TAMOIL: DOPO LA PROTESTA LA LETTERA ALL’AZIENDA

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Dopo il nascondino dell’azienda che non ha ritenuto di interloquire con i gestori TAMOIL radunati davanti alla sede aziendale per un sit-in di protesta, FAIB, FEGICA e FIGISC hanno inviato all’azienda stessa, e per conoscenza al Ministero dello sviluppo economico, la seguente comunicazione:

Egr. Mr. FUAD KREKSHI
Presidente TAMOIL ITALIA SPA
Via Andrea Costa, 17
20131 MILANO

Egr. Dott. LUCA LUTEROTTI
Amm.re Delegato TAMOIL ITALIA SPA
Via Andrea Costa, 17
20131 MILANO

e, p.c.:
Gent.ma Senatrice SIMONA VICARI
Sottosegretario di Stato al
Ministero dello Sviluppo Economico
Via Molise, 2
00186 ROMA

<<Egregi Signori,
le scriventi federazioni devono purtroppo lamentare un comportamento, almeno irrituale, tenuto dai Dirigenti di codesta Azienda in occasione di un presidio di un gruppo di Gestori Tamoil e dei Presidenti Nazionali delle tre organizzazioni: presidio regolarmente annunciato ed autorizzato dalle competenti Autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico, svoltosi Mercoledì 16 Marzo davanti all’ingresso della sede di via Andrea Costa.

Il Presidio, mantenuto in maniera ordinata e civile da parte di una delegazione di Gestori, (volutamente contenuta), era finalizzato a richiamare l’attenzione dell’Azienda sulla indifferibilità di riprendere il confronto con lo scopo di definire quei rapporti «economico-normativi» che la Legge affida alla concertazione delle Parti (cfr. D.Lgs. 32/98, L. 57/01, L. 27/12).

Codesta Azienda – ancorché ripetutamente sollecitata – continua a mantenere un posizione di totale chiusura a qualsiasi confronto: è sufficiente ricordare che l’ultimo accordo è stato stipulato il 10 marzo del 2005 (il 1° dicembre del 2009, è stato concluso, invece, un «accordo ponte» che avrebbe dovuto consentire la stipula di una nuova intesa entro il 30/3/2010), cioè oltre dieci anni fa’!

Nel frattempo la Tamoil Italia, ha continuato, in violazione e spregio, di ogni norma di Legge a sostituire la «contrattazione collettiva» (ex Lege) con una contrattazione «individuale», fatta con i singoli Gestori verso i quali sono state messe in atto tutte quelle «pressioni» – anche psicologiche – che una grande Azienda ha fra le sue prerogative.

Il risultato è che molte delle politiche di pricing sono state effettuate tagliando i margini unitari dei Gestori in nome di una unilaterale scelta aziendale di «partecipazione» a politiche di «sconti»: ma, come è a tutti noto, la fissazione del prezzo raccomandato (spesso coincidente con il prezzo cui il Gestore è obbligato a vendere per «effetto di pressioni esercitate o incentivi offerti») è esclusivo appannaggio di codesta Azienda che, strumentalmente, spesso fissa alti listini al pubblico per rendere obbligatoria la partecipazione dei Gestori agli sconti con l’obiettivo di ottenere un prezzo almeno parzialmente competitivo.

Questa situazione – aggravata dalla chiusura di qualsiasi confronto con la rappresentanza dei Gestori – ha reso la situazione estremamente «incandescente» e, certamente, ha posto la Tamoil fuori da ogni regola fissata dal Legislatore a vantaggio della Parte contrattualmente più debole.

Proprio nel tentativo di «stemperare» la situazione di fibrillazione le scriventi Federazioni hanno promosso il presidio richiamato in premessa ma, con grande stupore, la risposta dell’Azienda è stata di ulteriore chiusura: il dottor Guatteo non ha risposto ad alcuna chiamata; il dottor Montrasio, rispondendo al Presidente Landi, ha confermato di non voler incontrare i Presidenti Nazionali delle tre Organizzazioni, per fissare un appuntamento successivo nel quale avviare la discussione, in quanto non aveva la possibilità di «rappresentare l’Azienda». Sono finanche caduti nel vuoto i tentativi effettuati dalle forze dell’ordine, di stabilire un contatto all’interno dell’Azienda!

nascondino

Di fronte a tale rifiuto, per evitare di inasprire ulteriormente la vicenda, il presidio è stato tolto tranquillamente così come pacificamente era cominciato: ciò non toglie che, a parere delle scriventi, il comportamento dell’Azienda – e, sopratutto dei suoi Dirigenti – è apparso provocatorio ed arrogante. Certamente foriero di una radicalizzazione del confronto (anche sul piano giudiziario per la tutela dei diritti derivanti dalla Legge) del quale forse sarebbe utile fare a meno. Tutti.

Per questo motivo – emettendo un comunicato alla fine del presidio – le scriventi Federazioni hanno indicato che l’unica possibilità di iniziare a comporre la vertenza e far riprendere il confronto, è costituita dall’intervento diretto dell’Amministratore Delegato e da un incontro specifico che faccia chiarezza anche su ciò che è accaduto nella giornata del 15 aprile.

Diversamente le scriventi Federazioni – quand’anche invitate a riprendere il confronto dagli stessi dirigenti che hanno negato (magari per buona educazione) di essere rappresentativi – si sottrarrebbero all’incontro stesso: magari rinviandolo in sede ministeriale visto che, in ossequio al principio contenuto nel D.L.gs 32/98 hanno già chiesto l’intervento del MISE per la composizione delle vertenze collettive. E dieci anni senza accordo appaiono un buon motivo per accelerare in questa direzione. Resta comunque ferma la posizione delle tre organizzazioni che, di fronte allo stallo, cercheranno, di fronte al Magistrato competente, di ottenere quello che la Legge ha disposto a tutela degli interessi dei Gestori.

Le scriventi Federazioni fidano che, sugli argomenti esposti – sul merito e sul metodo – ci sia una pronta risposta unitamente alla fissazione della data per la celebrazione di un incontro che appare, alla luce di quanto avvenuto, indispensabile. Almeno per rasserenare il clima.

FAIBMartino LANDI
FEGICARoberto DI VINCENZO
FIGISCMaurizio MICHELI

 

Nota informativa
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