LA CLIENTELA «POLARIZZATA» DI Q8 E IL GHOST

Beware of house prices that go bump in the night.

Scriveva QUOTIDIANO ENERGIA qualche giorno fa – riferendo del «taglio del nastro dell’area di servizio autostradale ex-Shell di San Zenone al Lambro (Milano), ricolorata ora con le vele di Q8» – che Massimo GILOTTI, ex Presidente di UNIONE PETROLIFERA e numero uno di KUWAIT PETROLEUM ITALIA, ha asserito che la quota di mercato del marchio si attesterebbe attualmente «tra il 17 e il 18%» con circa 3.500 impianti, ivi contando l’acquisizione della rete ex SHELL, aggiungendo che «la nostra strategia è abbastanza semplice, invece di avere sullo stesso punto vendita self e servito abbiamo deciso di puntare su impianti o serviti o completamente automat», in entrambi i casi facilmente riconoscibili dagli utenti, con l’obiettivo di «abbattere i costi» e aumentare la concorrenzialità «a vantaggio dei consumatori», andando oltretutto incontro a «una clientela sempre più polarizzata» tra le due modalità di vendita.

E sulla strategia di Q8, ragionando di self e servito, sempre QUOTIDIANO ENERGIA scrive sul suo numero di venerdì 23 ottobre: «Una scelta molto diversa da quella di altre due big del mercato, ENI e ESSO, che invece hanno deciso di far convivere le due modalità di vendita (self e servito) sullo stesso impianto, con i relativi prezzi differenziati. Due politiche che evidentemente partono da una difforme analisi delle variabili che spingono un consumatore a privilegiare l’acquisto in un preciso impianto. Q8 ha portato la sua scelta fino a creare addirittura per gli impianti automat un nuovo marchio, cioè Q8 Easy. Non è un caso dunque trovare di norma gli impianti con questa “bandiera” nelle zone ad alta competizione, con prezzi allineati a quelli dei p.v. della Gdo e no-logo. Analoghe scelte sono state fatte da IP con i suoi IPmatic e da TotalErg con TE/24, pur se in maniera meno diffusa e più sotto traccia. Queste strategie, data l’importanza e la diffusa presenza di impianti di queste compagnie su tutto il territorio, non potranno non avere un decisivo impatto sul ridisegno della rete in Italia. Su quale sarà la strategia vincente solo il tempo potrà dare una risposta, ma sembra chiaro oramai che (quasi) nessuno pensa più che il consumatore vada a “fare benzina” ad occhi chiusi».

Se, da un lato, risulta quasi completato il processo di rebranding della rete ex Shell in Q8 [se ad inizio marzo gli impianti a marchio Shell che comunicavano variazioni di prezzo erano ancora circa 480 tra self e servito, al 22 ottobre tale numero si è ridotto a meno di 140], dall’altro, prosegue implacabile il processo di progressiva ghostizzazione della rete di marchio. A inizio marzo i p.v. che hanno comunicato variazioni di prezzo erano 785 per il servito [33,85 %] e 1.534 per il self [66,15 %], numeri che a venerdì scorso erano diventati, rispettivamente, 886 [29,22 %] e 2.146 [70,78 %]. Mentre, da un altro lato ancora, i differenziali prezzo tra le due modalità – sempre nel periodo tra le due date sopra citate, 1° marzo e 22 ottobre – sono saliti da 13 a 17 cent/litro per la benzina e da 13 a 18 per il gasolio [per memoria, quando cominciarono a spuntare i primi, sparuti, Q8Easy (ed era ancora il 2001!), la differenza era di 100 lire/litro, 5 cent di oggi (Dato STAFFETTA 06.01.2001)], ed un tanto spiega abbondantemente quale «polarizzazione» della clientela rientri nel core business del marchio e quale sia la prevedibile evoluzione della sua rete in direzione di una progressiva – ed alla fine totale – residualità e marginalizzazione degli impianti con servizio [e con gestore].

Gilotti-Alessandro

É questo con Q8 l’autentico – se non altro il più macroscopico e quello che ha sublimato al più alto e diffuso grado, ed oltretutto ora in un’unica casa, ciò che era cominciato in Shell con le famigerate associazioni in partecipazione, unendovi il più micidiale ghost – «buco nero» del quadro delle pesanti relazioni gestori-compagnie nell’attualità del settore.

Con Q8 era stato raggiunto il 14 aprile 2015 un accordo che le Federazioni dei gestori si sono adattate a sottoscrivere per tutelare la categoria che ancora residualmente rimaneva nella rete del marchio «consapevoli che sulla rete rimangono molti problemi, ma hanno aggiornato una cornice normativa all’interno della quale i gestori a marchio Q8 possono operare e far valere i loro diritti».
E sul punto degli impianti automat [Gilotti si risentì del fatto che si continuasse a chiamarli col loro nome autentico, ossia «ghost»] le Organizzazioni di categoria hanno rilevato, in occasione di tale accordo, che «sul punto degli impianti easy hanno rimarcato, sia in sede negoziale che in un’apposita dichiarazione a verbale, la loro netta contrarietà alla formula promossa, evidenziando comunque la necessità di regolamentare, all’interno del quadro normativo vigente, le contrattazioni proposte in aggiramento della disciplina del settore della distribuzione carburanti, soprattutto considerando fatto che le mansioni affidate alle “pretese nuove figure” dedicate alla gestione dei punti vendita easy sono, nelle linee essenziali, le stesse disciplinate nei contratti di gestione discendenti dagli accordi economici normativi previsti dalla legislazione speciale. Sempre su questo punto hanno evidenziato la necessità di giungere al contenimento dei punti vendita completamente selfizzati, che operano sia sottraendo risorse al settore che depauperando sia le aree più strutturate che i servizi ai cittadini».

A distanza di sei mesi da quell’accordo, si può dire che la strategia della Compagnia non solo non è cambiata di una virgola, ma è diventata semmai più invasiva e generalizzata, con conseguente espulsione di un numero crescente di gestori e consecutiva loro parziale trasformazione in figure anomale e precarie, che, peraltro, non hanno né tutela ne istanze rappresentative perché relegate in una specie di «terra di nessuno» ed a totale discrezionalità del marchio. [G.M.]

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