CONFCOMMERCIO VICENZA: ESCALATION DI CRIMINALITÀ

rapina

La rapina a Ponte di Nanto e il suo tragico epilogo [un rapinatore è stato ucciso da un benzinaio che ha la sua attività nelle vicinanze mentre, insieme a quattro complici, assaltava la gioielleria Zanca, ndr], portano in primo piano il problema della criminalità dilagante sul territorio vicentino.

«Quello che è accaduto è gravissimo, drammatico nell’esito e rappresenta purtroppo l’ennesimo episodio criminoso che si registra sul territorio vicentino. Il problema della sicurezza dei cittadini e delle imprese piomba, ancora una volta con forza e urgenza, al primo posto. Furti, rapine, aggressioni – interviene SERGIO REBECCA, presidente della CONFCOMMERCIO di Vicenza – stanno registrando un’escalation senza precedenti e dalla piccola criminalità alle bande organizzate, non c’è limite di fronte a niente. Quello che fa più rabbia è che nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine, questi delinquenti, anche se colti sul fatto, tornano presto in libertà, continuando a delinquere con sprezzo della nostra società e delle nostre leggi».

L’aggravante di questo modo di operare del crimine è l’accanimento sulle singole attività commerciali. Ogni giorno, più volte al giorno, cittadini, negozi, pubblici esercizi, distributori di carburanti, aziende dell’ingrosso sono vittime di episodi criminosi e cresce la certezza di vivere e lavorare in un territorio non più sicuro.

«Ormai le attività commerciali vengono prese d’assalto come i bancomat. Oltre ai problemi conseguenti alla crisi economica, al calo delle vendite e all’aumento delle tasse – dice il presidente Rebecca – chi ha un’attività imprenditoriale deve sopportare anche i costi economici e sociali del fenomeno criminale. Si contano i danni e si riapre il negozio, nonostante tutto. Per difendersi si stipulano polizze costose, ci si adotta di sistemi di video-sorveglianza, impianti d’allarme, inferriate, vetri antisfondamento. Ma tutto questo è un deterrente che a volte non basta e soprattutto non toglie la paura di essere presi di mira».

Rebecca torna quindi a parlare delle misure per frenare il fenomeno della delinquenza.

«Innanzitutto è inaccettabile che Governo e ministro degli Interni non si facciano carico del problema, esortando misure ad hoc, anche per i singoli territori. Non è tollerabile assistere nelle nostre città a scene di sparatorie e di atti di terrore. È essenziale – continua il presidente Rebecca – fare funzionare la giustizia, poiché se non c’è giustizia vengono a cadere le garanzie fondamentali per i cittadini e per le imprese. Deve ritornare la certezza della pena. Progetti di legge di riforma della giustizia civile e penale ce ne sono, basta farli approvare; questi, prima di pensare ad altri decreti ‘svuotacarcere‘. La politica – conclude – ha il compito di dimostrare che ha la capacità di affrontare la questione in tutta la sua gravità e di intervenire per dare forza alla lotta al crimine. La mancanza di sicurezza in primis, oltre che le incertezze sul fronte economico e del lavoro, sono situazioni che alimentano un malessere sociale che non va per nulla sottovalutato».

 

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