INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUI GHOST

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L’on.le ORESTE PASTORELLI ha presentato nelle scorse settimane l’interrogazione, che di seguito integralmente riproduciamo, sulla tutela dei livelli occupazionali, delle piccole e medie imprese, nonché della salute e dell’incolumità pubblica in relazione alla ghostizzazione della rete distributiva dei carburanti.

PASTORELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere –

Premesso che:

– come è noto, il 18 settembre è stato trasmesso a questa Assemblea il testo, approvato dal Senato con modifiche, dell’AC 1864-B (Adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – legge europea 2013-bis);
– in particolare l’attuale, articolo 23 interviene sulla disciplina della rete di distribuzione dei carburanti, di cui al decreto-legge n. 98 del 2011, al fine di liberalizzare maggiormente i distributori cosiddetti self-service, eliminando la distinzione tra le stazioni di servizio nelle aree urbane e quelle poste al di fuori dei centri abitati;
– mediante tale novella, dunque, vengono escluse limitazioni all’utilizzo continuativo delle apparecchiature self-service, anche senza assistenza, negli impianti di distribuzione ovunque ubicati e non più solo in quelli posti fuori dai centri abitati;
– com’è altresì noto, tale disposizione trova la propria origine nella procedura EU Pilot (n. 4734/13/MARK), avviata dalla Commissione europea con lettera dell’11 marzo 2013;
– in particolare, la Commissione ha rilevato che la legislazione nazionale relativa alle stazioni di servizio ubicate nei centri urbani, limitando l’apertura degli impianti di distribuzione di carburante non presidiati nell’arco delle 24 ore, viola il principio della libertà di stabilimento, previsto dall’articolo 49 TFUE, e il divieto di restrizione territoriale previsto dell’articolo 15, paragrafo 2, lettera a) della direttiva 2006/123/CE (cosiddetta direttiva servizi);
– a tali rilievi il Governo italiano allora in carica replicava con lettera del 30 luglio 2013, che la legislazione nazionale sarebbe volta, in primo luogo, ad evitare l’esclusione delle piccole imprese dal mercato e salvaguardare l’occupazione nel settore e, in secondo luogo, a tutelare la salute e la sicurezza pubbliche;
– a fronte di ciò, la Commissione ha, tuttavia, ritenuto – in modo opinabile – che la protezione delle piccole imprese e, soprattutto, la salvaguardia dell’occupazione nel settore non siano motivi imperativi di interesse pubblico atti a giustificare restrizioni alla libertà di stabilimento. Mentre per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza pubbliche, si è limitata a rovesciare l’onere della prova in ordine ai rischi per la salute e l’incolumità pubblica derivanti da stazioni di servizio, nei centri urbani, non presidiate;
– l’attuale articolo 23, dunque, costituisce al momento una scelta obbligata per l’Italia, posto che la sua adozione determina l’archiviazione della suddetta procedura di infrazione;
– tuttavia, restano irrisolti i nodi del settore – relativi alla tutela dei livelli occupazionali, delle piccole imprese, nonché della salute e dell’incolumità pubblica – derivanti dagli effetti di questa nuova disciplina, senza contare gli effetti negativi sulla ristrutturazione della rete carburanti:

Per sapere –

– di quali informazioni dispongano il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri interrogati, per quanto di loro competenza, in merito ai fatti riferiti in premessa, con specifico riguardo agli approfondimenti forniti dal precedente Governo alla Commissione sulla procedura suddetta;

– se il Governo e i Ministri interrogati non ritengano opportuno, nell’ambito delle proprie competenze, attivarsi presso le competenti sedi decisionali europee al fine di rimodulare gli obblighi gravanti sugli Stati membri in tema di liberalizzazioni, introducendo la possibilità di potervi derogare qualora dalla loro esecuzione discendano conseguenze gravi in materia di tutela dei livelli occupazionali, tutela delle piccole e medie imprese, e tutela della salute e dell’incolumità pubbliche.

Nota informativa
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