I PREZZI AL CONFINE: FRIULI VENEZIA GIULIA ACCERCHIATO

Bruno BEARZI

Bruno BEARZI

Rispetto ai livelli di prezzo normalmente reperibili nella rete distributiva della Carinzia austriaca o della Slovenia, il prezzo del carburante in Friuli Venezia Giulia non può reggere un valido confronto, ma esso perde terreno anche nei confronti del vicino Veneto. Questo il quadro illustrato dalla FIGISC della provincia di Udine nel corso di un convegno svoltosi qualche giorno fa presso la locale Camera di Commercio.

Secondo i dati forniti dalla FIGISC, per la benzina si passa da 1,471 euro al litro in Friuli a 1,462 in Veneto, da 1,240 euro/litro in Slovenia a 1,109 in Austria, mentre per il diesel si varia da 1,391 euro/litro in Friuli Venezia Giulia a 1,374 in Veneto, da 1,157 in Slovenia a 1,078 in Austria.

Quanto agli scostamenti di prezzo tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, Bruno BEARZI, Presidente provinciale della FIGISC di Udine e vicepresidente nazionale, ha indicato le seguenti cause: «il differenziale è dato da due fattori: un maggior costo di cessione dei prodotti sull’area più orientale da un lato, dall’altro una minore diffusione di operatori indipendenti. Questi ultimi hanno prezzi di cessione dei prodotti molto più bassi di quelli che le compagnie che li riforniscono riservano invece ai propri gestori».

Rispetto al Paesi confinanti, il prezzo della rete distributiva regionale è più alto a causa delle tasse sui carburanti [accise più Iva]: in media 0,994 euro al litro per la benzina in Friuli Venezia Giulia [contro 0,835 euro della Slovenia e 0,678 dell’Austria] e 0,868 euro al litro per il gasolio [contro 0,717 della Slovenia e 0,590 dell’Austria].

La crisi e gli alti costi del carburante, precisa una nota stampa FIGISC, hanno fatto scendere in questi anni i litri erogati in Friuli Venezia Giulia, ma tutto ciò non incide sul numero di chi varca il confine per rifornirsi. Dal 2013 al 2014 in regione diminuisce dello 0,44% il consumo di carburante, passato da 566,153 milioni a 563,676 milioni di litri [-3,67% per la benzina, +2,44 per il gasolio], in controtendenza solo nella provincia di Udine [da 298 milioni a 304 milioni di litri, +2,01%].
tuttavia, i numeri del «pendolarismo del pieno», nel 2014 sono praticamente gli stessi di quelli del 2013: tra 85 e 100 milioni di litri l’anno, pari a un 13-15% dei consumi totali.
Assai preoccupante è la tendenza sul lungo periodo, con un calo del 25% nella vendita di carburanti registrata negli ultimi cinque anni nell’intera regione [ma con una flessione che dal 2007 è pari addirittura al 34 %, ossia il doppio di quella registrata a livello nazionale], con una dinamica che mette duramente in forse il futuro dei circa duemila occupati del comparto.

Sempre con riferimento al settore della distribuzione carburanti, si registra in regione un positivo segnale – che potrà rappresentare una piccola boccata d’ossigeno per i gestori delle stazioni di rifornimento – che arriva da un accordo siglato tra FIGISC, ASSOPETROLI e CAFC-ATO Centrale [Consorzio Acquedotto]. In pratica ogni gestore potrà risparmiare fino a 500 euro all’anno per le spese relative alla tariffazione delle acque di dilavamento piazzale a carico dei distributori, a seguito – finalmente – della constatazione che gli scarichi autorizzati in fognatura sono conformi ai dettami di legge e non presentano, dalle analisi chimiche riscontrate, particolari agenti inquinanti.

L’intesa – tra l’altro retroattiva [la riduzione in bolletta vale infatti dal 1° gennaio 2014], «consente di rimediare a un’ingiustizia posto che le nostre imprese – dichiarano Bruno BEARZI della FIGISC e Piergiorgio GROSS, referente regionale di ASSOPETROLIgià si fanno carico di depurare le acque dei propri piazzali e di scaricare in fognatura un materiale non inquinante».

Nota informativa
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