…dopo quarant’anni di posizioni divergenti, di interventi dirigistici ed anche destrutturanti [tra cui alcune “liberalizzazioni” forzose sull’onda di tematiche estranee al vero nodo del problema], si registra una unità di intenti che è, oltretutto, ampiamente dovuta alla necessità di non lasciare ulteriormente decantare una situazione cui va messo mano immediatamente, pena l’essere ormai fuori tempo massimo, e che in assenza di un indirizzo chiaro sommerebbe le difficoltà del mercato (una ristrutturazione fatta dai prezzi), il gap degli interventi mai effettuati nonostante le regole ci siano da tempo (la permanenza degli incompatibili), con un progressivo ed irreversibile deterioramento della qualità della rete e dei servizi. Più che valide ragioni per andare avanti, evitando di dover ricominciare da capo un processo sul quale non si possono certo attendere decenni e nemmeno anni per arrivare ad una nuova sintesi su scenari che sarebbero drasticamente mutati e definitivamente compromessi…
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