DOCUMENTO SEN & DDL CONCORRENZA: CONTRATTI A MASSIMO RISCHIO

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La Decima Commissione Attività Produttive della Camera ha votato il documento finale dell’indagine conoscitiva sulla Strategia Energetica Nazionale nel quale, come si è riferito nei numeri 39 e 42 di FIGISC ANISA NEWS, è contenuto il recepimento del diktat di ANTITRUST sulla fine della contrattazione collettiva tipizzata [in nome della concorrenza ogni gestore contratti da solo con la controparte e, di conseguenza, si cancellino i suoi organismi di rappresentanza!].

Il voto sul documento è stato espresso in Commissione il 21 ottobre. La Commissione conta ventuno componenti del Partito Democratico, sette del Movimento Cinque Stelle, cinque di Forza Italia ed altro dodici suddivisi tra Gruppo Misto, Nuovo Centro Destra, Scelta Civica, Sinistra Ecologia e Libertà, Lega Nord ed altri: nonostante la segnalazione delle Organizzazioni della categoria, FAIB, FEGICA e FIGISC/ANISA, e la sollecitazione dell’On.le Luca SQUERI a tutti i componenti della Commissione, contro il documento ha votato solo il gruppo M5S e Forza Italia si è astenuta.

Non si sa bene cosa stia bollendo nella pentola del work in progress del disegno di legge sulla concorrenza, ma abbiamo dato notizia sul numero 41 di FIGISC ANISA NEWS che la fine della contrattazione collettiva e tipizzata sta appostata al n. 32 dei temi che fanno parte dell’elenco delle misure da prendere. Con qualche criticità: per lo meno – si dice nel brogliaccio – ”contrasterebbe con il tavolo di lavoro avviato dal Vice Ministro De Vincenti e a questo riguardo la Direzione Generale competente ha espresso forti perplessità per le prevedibili reazioni sindacali” e, quindi, si dice “la medesima Direzione valuterà a breve la praticabilità di un’ipotesi alternativa”.

Come che sia, la bozza del disegno di legge sulla concorrenza è trapelata nella prima settimana di ottobre, la Decima Commissione ha votato contenuti analoghi il 21 ottobre: le due cose fanno gioco di squadra ed un tanto sebbene quarantacinque on.li Deputati siano stati avvertiti puntualmente di cosa significhi abolire con un colpo solo diritto alla contrattazione e diritto alla rappresentanza.

Ai medesimi parlamentari infatti è stato detto a chiare lettere che, se si intende abolire questi due diritti per qualche finalità di generale interesse – come, ad esempio, abbassare i prezzi dei carburanti – “l’alto prezzo dei carburanti trova la sua motivazione in un differenziale della pressione fiscale che nell’ultimo triennio risulta essere assai più elevata [attorno ai 24-25 cent/litro] rispetto alla media comunitaria …., nulla essendo più lontano dal determinare un simile stato di fatto della situazione dei rapporti contrattuali tra le parti”.

E se questo, invece, si fa in nome di una astratta e generica “libertà di mercato”, pensando di cavarsela ripetendo le litanie di Antitrust, c’è da chiedersi a che serva pagare dei parlamentari che si limitano – per di più nell’ambito di una indagine “conoscitiva” – a fare da altoparlante per conto terzi: verrebbe da dire che se la politica delega alle Authority, forse bastano queste ultime a reggere lo Stato, con lucro di tempo e denaro.

Per certo, che si arrivi a questo con incredibile superficialità da parte della prima, con accanimento sistematico da parte delle seconde, rappresenta un attacco di inusitata gravità che richiede da subito, prima che sia troppo tardi per rimediare, una risposta di livello almeno adeguato.

Nota informativa
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