AUTOSTRADE: CHIESTO INCONTRO URGENTE A MIT E MiSE
— 10 Settembre 2018Non sfugge, infatti, che il settore produce per i Concessionari una remunerazione del capitale di assoluta rilevanza (il 10,21 % lordo, stando alle allegati alle Convenzioni recentemente pubblicate), con tutta una serie di conseguenze – del resto del tutto coerenti con i piani finanziari concordati con lo Stato – di carattere meramente speculativo rispetto, ad esempio, alla gestione dei pedaggi a carico degli utenti e delle royalty a carico degli operatori in una condizione di mercato garantito e sostanzialmente protetto.
Né potrà sfuggire che il meccanismo delle royalty costituisce di fatto una violazione grave del principio costituzionale di uniformità di accesso a beni e servizi, che ha determinato il declino dell’appeal della rete autostradale rispetto al consumatore.
I risultati di sintesi sono che, dal 2003, il livello dei pedaggi è cresciuto del 71,5 % (in misura pertanto pari a 2,5 volte l’inflazione), quello delle vendite oil – malgrado un incremento delle percorrenze pari ad un +8,3 % (nonostante la grave flessione degli anni più duri della crisi economica) – è crollato del 66 % nella rete in concessione (con punte fino a quasi il 70 % nella parte di rete non in concessione) con un corrispondente calo dell’erogato medio per impianto, quello delle vendite di altri beni soggetti a royalty di circa il 20 % se si tiene conto del tasso di inflazione.
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