CARBURANTI: ACCISE ANNULLANO IL 54 % DEL CALO DEI PREZZI

Churchill

Calano i prezzi al consumo dei carburanti, ma non in misura corrispondente alla diminuzione dei prodotti sul mercato e dei margini industriali: per la precisione i prezzi al consumo calano di meno della metà di quanto calano i fattori industriali.

La responsabilità di tale significativo divario sono le imposte «basiche», ossia le accise [sommate dell’IVA sulle accise], che non diminuendo affatto [ed è già qualcosa, considerando che le varie clausole di salvaguardia, disseminate nelle leggi di stabilità, che prevedono aumenti di accisa ed IVA sono sempre pronte a scattare appena c’è bisogno del solito bancomat…….], smorzano drasticamente – per la precisione del 57 % per la benzina e del 53 % per il gasolio – l’effetto della congiuntura favorevole dei prezzi del petrolio e dei prodotti derivati per autotrazione sul prezzo finale.

Vediamo l’andamento del prezzo negli ultimi quattro mesi [20 luglio – 23 novembre]: quello della benzina è sceso – dati ministeriali settimanali focalizzati per giorno – da 1,627 a 1,448 euro/litro, un calo di 17,9 cent e dell’11,00 % , non poco, mentre quello del gasolio è andato giù di 11,1 cent e del 7,69 %, da 1,443 a 1,332 euro/litro.
Non sarebbe corretto affermare che non sono calate le imposte in assoluto: l’IVA è calata di 3,2 cent/litro per la benzina e di 2,0 cent/litro [rispettivamente del 3,16 % e del 2,28 %] per il gasolio, ma tale decremento è stato esclusivamente determinato come effetto del trascinamento del calo dei fattori industriali, ossia del costo dei prodotti raffinati e del margine industriale di distribuzione.
Ed i fattori industriali del prezzo hanno, infatti, ben altri indici di variazione.

Il principale, ossia il costo su base Mediterraneo della benzina, comprensivo di IVA nazionale, è sceso da 0,558 a 0,403 euro/litro, ossia di 15,5 cent e di 27,72 punti percentuali, quello del gasolio da 0,501 a 0,416 euro/litro, con una contrazione di 8,5 cent e di 16,94 punti percentuali.
E sono scesi anche i margini industriali di distribuzione [anch’essi considerati comprensivi di IVA]: da 0,181 a 0,156 euro/litro, con un decremento di 2,4 cent e di 13,52 punti percentuali, per la benzina, per il gasolio da 0,189 a 0,163, con un calo di 2,6 cent e di 13,84 punti percentuali.

VARIAZIONI DEL PREZZO E DEI SUOI FATTORI – BENZINA – 20.07-23.11.2015

benzinacco

In sintesi, al calo dei prezzi al consumo hanno contribuito solo i fattori di mercato ed industriali: l’abbassamento del prezzo della benzina è dovuto per l’86,36 % al calo del costo del prodotto e per il 13,64 % alla contrazione del margine industriale, mentre il decremento del prezzo del gasolio è dovuto per il 76,48 % al calo del costo del prodotto e per il 23,52 % alla contrazione del margine industriale, con i relativi effetti di trascinamento sull’IVA del prezzo industriale.

Ciò che non è affatto variato sono le accise: addizionate dell’IVA [imposta sull’imposta] esse valgono sempre 0,889 euro/litro per la benzina [il 54,6 % del prezzo il 20 luglio, diventato il 61,4 al 23 novembre], e 0,753 euro/litro per il gasolio [il 52,2 % del prezzo il 20 luglio, diventato il 56,5 al 23 novembre]. E facciamo pur grazia in tutti questi conteggi di ulteriori 1,1 cent/litro che gravano in media ponderata nazionale sulla benzina, per effetto delle addizionali regionali di accisa su tale prodotto.

VARIAZIONI DEL PREZZO E DEI SUOI FATTORI – GASOLIO – 20.07-23.11.2015

gasoliacco

Comunque vadano i mercati, qualunque sia la dinamica dei fattori, l’unico garantito, l’unico «banco» che non perde al gioco del prezzo, è l’Erario: quando i prodotti, e/o i margini, aumentano l’effetto si riverbera con un aumento dell’IVA, quando diminuiscono rimane comunque lo «zoccolo duro» [dal 50 al 60 % del prezzo finale] dell’accisa e dell’IVA sull’accisa e quando diminuiscono più o meno significativamente l’effetto rischia di essere dimezzato, minimizzato, annullato, proprio da questa pesantissima cappa di «impermeabilità» delle accise.

Senza mai dimenticare che – per quanto le dinamiche ribassiste del petrolio abbiano da tempo fatto passare in dimenticatoio [vera manna per i Governi] questa macroscopica anomalia – le imposte sui carburanti in Italia sono, ormai stabilmente da quattro anni, mediamente superiori di circa 0,220÷0,230 euro/litro alla media dell’Unione Europea, mentre c’è ancora più di qualcuno che perde tempo a monitorare, a congetturare ennesime  liberalizzazioni, su differenze sul prezzo industriale che sono o di venti volte inferiori a quelle delle imposte, o pressochè nulle, o persino con segno negativo sulle medie comunitarie [G.M.].

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