è già fatto osservare – la soluzione data al problema degli indennizzi ai gestori delle aree che verranno chiuse, accorpate, ovvero «riservate» alla ristorazione, risulta assolutamente deludente: perché se, da un lato, si è voluto introdurre, e giustamente, il concetto di indennizzo superando la fumosità assoluta dei testi precedentemente elaborati, dall’altro si sono indicati criteri ed analogie con gli indennizzi del fondo per la rete ordinaria che non sono certo applicabili alla complessità dell’impresa di gestione di un’area autostradale in termini di impegno finanziario e di risorse umane.

E sul secondo punto, stando ad una prima e prudente stima, infatti, delle 119 aree di servizio indicate nel Piano almeno 80 saranno considerate a «prevalenza non oil», vale a dire che saranno aggiudicate ad un marchio della ristorazione che, in questo modo, potrà direttamente gestire anche il servizio carbo-lubrificanti. Questi soggetti, peraltro, vengono inspiegabilmente «esentati» dall’obbligo di assicurare la continuità gestionale e dal dover rispettare la normativa che prescrive l’utilizzo di contratti di comodato regolati dalla medesima legge, oltreché quella che impone la contrattazione collettiva.
Ed ancora, se è vero che si è riusciti ad ottenere garanzie sulla «continuità gestionale» per i Gestori, è anche vero che nel provvedimento ministeriale si è voluta – su esplicito suggerimento delle aziende petrolifere – mettere la pietra tombale sul futuro: la continuità contrattuale – aspetto che è in ballo sin dagli accordi del 2002 – è stata sì concessa, ma per l’ultima volta, con una forzatura che ha voluto fare piazza pulita di qualunque possibile contrattazione tra le parti su questo principio e, comunque, solo per la casistica delle aree che non saranno interessate da processi di accorpamenti o gestioni unitarie dei servizi. Senza contare che gli affidatari potranno «sfilarsi» dall’affidamento dopo soli cinque anni se i volumi di vendite dovessero ridursi, lasciando – senza che nulla sia previsto – letteralmente il gestore «sulla strada».

Oltre all’iniziativa del ricorso alla giustizia amministrativa, l’assemblea dei gestori ha deciso anche una mobilitazione generale per il prossimo 20 ottobre, in coincidenza con la aggiudicazione delle prime 66 aree di servizio messe a bando in giugno da ASPI.

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E nelle scorse settimane UNIONE PETROLIFERA ha depositato al TAR del Lazio il proprio ricorso contro il decreto interministeriale di approvazione del Piano di ristrutturazione della rete carburanti in autostrada, con relativa richiesta di sospensiva,.
I punti del decreto contestati dall’UP puntano sulle incongruenze del cronoprogramma previsto dal decreto [con i nuovi bandi che dovrebbero comunque essere emanati entro la fine dell’anno], sul mancato coinvolgimento di Antitrust, delle competenze in materia dell’Autorità nazionale dei trasporti e delle Regioni per le prerogative di queste ultime, sulla arbitrarietà della riduzione del numero delle aree di servizio, sul metodo di calcolo delle royalty, ma anche su questioni che puntano direttamente contro la categoria dei gestori, contestando l’illegittimità in particolare della garanzia della «continuità gestionale» e sulla limitazione agli impianti automatizzati. In sostanza con la finalità di ghostizzare la rete ed espellere i gestori.

Nel frattempo, AUTOSTRADE PER L’ITALIA – ASPI ha emanato il primo bando per la gestione unitaria dei servizi oil e non oil in 26 aree di servizio. Il bando per ulteriori nove aree di servizio sarà pubblicato a metà ottobre. È stato inoltre pubblicato un nuovo bando per l’assegnazione dei servizi oil in 38 aree di servizio, dopo le 66 messe a gara tra giugno e luglio. Partono i bandi anche per la A4 BRESCIA-PADOVA e della A31 VALDASTICO. La società Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova SpA, concessionaria per la tratta Brescia-Padova dell’autostrada A4 e dell’autostrada A31 Valdastico, ha infatti pubblicato il bando per l’assegnazione dei servizi oil in 12 aree di servizio, per il non oil in 15 aree di servizio e per il servizio unitario oil e non oil ni due aree di servizio. Il termine per la partecipazione è il 19 ottobre. In allegato il bando e la scheda di partecipazione.
I bandi, che pubblichiamo in allegato al presente numero di Figisc Anisa News, sono consultabili e scaricabili in formato pdf cliccando con il mouse sui seguenti titoli

ASPI CALENDARIO BANDI

ASPI BANDO UNITARIO FOOD

ASPI BANDO UNITARIO OIL

ASPI BANDO OIL

AUTOSTRADA A4 A31 BANDO

AUTOSTRADA A4 A31 SCHEDA BANDO

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